«Più che un posto fisso, un posto figo!»
È lo slogan della campagna del governo per assumere più giovani nella pubblica amministrazione, dove l'età media è particolarmente alta
Giovedì il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, e il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachin hanno presentato una nuova campagna di comunicazione rivolta ai giovani professionisti, per avvicinarli all’idea di lavorare per la pubblica amministrazione: un settore tradizionalmente considerato poco attrattivo e incapace di offrire grandi possibilità di crescita. Anche per questo lo slogan della campagna è: «Più che un posto fisso, un posto figo!».
L’iniziativa è del dipartimento della Funzione pubblica e del dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, due strutture che fanno capo alla presidenza del Consiglio dei ministri. Il progetto di comunicazione è stato selezionato tra quelli proposti da tredici agenzie creative che hanno partecipato a una richiesta pubblicata sul MePA, il portale digitale su cui gli enti della pubblica amministrazione possono acquistare beni e servizi fino a 140mila euro, la soglia massima oltre la quale è necessario indire una gara pubblica.
La campagna si compone di alcuni elementi grafici in cui si legge lo slogan «Più che un posto fisso, un posto figo!» e di un video di 30 secondi, pubblicato per ora su YouTube e che verrà trasmesso sui canali Rai a partire dal 15 settembre. Giovedì la campagna è stata anche presentata da due telegiornali, il Tg1 e il Tg5, lateralmente alla notizia delle nuove assunzioni previste entro la fine dell’anno.
Nello spot alcuni attori interpretano vari dipendenti della pubblica amministrazione, come un’architetta (Federica Archetti, che in realtà è una dipendente dell’Agenzia delle Entrate appassionata di recitazione), l’autista di uno scuolabus, un’assistente sociale, un geometra e altri ancora. Alla fine del video si vede anche la cantante Orietta Berti, che in una videochiamata chiede alla protagonista come si trova con il «posto fisso nella pubblica amministrazione».
Il ministro Zangrillo ha detto che la campagna permetterà al governo di «presentare ai nostri giovani la Pubblica amministrazione che vogliamo», ossia «una grande realtà capace di rispondere, nell’interesse del Paese, ai loro sogni e alle loro aspettative».
Oggi nella pubblica amministrazione l’età media è particolarmente alta. Nel 2021 (ultimi dati disponibili) era di oltre 50 anni, con grosse differenze tra i vari settori: superava i 55 anni nella presidenza del Consiglio e nel sistema penitenziario, mentre scendeva a 39 anni nelle forze armate. Oltre il 16 per cento del personale aveva più di 60 anni, mentre appena il 4 per cento aveva meno di 30 anni. È un problema soprattutto per quanto riguarda il turnover, ossia il ricambio naturale tra dipendenti che vanno in pensione e nuovi assunti, che oggi è rallentato: nel 2021 la pubblica amministrazione contava 3,2 milioni di dipendenti, 31 mila in meno rispetto all’anno precedente, un calo di circa l’1 per cento.
A luglio il ministro Zangrillo ha annunciato che nel 2023 e nel 2024 verranno effettuate quasi 350mila nuove assunzioni. Secondo la sezione di Funzione pubblica (Fp) della Cgil, però, la maggior parte di queste sarebbe destinata al settore dell’istruzione e solo una piccola quota riguarderebbe le forze dell’ordine, i ministeri o le agenzie fiscali: «Una goccia in un mare in tempesta», ha detto la segretaria della Fp Cgil, Serena Sorrentino.
Nelle ore successive alla presentazione, la campagna ha ricevuto alcune critiche soprattutto sui social network, giudicata da molti utenti troppo ingessata, antiquata, e poco in linea con il target che dovrebbe raggiungere.