Hunter Biden è stato incriminato
È la prima volta per il figlio di un presidente statunitense in carica: secondo le accuse avrebbe mentito per acquistare un'arma da fuoco nel 2018
Giovedì Hunter Biden, il figlio secondogenito del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, è stato incriminato dalla procura federale per tre accuse legate a una vicenda in cui avrebbe mentito allo scopo di acquistare un’arma da fuoco nel 2018 nel Delaware. Secondo le accuse infatti Biden avrebbe dichiarato il falso affermando di non star facendo uso di sostanze stupefacenti nella compilazione di un modulo federale che viene richiesto al momento dell’acquisto di armi. Sempre secondo la procura, in quel periodo Biden sarebbe stato invece dipendente da crack.
È la prima volta che il figlio di un presidente statunitense in carica viene incriminato. Il processo potrebbe inoltre svolgersi nel periodo di campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2024, per le quali Joe Biden ha detto ad aprile di volersi candidare.
L’accusa contro Hunter Biden è stata ufficializzata da David Weiss, il procuratore che stava indagando su di lui da un po’ e il cui status era stato elevato a quello di procuratore speciale dal segretario alla Giustizia degli Stati Uniti Merrick Garland un mese fa, proprio perché potesse avere poteri più ampi e maggiore discrezionalità nelle indagini su Biden.
Da alcuni mesi si riteneva che Hunter Biden avesse trovato con il procuratore Weiss e con il dipartimento di Giustizia un accordo che gli avrebbe consentito di evitare un processo, ma ad agosto, in maniera un po’ sorprendente, l’accordo era fallito. Hunter Biden è indagato ormai da alcuni anni anche per evasione fiscale (non avrebbe pagato le tasse sul reddito nel 2017 e nel 2018), ma per il momento non sono state ufficializzate accuse su questo.
Nonostante non ci siano prove del coinvolgimento del presidente Joe Biden nelle vicende per cui il figlio è indagato o incriminato, martedì lo speaker della Camera statunitense, il Repubblicano Kevin McCarthy, aveva annunciato l’avvio di un’indagine che potrebbe portare a un voto per il suo impeachment. McCarthy aveva giustificato la decisione dicendo che ci sono ragionevoli elementi per ritenere che nella famiglia del presidente ci sia una «cultura della corruzione».
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