Le Filippine hanno rimosso una barriera galleggiante installata dalla Cina in un’area contesa del Mar Cinese Meridionale
La guardia costiera delle Filippine ha dichiarato di aver rimosso una barriera galleggiante installata dalla Cina in un’area contesa del Mar Cinese Meridionale. Il portavoce della guardia costiera filippina Jay Tarriela ha scritto sull’ex Twitter che la rimozione è avvenuta su indicazione del presidente Ferdinand Marcos Jr.: ha poi spiegato che la barriera rappresentava un pericolo per la navigazione, una chiara violazione del diritto internazionale e che impediva ai pescatori delle Filippine di lavorare all’interno della loro Zona Economica Esclusiva (ZEE).
Philippine Coast Guard Successfully Removes Hazardous Floating Barrier in Compliance with Presidential Instruction
In compliance with the instruction of the President, the Chairman, National Task Force for the West Philippine Sea (NTF-WPS), Sec. Eduardo Año, has directed the… pic.twitter.com/loeeFm45sU
— Jay Tarriela (@jaytaryela) September 25, 2023
Ciascuno stato costiero ha il diritto di sfruttare la fascia di mare su cui si affaccia, con limitazioni sempre maggiori via via che ci si allontana dalla terraferma. La fascia di mare adiacente alle coste di un certo stato si chiama mare territoriale: si estende per un massimo di 12 miglia nautiche, cioè circa 22 chilometri, e lo stato vi esercita una sovranità – cioè il diritto di esercitare pieni poteri – pari a quella esercitata sulla terraferma. Nella zona contigua, che si estende fra le 12 e le 24 miglia nautiche, lo stato ha poteri di controllo sulle navi straniere per evitare che commettano reati all’interno del proprio territorio (cioè nel mare territoriale o sulla terraferma). La zona economica esclusiva (ZEE) si estende dalla costa fino a un massimo di 200 miglia nautiche, cioè 370 chilometri: dalla fine del mare territoriale fino ai confini della zona economica esclusiva, la sovranità di ciascuno stato è limitata allo sfruttamento economico delle risorse.
La barriera galleggiante si trovava in una parte della secca di Scarborough all’interno della ZEE delle Filippine, secondo quanto stabilito dal diritto marittimo internazionale e nel 2016 da una sentenza della Corte internazionale di arbitrato dell’Aia. La Cina rivendica l’area come parte del proprio territorio, si riferisce alla secca di Scarborough come all’isola di Huangyan e ha ignorato la sentenza internazionale del 2016 pattugliando costantemente la zona con le proprie navi.
La secca di Scarborough si colloca nella più ampia disputa sul Mar Cinese Meridionale, su gran parte del quale la Cina rivendica la propria sovranità. E la rivendica su aree che si sovrappongono alle zone economiche esclusive di Vietnam, Malesia, Brunei, Indonesia e Filippine.
La barriera, composta da una serie di boe allineate, era lunga circa 300 metri ed era stata rilevata la scorsa settimana dalla guardia costiera delle Filippine durante un pattugliamento marittimo di routine. Il portavoce del ministero degli Affari Esteri cinese, Wang Wenbin, aveva invece difeso l’installazione della barriera affermando che la guardia costiera cinese aveva adottato le misure necessarie in conformità con la legge per allontanare una nave filippina.