Quanto spesso pensate all’Impero romano?
Se siete uomini forse vi capita più volte a settimana, come sembra suggerire un trend di TikTok: c'entra ovviamente il modo in cui ve l'hanno raccontato
Negli ultimi giorni sui social network e in particolare su TikTok si parla con grande insistenza dell’Impero romano: anzi, si parla più precisamente della frequenza con cui le persone di oggi pensano all’Impero romano e a ciò che lo riguarda, una domanda nata in apparenza proprio su TikTok e che ad alcuni sembra piuttosto rivelatoria della cultura e della tradizione condivisa.
La discussione infatti sta generando grande curiosità soprattutto perché sembra esserci una grossa disparità tra uomini e donne nella risposta alla domanda «quanto spesso pensi all’Impero romano?»: gli uomini, pare, ci pensano molto di più, e con una frequenza che molte donne giudicano del tutto implausibile ma anche molto buffa.
Si è diffuso soprattutto un trend per cui le donne pubblicano video o condividono foto di conversazioni in cui chiedono ai propri fidanzati ogni quanto pensano all’Impero romano, ricevendo quasi sempre in risposta una frequenza inaspettatamente alta. Nelle ultime ore gli hashtag sull’Impero romano hanno avuto milioni di visualizzazioni, e il dibattito si è spostato anche altrove: se ne stanno occupando per esempio diversi giornali americani, chiedendo anche il parere di esperti e storici per provare a spiegare perché proprio gli uomini pensino così tanto all’Impero romano.
In uno dei molti video pubblicati di recente, per esempio, una ragazza fa la domanda al fidanzato che risponde «tre volte al giorno», e alla reazione incredula della fidanzata si giustifica dicendo: «Ci sono così tante cose a cui pensare al riguardo!». Un altro invece spiega: «Hanno costruito un’intera società che dominava il mondo»; un altro ancora dice di aver appena finito di parlare degli acquedotti e delle strade nell’antica Roma con un’altra persona e chiede alla fidanzata come facesse a sapere che stava pensando proprio a quello.
@kirakosarin “theres so much to think about!” 🫠 #romanempire ♬ original sound – Kira Kosarin
Un ragazzo che dice di pensarci «tipo tutti i giorni» guarda la fidanzata molto seriamente e quasi la rimprovera, facendole notare: «Se parli inglese stai pensando all’Impero romano», riferendosi alle parole di derivazione latina presenti nella lingua inglese. Poi la fidanzata fa vedere nel video lo sfondo del telefono di lui: è Il giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David, uno dei più importanti dipinti del Neoclassicismo, che rappresenta una scena tratta da una leggenda sulla storia dell’antica Roma.
@georgiaferraris_ He asked me why I thought he has that iphone background for… #romanempire #theromanempire ♬ original sound – Georgia Ferraris
Nonostante sia formalmente “caduto” più di 1.500 anni fa, l’Impero romano e più nello specifico l’arte, la letteratura e la lingua latina hanno avuto un’enorme influenza sulla cultura occidentale. Cominciò con il principato di Ottaviano Augusto nel 27 avanti Cristo e durò per circa cinque secoli, fino alla caduta della sua parte occidentale che per convenzione si fa risalire al 476 d.C. Durante questo periodo si susseguirono più di 100 imperatori, furono prodotte alcune delle opere d’arte più famose di sempre, e realizzate opere ingegneristiche sorprendenti per la loro efficacia e precocità. Il sistema politico con cui veniva gestito l’Impero è stato considerato un esempio per secoli e il diritto romano influenza ancora molto quello delle società occidentali.
Nella sua epoca di maggiore espansione inoltre l’Impero romano controllava tutto il bacino del Mediterraneo, i Balcani e una parte consistente dell’attuale Medio Oriente e Nord Africa, con una estensione quasi impensabile.
Sul social network Reddit un utente ha sintetizzato le ragioni per cui pensa spesso all’Impero romano in una discussione sul tema, in un modo probabilmente valido per molti: «Ci sono così tante cose delle nostre vite oggi influenzate dall’Impero romano. La lingua, il cibo, la filosofia, l’architettura, la guerra, l’intrattenimento, lo sport, la mitologia, la cultura… Non mi concentro attivamente sull’Impero romano, ma le connessioni mi si presentano di continuo nel corso delle mie giornate».
È possibile comunque che nel pensiero comune ci sia qualche confusione e superficialità, e che l’immagine che molti hanno dell’“Impero romano” sia stata mutuata più che altro da prodotti culturali molto successivi e che raccontano in maniera semplificata una realtà sfaccettatissima.
Il popolare conduttore televisivo americano Carson Daly, durante un dibattito sul tema nel programma della NBC Today, ha detto per esempio di essere tra quelli che pensano spesso all’Impero romano, e che secondo lui larga parte di questa tendenza è dovuta ad alcuni prodotti culturali che hanno avuto un grosso impatto sull’immaginario comune: «Il film Il gladiatore è tra i cinque preferiti di qualsiasi ragazzo», ha commentato Daly riferendosi al film di Ridley Scott del 2000, sulla cui accuratezza storica circolano da anni grandi perplessità.
Naturalmente il trend sui social network e la sovraesposizione mediatica che ha generato rischiano di sopravvalutare un po’ il fenomeno. Di fatto non c’è alcuna dimostrazione del fatto che tutti gli uomini pensano spesso all’Impero romano, anche se molti si sono ritrovati in questa descrizione: un altro dei conduttori di Today, Al Roker, ha detto invece di non aver più pensato all’Impero romano da quando ha smesso di studiare latino molti anni fa.
How often do you think about the Roman Empire? Our TODAY family is weighing in on the TikTok debate — and they all have very different opinions 😂 pic.twitter.com/RcA7Cp0dUt
— TODAY (@TODAYshow) September 15, 2023
Da una ricostruzione di alcuni giornali americani, tra cui il Washington Post, il trend sull’Impero romano sembra aver avuto origine dal profilo TikTok di un content creator conosciuto come “Gaius Flavius”, che realizza video divertenti a tema Impero romano. In un video di tre giorni fa Gaius Flavius si rivolgeva alle donne dicendo: «Molte di voi non capiscono quanto spesso gli uomini pensino all’Impero romano. Chiedete al vostro marito/fidanzato/padre/fratello – sarete sorprese dalle loro risposte». Lo sfondo del video sono alcuni resti dell’antica Roma.
Gaius Flavius è in realtà Artur Hulu, un 32enne svedese molto appassionato di storia romana che ha raggiunto un pubblico di quasi 60mila persone su TikTok e oltre centomila su Instagram. In una recente intervista Hulu ha detto di aver rivolto quell’invito dopo aver notato attraverso il suo profilo e quelli di altri creator affini una grande disparità di interesse sull’Impero romano tra uomini e donne. Uno dei motivi secondo lui è che la società romana imperiale fu «fortemente dominata dagli uomini».
È una spiegazione data anche da alcuni storici contattati dai giornali. È senz’altro vera, nel senso che la società romana era decisamente patriarcale: ma va detto che da secoli la società occidentale moderna ha enfatizzato molti aspetti della storia romana associati alla mascolinità. Nell’Impero romano sono esistite donne che avevano grande potere e influenza, e in generale c’era una certa apertura verso espressioni della sessualità diverse da quella eterosessuale e verso un’identità di genere più fluida. Per molti secoli, inoltre, Roma fu governata da un sistema repubblicano assai più democratico rispetto al successivo Impero, al cui comando c’era una persona sola e i suoi collaboratori.
Questi lati dell’Impero romano però sono stati assai poco raccontati, a discapito di storie che riguardavano soprattutto imperatori potentissimi o comandanti di eserciti sterminati.
La storica dell’università di Birmingham Hannah Cornwell ha detto al Washington Post che certamente c’è un’immagine del’Impero romano fatta di legioni, «aquila imperiale e ogni sorta di aspetti militari» associati alla mascolinità e al potere. Ma il modo preminente con cui si è imposta questa visione dipende anche dalle fonti «elitarie e maschili» con cui conosciamo oggi la storia romana. Cornwell ha detto per esempio che si dimentica spesso l’esistenza di gladiatrici donne e ha ricordato che secondo le fonti antiche l’imperatore Elagabalo indossava spesso abiti femminili.