La catena umana per protestare contro il rigassificatore al largo di Savona
La nave Golar Tundra, ora a Piombino, verrà installata vicino alle coste della città entro il 2026: molta gente del posto però non è d'accordo
Domenica migliaia di persone hanno formato una catena umana lungo le spiagge della provincia di Savona per protestare contro la futura installazione al largo delle coste della Liguria della Golar Tundra, la nave rigassificatrice attualmente in funzione a Piombino. La Golar Tundra è in grado di trattare il gas naturale liquefatto trasportato via nave in modo da immetterlo di nuovo nei gasdotti del territorio, da cui arriva a centrali termoelettriche a gas, aziende e case. Molti abitanti del savonese tuttavia ritengono che la presenza del rigassificatore possa avere effetti negativi sia sul turismo che sull’ambiente.
La manifestazione è cominciata alle 15 e secondo gli organizzatori ha coinvolto 16mila persone che si sono radunate su un tratto di litorale lungo circa 6 chilometri, tra la spiaggia di Spotorno e quella di Savona. Il Secolo XIX scrive che oltre ai membri di associazioni e comitati locali c’erano anche ambientalisti, operatori turistici e bagnanti, alcuni dei quali hanno mostrato cartelli, striscioni e magliette con scritte contrarie al rigassificatore. Quella di domenica è solo la più recente delle manifestazioni contro la sua installazione nell’area.
La Golar Tundra si trova al porto di Piombino dallo scorso marzo. Lunga 300 metri e larga 40, è una “floating storage and regasification unit” (FSRU), ovvero una “unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione”, e può immettere nella rete fino a 5 miliardi di metri cubi di gas in un anno. A metà luglio il presidente della Liguria Giovanni Toti, commissario straordinario per l’installazione di un rigassificatore nella regione, ha annunciato che entro il 2026 la nave verrà spostata al largo della coste liguri. In particolare sarà offshore, verrà cioè posizionata a circa 2,9 chilometri dalla costa di Savona e a 4 chilometri da quella di Vado Ligure, cittadina che sembra avere alcune condizioni favorevoli rispetto ad altre località della regione, come la presenza di vecchie condutture marine non utilizzate che potrebbero rendere più veloce il suo collegamento a terra.
Stefano Venier, l’amministratore delegato di SNAM, la principale azienda che gestisce la distribuzione del gas in Italia, aveva spiegato che il rigassificatore sarebbe rimasto in funzione 20 anni, i primi tre a Piombino e dal 2026 per altri 17 anni in Liguria.
Il comitato provinciale “No al rigassificatore” sostiene che la presenza della nave interferirà con il turismo e che potrà creare danni ambientali, visto che si troverà nelle vicinanze dell’area marina protetta di Bergeggi. Ci sono poi preoccupazioni per la costruzione della condotta sottomarina e del gasdotto a terra necessari per il trasporto del gas, lunghi rispettivamente più di 4 e 30 chilometri. Alcuni sindaci dei comuni coinvolti inoltre contestano il fatto che il progetto sia stato approvato senza consultarli. La vicesindaca di Savona, Elisa Di Padova, ha detto che il Comune chiederà alla Regione di sospendere il progetto.
Una nave rigassificatrice serve a riportare allo stato gassoso il gas naturale liquefatto (spesso indicato con le sigle GNL o LNG): è uno stabilimento industriale indispensabile per poter utilizzare gas proveniente da paesi non collegati all’Italia da gasdotti, come possono essere gli Stati Uniti o il Qatar. L’installazione di un rigassificatore a Piombino (e di un altro a Ravenna, in Emilia-Romagna) era stata autorizzata nel 2022 con una procedura d’emergenza con l’obiettivo di ridurre la dipendenza italiana dal gas russo. Anche in quel caso, nonostante le rassicurazioni della SNAM, c’erano state contestazioni. A inizio luglio comunque la Golar Tundra ha cominciato a distribuire il gas nella rete italiana.
Secondo le previsioni, una volta installata in Liguria potrà continuare a trattare circa 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno, più o meno il 7 per cento del fabbisogno nazionale.
Tra le persone che hanno contestato l’installazione del rigassificatore in Liguria c’è anche il conduttore televisivo Fabio Fazio, nato a Savona. Fazio ha detto che «ci sono voluti decenni di transizione» affinché Savona e le sue spiagge cominciassero a essere valorizzate a livello turistico: a suo dire tuttavia adesso si sta tornando «indietro» con un’operazione che ha definito «difficile da comprendere».
Toti ha risposto alle critiche sostenendo che la presenza dell’impianto sia una decisione «razionale», visto che il gas serve a tutte le industrie del nord del paese, e ha detto che il ministero dell’Ambiente e gli enti incaricati si assicureranno che tutta l’operazione venga svolta in sicurezza. Toti ha chiarito che la nave non sarà posizionata nell’area di Bergeggi, ma in un tratto di mare in cui passano e sostano già abitualmente centinaia di navi; ha anche fatto notare che da decenni c’è un rigassificatore nel golfo di Spezia che a suo dire «non ha impedito a Lerici, Tellaro, Porto Venere, le Cinque Terre di diventare luoghi turistici tra i più frequentati d’Italia».
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