Una cosa nuova per lo sport, ma possibile soltanto nel baseball
Da qualche tempo i giocatori americani vengono microfonati e commentano le partite con i telecronisti, anche durante le azioni
di Pietro Cabrio
La stagione in corso del campionato di baseball nordamericano, la Major League (MLB), era particolarmente attesa per il gran numero di novità e cambiamenti introdotti con l’intento di rilanciare lo sport un tempo più popolare degli Stati Uniti, ma nel tempo finito ampiamente dietro il football e in crisi tra le nuove generazioni. La stessa lega aveva promosso la nuova stagione dicendo che il gioco sarebbe cambiato «come mai successo in tempi recenti».
Sono state infatti introdotte nuove regole per migliorare gli aspetti più anacronistici del baseball e quindi l’esperienza del pubblico, in particolare la durata delle partite, la rapidità del gioco e la ripetitività del calendario, ora più bilanciato. Altri recenti cambiamenti hanno invece influito direttamente sull’immagine del baseball: sono stati introdotti per esempio gli sponsor sulle divise e le stesse divise stanno adottando stili sempre più moderni e creativi grazie alla collaborazione con Nike.
Per quanto riguarda l’esperienza televisiva, e quindi la fruibilità dello spettacolo offerto, la lega e le emittenti che trasmettono le partite hanno iniziato a microfonare alcuni giocatori non solo per registrare le loro conversazioni, come già avviene da anni, anche in altri sport, ma per farli interagire con i telecronisti direttamente dal campo e commentare quello che sta succedendo. Di questa novità si sta discutendo parecchio per un episodio accaduto pochi giorni fa durante Los Angeles Dodgers-San Francisco Giants.
In questa partita Miguel Rojas era stato scelto come giocatore microfonato dei Dodgers e mentre stava parlando con i telecronisti ha dovuto interrompere la discussione per una battuta arrivata dalle sue parti. Mentre era già in corsa ha detto al microfono: «Scusate ragazzi, faccio un attimo questa giocata e torno». Il video di quel momento sta circolando molto, anche al di fuori degli ambienti tradizionali del baseball, perché finora una cosa simile non si era mai vista in un contesto ufficiale di uno sport professionistico.
L’iniziativa era stata introdotta per la prima volta in una partita ufficiale proprio nel baseball, ad agosto dello scorso anno, durante l’ultima edizione della partita di campionato giocata nel luogo in cui negli anni Ottanta venne girato il film Field of Dreams con protagonista Kevin Costner (in Italia noto con il titolo L’uomo dei sogni).
Quella partita era stata giocata dai Cincinnati Reds e dai Chicago Cubs, con quest’ultimi che si erano portati subito in vantaggio mantenendolo poi per tutta la partita. Per i Reds era stata la quarta sconfitta consecutiva di una stagione già negativa, ma questo non aveva impedito a Joey Votto, il loro giocatore più rappresentativo, di prendere parte all’iniziativa.
Al terzo inning il giocatore di origini italiane era stato microfonato e aveva passato una decina di minuti a discutere con i telecronisti dei suoi ricordi legati al baseball e di come il baseball fosse cambiato nel corso degli anni. Aveva dovuto interrompere brevemente gli interventi per seguire certe azioni di gioco, ma nel complesso non c’erano stati intoppi e poco dopo era toccato a un giocatore dei Chicago Cubs.
Dopo quell’esperimento, in questa stagione la Major League lo ha fatto diventare un appuntamento fisso per certe partite di campionato, oltre che per l’All-Star Game, la partita di esibizione di metà stagione con i migliori giocatori del campionato. «Microfonare i giocatori è una grande opportunità per il baseball di fare qualcosa di unico, diverso e innovativo» ha detto il dirigente di ESPN che segue la produzione della rete legata al baseball e che collabora con la lega all’iniziativa, cercando di non creare nessuna distrazione nel gioco.
La nuova stagione di MLB è in corso e deve ancora arrivare ai playoff, eppure pare che tutte queste novità stiano già dando dei risultati. Diversi indicatori mostrano che il pubblico giovanile è di nuovo in crescita, dice la Major League, e questa apparente ripresa è stata raccontata anche in un recente numero dell’Atlantic, con un articolo di copertina che titolava: «Come il baseball ha salvato sé stesso». Le critiche tuttavia non mancano e provengono dai tifosi più tradizionalisti, i quali temono che il baseball si stia prestando per certi esperimenti — su tutti i giocatori microfonati — che interessano più le televisioni che il bene del gioco in sé.
Finora però non ci sono stati incidenti e i giocatori sembrano non solo gradire, ma anche divertirsi mentre lo fanno. Dopo l’ultimo episodio ci si sta inoltre chiedendo se questo nuovo modo di interagire con i giocatori possa essere replicato in altri sport di squadra. Nel football americano, per esempio, i giocatori vengono microfonati da anni, ma solo per essere registrati. Per le dinamiche di gioco farli parlare con qualcuno al di fuori delle loro squadre, per giunta durante le partite, non sembra possibile, come non sembra possibile farlo altrove, almeno non nelle modalità in cui viene fatto nel baseball: uno sport di squadra che si gioca in modo piuttosto individuale e che, nonostante i recenti cambiamenti, è ancora fatto di pause frequenti e ritmi tutto sommato lenti.
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