Meloni ha chiesto aiuto sull’immigrazione anche all’ONU
All'Assemblea generale ha detto che le Nazioni Unite dovrebbero «dichiarare una guerra globale» ai trafficanti di esseri umani
Il 20 settembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta per la prima volta all’Assemblea generale dell’ONU che si tiene ogni anno nella sede centrale dell’organizzazione, a New York. Meloni ha parlato per circa 15 minuti, concentrandosi soprattutto sull’immigrazione e sulla necessità per l’Italia e la comunità internazionale di fermare le attività dei trafficanti di esseri umani, riducendo così le partenze dal Nord Africa e quindi gli arrivi in Europa.
Meloni ha detto che oggi molti paesi africani sono in difficoltà a causa della siccità, del cambiamento climatico e dei blocchi imposti dalla Russia alle esportazioni di cereali ucraini, da cui alcuni paesi africani dipendevano. Questa situazione di instabilità favorirebbe il lavoro dei trafficanti di esseri umani, ossia i gruppi criminali che organizzano i viaggi dei migranti, senza però prendervi parte.
I trafficanti vengono spesso confusi con gli “scafisti”, un termine usato per indicare le persone che guidano le imbarcazioni o i gommoni su cui i migranti arrivano in Italia. In molti casi gli scafisti non hanno rapporti diretti con i trafficanti e non sono coinvolti nell’organizzazione delle tratte, ma dato che sono più semplici da individuare vengono spesso presi di mira e arrestati dalle autorità italiane, più per dimostrare un impegno nel contrastare l’immigrazione irregolare che per ottenere risultati concreti.
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Non abbiamo infatti molte informazioni sulla rete, l’organizzazione e le modalità con cui operano i gruppi dei trafficanti, anche perché i migranti stessi generalmente non sanno nulla sulle persone che li hanno aiutati a partire. Inoltre i trafficanti sono attivi principalmente nei paesi di partenza dei migranti, per esempio la Tunisia o la Libia, dove le autorità italiane ed europee non hanno giurisdizione.
Nel suo discorso Meloni ha individuato i trafficanti come i principali responsabili delle partenze verso l’Europa, e quindi il problema primario su cui non solo l’Italia, ma l’intera comunità internazionale dovrebbe concentrarsi per ridurre gli arrivi. Li ha descritti come «schiavisti del terzo millennio» e ha detto che vendono le traversate verso l’Europa «su delle brochure, come se fossero normali agenzie di viaggio», senza informare i migranti dei rischi a cui vanno incontro né preoccuparsi delle condizioni delle barche messe a loro disposizione, quasi sempre pessime.
Secondo Meloni quello di combattere i trafficanti dovrebbe essere un obiettivo «che ci unisce tutti», quindi tutti i governi e le organizzazioni internazionali, comprese le Nazioni Unite: «Sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema, e dichiarare una guerra globale, senza sconti, ai trafficanti di essere umani», ha detto.
Meloni ha anche detto che è importante «affrontare le cause alla base delle migrazioni», per fare in modo che le persone vogliano rimanere nel proprio paese di origine. Il riferimento è al cosiddetto “piano Mattei”, che nelle intenzioni del governo dovrebbe essere un grande progetto di sviluppo e approfondimento delle relazioni internazionali tra l’Italia e i paesi africani. Il governo l’ha annunciato ad aprile, ma finora non ci sono molti dettagli concreti al riguardo.
Nel discorso c’è stato anche spazio per la guerra in Ucraina: Meloni ha detto che l’Italia «ha scelto chiaramente da che parte stare», ossia con l’Ucraina e contro la Russia, e ha parlato della necessità di regolamentare l’uso delle nuove tecnologie. Infine ha chiesto una riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per adattare la sua composizione e il suo funzionamento alle nuove dinamiche internazionali.