Grindr ha licenziato quasi la metà dei propri dipendenti
La popolare app di incontri per uomini gay aveva dato ai lavoratori un ultimatum: andare in ufficio almeno due giorni alla settimana o accettare il licenziamento
Grindr, la più celebre app per appuntamenti utilizzata principalmente da uomini gay, ha perso quasi la metà dei propri dipendenti dopo aver dato loro un ultimatum. Il 4 agosto l’azienda aveva chiesto a tutti gli impiegati negli Stati Uniti di cominciare a lavorare in uno dei propri uffici – a Chicago, Los Angeles o San Francisco – almeno due giorni alla settimana entro il 31 agosto, o accettare il licenziamento. Decine di dipendenti che vivevano lontani da queste grandi città, dove il costo della vita è particolarmente alto e trovare casa è spesso molto complesso, hanno dovuto scegliere la seconda opzione. Circa 80 delle 178 persone che lavoravano per Grindr sono state quindi licenziate.
Secondo il sindacato dei lavoratori di Grindr, che era stato istituito a luglio come parte del Communication Workers of America, il più grosso sindacato di lavoratori dei media e delle telecomunicazioni degli Stati Uniti, la decisione è però stata presa come ritorsione per la loro decisione di sindacalizzarsi. Per questo ha presentato due accuse di pratiche di lavoro sleali al National Labor Relations Board, l’agenzia federale indipendente che tutela i diritti dei dipendenti del settore privato che vogliono contrattare i propri salari o le proprie condizioni di lavoro.
I lavoratori di Grindr avevano cominciato a lavorare alla sindacalizzazione lo scorso dicembre, nel contesto di una più ampia ondata di sindacalizzazioni nel settore delle telecomunicazioni statunitense, inaugurato da Google nel 2021. Tra le richieste principali del gruppo c’era proprio quella di formalizzare i benefit aziendali di cui la forza lavoro di Grindr godeva da anni, a partire dalla garanzia che l’azienda avrebbe sempre permesso loro di lavorare da remoto a tempo pieno.
– Leggi anche: Google sta riducendo i suoi famosi benefit per i dipendenti
«C’erano tonnellate di domande su Slack [l’app usata da Grindr per comunicare all’interno dell’azienda, ndr] sul significato [della nuova politica relativa al lavoro in presenza] e su cosa era possibile fare al riguardo, e l’azienda ha chiesto di mandarle tutte verso un indirizzo email anonimo», ha raccontato Quinn McGee, ex product manager di Grindr che ha perso il lavoro per via dell’ultimatum. Le risposte fornite dalla persona che gestiva l’indirizzo email, che è sempre rimasta anonima, «non erano nemmeno vicine a essere sufficienti», ha detto McGee. «È come se avessero eretto un muro attorno a se stessi. Per settimane abbiamo provato a chiedere di discutere e di spostare la data dell’ultimatum, abbiamo provato a far loro sapere che avevamo capito che si trattava di un cambiamento unilaterale delle condizioni di lavoro come risposta all’istituzione del sindacato, che secondo noi è una pratica lavorativa sleale. E poi due settimane dopo ho perso il lavoro», ha raccontato.
L’azienda ha negato di aver cambiato le proprie politiche per punire i dipendenti che si sono sindacalizzati, si è offerta di coprire parte delle spese di trasloco delle persone che hanno deciso di spostarsi, e ha concesso sei mesi di paga ai lavoratori che sono stati licenziati. Una delle persone che è rimasta, Erick Cortez, ha detto però che il licenziamento di un così grande numero di persone crea problemi per l’azienda nel suo insieme: «Queste decisioni hanno lasciato Grindr pericolosamente a corto di personale e sollevano interrogativi sulla sicurezza, la protezione e la stabilità dell’app per gli utenti». Secondo il sindacato, il 70 per cento degli ingegneri, l’80 per cento dei responsabili del prodotto e l’85 per cento del team che lavorava alla progettazione del prodotto è stato licenziato. L’azienda ha detto a Wired che contesta queste cifre, ma non ha voluto fornire informazioni diverse.
Il tema del ritorno in ufficio è molto sentito nel settore tecnologico statunitense. Dopo aver assunto centinaia di persone con contratti che assicuravano la possibilità di lavorare completamente da remoto tra il 2020 e il 2021, quando la diffusione massiccia del Covid-19 rendeva particolarmente pericoloso recarsi quotidianamente in spazi chiusi condivisi con molte altre persone, negli ultimi mesi varie aziende hanno cambiato idea e hanno chiesto loro di cominciare ad andare in ufficio. Oggi sia Meta che Google controllano le presenze dei propri impiegati. Anche per gli standard del settore, però, Grindr ha agito in modo particolarmente brusco: la direzione ha annunciato la nuova politica in una riunione su Zoom, chiudendo il collegamento prima che un membro dello staff potesse finire di fare una domanda.
– Leggi anche: L’ufficio è ancora lì