La gestione dei soccorsi in Marocco
I soccorritori lavorano nelle aree più colpite dal terremoto, ma per ora il governo marocchino ha chiesto ufficialmente pochi aiuti internazionali
Per la terza notte consecutiva nel sud-ovest del Marocco migliaia di persone hanno dormito per strada, non potendo tornare nelle proprie abitazioni danneggiate dal forte terremoto che ha interessato il paese nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana uccidendo oltre duemila persone. I soccorritori sono al lavoro per estrarre chi è rimasto sotto le macerie e per dare aiuto a chi è rimasto senza casa, ma raggiungere le città e i paesi più danneggiati non è semplice, visto che la maggior parte si trova lungo la catena montuosa dell’Atlante, che attraversa il Marocco da sud-ovest a nord-est.
Secondo una stima preliminare delle Nazioni Unite, il terremoto di magnitudo 6.8 ha avuto effetti diretti su almeno 300mila persone in un’ampia porzione di territorio. Nonostante l’estensione dei danni, al momento il governo del Marocco ha preferito chiedere aiuto a un numero limitato di paesi. Domenica le autorità marocchine hanno detto di avere accettato la collaborazione di Emirati Arabi Uniti, Qatar, Regno Unito e Spagna. Il ministro dell’Interno ha detto che la scelta è stata compiuta dopo avere fatto «un’attenta valutazione delle necessità sul campo», aggiungendo poi che «la mancanza di coordinamento in casi come questo sarebbe controproducente».
Decine di altri paesi hanno espresso la propria disponibilità a partecipare alle attività di soccorso, ma personale e mezzi non possono partire in mancanza di richieste esplicite e di istruzioni sull’area da coprire una volta arrivati. In Germania una squadra di 50 soccorritori si era radunata nelle vicinanze dell’aeroporto di Colonia-Bonn per partire, ma non avendo istruzioni i soccorritori sono stati rimandati a casa in attesa di chiarimenti con il governo marocchino. Altri paesi sono in condizioni simili e non è chiaro se e come sarà sfruttata la piattaforma di soccorso coordinata dalle Nazioni Unite per i grandi disastri, che comprende oltre 3.500 soccorritori da vari paesi del mondo.
Nella giornata di domenica sembra che comunque le richieste di aiuto siano aumentate rispetto alla lista inizialmente fornita dal governo. Almeno una squadra è partita da Nizza, in Francia, e il governo della Repubblica Ceca ha detto di avere inviato una settantina di soccorritori dopo avere ricevuto una richiesta ufficiale di aiuto.
Le attività di soccorso si stanno concentrando soprattutto nella regione rurale di Haouz, dove gran parte delle case era fatta di mattoni di fango e con infrastrutture antisismiche quasi inesistenti. Nella zona sono stati inviati soldati e mezzi dell’esercito per rimuovere le macerie dalle strade, in modo da rendere più semplice il passaggio delle squadre di soccorso. In molti villaggi mancano energia elettrica, acqua, cibo e medicinali e ci sono numerose richieste da parte degli sfollati per avere assistenza.