In Thailandia Pita Limjaroenrat si è dimesso da leader del partito riformista Kao Klai, con cui aveva vinto le elezioni di maggio senza riuscire a diventare primo ministro
Venerdì in Thailandia Pita Limjaroenrat si è dimesso da leader del partito riformista Kao Klai (Andiamo Avanti), rinunciando così anche al ruolo di capo dell’opposizione del paese. Lo scorso maggio Pita (è chiamato così sia dai thailandesi sia dai media del paese) e il Kao Klai avevano vinto le elezioni politiche thailandesi, ma la giunta militare che ha governato il paese negli ultimi anni gli aveva di fatto impedito di formare un governo e diventare primo ministro. Pita ha detto che continuerà a lavorare per il partito ma che preferisce lasciare il ruolo di leader dell’opposizione ad altri deputati, anche perché al momento è sospeso dal parlamento per via di alcune accuse di incompatibilità che lui ha sempre negato.
Pita è un ex manager di 43 anni progressista e molto carismatico. Alle elezioni il suo partito aveva presentato un programma basato su grandi riforme politiche ed economiche e sulla riduzione delle grosse disuguaglianze presenti in Thailandia, collocandosi all’opposizione della giunta militare al potere. Il suo eccezionale successo elettorale era stato una sorpresa per tutti ed era stato trasversale: era stato votato in tutte le regioni della Thailandia e da quasi tutte le classi sociali.
Dopo le elezioni Pita aveva stretto un’alleanza con il partito populista Pheu Thai, che alle elezioni era arrivato secondo, con l’intenzione di mandare via i militari dal governo e riportare la Thailandia su un percorso di democrazia e riforme. Benché Pheu Thai e Kao Klai avessero la netta maggioranza dei deputati alla Camera, la Costituzione fatta approvare nel 2014 dalla giunta militare prevede che il Senato sia di fatto nominato dai militari: così i partiti fedeli ai militari presenti nel Senato avevano potuto bloccare il voto a favore di un governo riformista. Davanti all’impossibilità di formare un governo con il Kao Klai, il Pheu Thai aveva cambiato quasi completamente schieramento e aveva raggiunto un accordo con i partiti vicini alla giunta militare: in questo modo ad agosto era stato eletto primo ministro l’imprenditore Srettha Thavisin, del Pheu Thai.