Un imputato per l’attacco alle Torri Gemelle è stato dichiarato incapace di intendere e di volere in seguito a un rapporto secondo cui le sue condizioni psicologiche sarebbero state compromesse definitivamente dagli abusi della CIA
Un giudice militare della base di Guantanamo, sull’isola di Cuba, ha stabilito che Ramzi bin al-Shibh, uno degli accusati per gli attentati terroristici dell’11 settembre del 2001, non è nelle condizioni di essere processato e di difendersi a causa degli abusi subiti durante i primi anni di detenzione. La decisione è arrivata in seguito alla valutazione richiesta per la sua difesa a un gruppo di medici, secondo cui le violenze subite dai servizi segreti statunitensi tra il 2002 e il 2006 avrebbero compromesso definitivamente le condizioni psicologiche di al-Shibh, causando tra le altre cose allucinazioni e un disturbo da stress post traumatico.
Il processo prevedeva inizialmente cinque imputati ma il giudice, Matthew McCall, ha fatto sapere che proseguirà solo per gli altri quattro finché le condizioni di al-Shibh non saranno migliorate, accettando di fatto la tesi della difesa. Al-Shibh era accusato di aver contribuito a organizzare una cellula di terroristi ad Amburgo, in Germania, tra i quali c’era uno dei dirottatori degli aerei che colpirono le Torri Gemelle. Secondo quanto sottolineato dal suo avvocato, dopo essere stato arrestato e portato a Guantanamo era stato tenuto in isolamento, privato del sonno, incatenato per giorni e maltrattato.