Nei nuovi iPhone manca un pezzo di Apple
L'azienda ha fallito nel ridurre la costosa dipendenza da Qualcomm per i componenti che fanno collegare gli iPhone alle reti cellulari, perché il suo progetto è molto in ritardo
Nei piani di Apple, i nuovi iPhone 15 presentati la scorsa settimana avrebbero dovuto avere al proprio interno un modem (il microchip che permette di collegarsi alle reti cellulari) sviluppato e prodotto interamente dall’azienda, in modo da ridurre la propria costosa dipendenza da Qualcomm, uno dei più grandi produttori di modem al mondo. Il progetto da svariati miliardi di dollari era stato avviato alcuni anni fa, ma secondo le informazioni raccolte dal Wall Street Journal ha accumulato ritardi e fallimenti che hanno reso impossibile la sostituzione dei modem Qualcomm con quelli Apple. Per una delle aziende tecnologiche più ricche al mondo non è un grande danno, ma gli investitori si aspettavano che Apple potesse risparmiare molto denaro con l’arrivo dei nuovi microchip, compensando in questo modo il rallentamento delle vendite nel settore degli smartphone.
I modem utilizzati nei cellulari sono tra i componenti più complicati da progettare e da produrre. Il loro funzionamento è essenziale per far sì che gli smartphone si colleghino alle reti mobili, ma nello svilupparli occorre tenere in considerazione numerose variabili: dal modo in cui sono fatte le reti nei singoli paesi del mondo alla necessità di rendere i modem compatibili non solo con le tecnologie più recenti, come il 5G, ma anche con le precedenti come 4G, 3G e così via. La multinazionale statunitense Qualcomm ha impiegato anni per svilupparli e ha via via brevettato tecnologie verso le quali ha sostanzialmente l’esclusiva, rendendo più difficile per altri produttori la realizzazione dei modem, salvo non paghino costose licenze per l’utilizzo dei suoi brevetti.
Apple si rifornisce da Qualcomm da molti anni e si stima che solo l’anno scorso abbia pagato circa 7,2 miliardi di dollari per l’acquisto dei chip. Le due aziende hanno avuto in passato rapporti a dir poco altalenanti. Nel 2017 Apple fece causa a Qualcomm accusandola di applicare tariffe troppo alte per l’utilizzo in licenza di alcuni dei suoi brevetti. La disputa legale proseguì per un paio di anni e alla fine le due società trovarono un compromesso.
Apple intanto aveva lavorato allo sviluppo di propri microprocessori da utilizzare nei suoi computer al posto di quelli Intel, con i primi modelli venduti a partire dal 2020 con un risparmio stimato tra i 75 e 150 dollari per computer. Il successo dei nuovi processori, più veloci ed efficienti nel consumo di energia, contribuirono a convincere alcuni dirigenti dell’azienda della possibilità di sviluppare e produrre internamente anche i modem cui Apple aveva iniziato a lavorare nel 2018.
Il progetto fu chiamato “Sinope”, dal nome di una figura mitologica greca, e dovette superare l’opposizione interna di alcuni dirigenti che avevano proposto di usare i modem di Intel, cercando di ottenere un accordo economico più favorevole. Nel 2019 Apple annunciò un nuovo centro di sviluppo a San Diego, la città dove ha sede Qualcomm, provò a convincere manager e ingegneri di quest’ultima a dimettersi per poterli assumere e acquisì buona parte della divisione di Intel dedicata allo sviluppo dei modem, ottenendo inoltre i diritti su vari brevetti collegati alle tecnologie cellulari. L’obiettivo era avere i nuovi modem pronti da utilizzare a partire dall’autunno di quest’anno, in modo da inserirli nella linea degli iPhone 15.
In breve tempo il progetto si rivelò molto più difficile del previsto: l’approccio che era stato seguito per sviluppare i processori per i computer Mac non era replicabile in un ambito così articolato e complesso come quello dei modem. Stando alle informazioni raccolte dal Wall Street Journal furono via via imposti termini di scadenza insostenibili ai vari gruppi di ricerca e sviluppo, nonostante fosse evidente dai primi prototipi che la progettazione dei nuovi modem avrebbe richiesto molto più tempo del previsto. I primi test effettuati lo scorso anno avevano dato esiti deludenti, con modem che erano tecnologicamente indietro di almeno tre anni rispetto a quelli realizzati da Qualcomm. Inserirli negli iPhone avrebbe significato rischiare di compromettere alcune delle loro funzionalità e il piano di utilizzarli a partire dai modelli del 2023 fu abbandonato.
Dopo il rinvio, Apple fissò una nuova data al 2024, ma è ormai evidente che i modem non potranno essere pronti nemmeno tra un anno. Per questo la società ha esteso gli accordi per le forniture da parte di Qualcomm almeno fino all’aprile del 2025, con un’opzione per altri due anni. La società nel frattempo continuerà a sperimentare i propri modem ed è interessata a mantenere l’obiettivo di lasciare Qualcomm il prima possibile.