Cosa c’è nella dichiarazione finale del G20 in India
E soprattutto cosa non c'è: una condanna della Russia per la guerra in Ucraina
Domenica si è conclusa a New Delhi, in India, la riunione di due giorni del G20, l’incontro annuale dei capi di governo di 19 tra i paesi più industrializzati del mondo più l’Unione Europea. Al termine della riunione è stata pubblicata una dichiarazione finale, un documento non legalmente vincolante firmato da tutti i membri in cui i capi di governo esprimono una posizione comune riguardo a vari temi. In questo caso si parla molto di impegno per l’ambiente e di sviluppo sostenibile per i paesi del sud del mondo.
C’è anche una sezione dedicata alla guerra in Ucraina, in cui si dice molto genericamente che «tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per perseguire l’acquisizione di territori contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato». È un passaggio che sta facendo molto discutere perché non contiene nessun riferimento a chi la guerra in Ucraina l’ha cominciata, ovvero la Russia.
Era successo lo stesso anche nel G20 dello scorso anno a Bali, in Indonesia: nella dichiarazione finale vennero incluse frasi molto vaghe sulla guerra in Ucraina, per non accusare apertamente la Russia di esserne colpevole. Come già l’anno scorso, infatti, il rappresentante della Russia al G20 (il ministro degli Esteri Sergei Lavrov) ha minacciato di non firmare la dichiarazione se al suo interno fosse stato inserito un riferimento al ruolo della Russia nella guerra.
Fino a pochi giorni fa, peraltro, sembrava che fosse addirittura possibile che alla fine i paesi membri del G20 non sarebbero riusciti a pubblicare una dichiarazione comune, proprio a causa dell’opposizione della Russia. Nei mesi scorsi, le varie riunioni ministeriali del G20 non erano mai riuscite a produrre un documento condiviso, e sembrava che anche la riunione finale potesse concludersi così, per la prima volta nella storia del G20. L’ultima bozza preparatoria della dichiarazione, elaborata dai cosiddetti “sherpa”, i negoziatori dei singoli paesi, conteneva una pagina bianca nella sezione in cui si parlava della questione della guerra in Ucraina.
Alla fine è stato trovato un compromesso che ha soddisfatto la Russia. Commentando la dichiarazione Lavrov ha detto che si tratta di una «pietra miliare» che «riflette pienamente la nostra posizione». Il governo ucraino ha invece criticato molto duramente il testo. Il portavoce del ministero degli Esteri, Oleg Nikolenko, ha detto in un post su Facebook che «l’Ucraina è grata ai suoi partner che hanno cercato di includere una formulazione forte nel testo. Allo stesso tempo, per quanto riguarda l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, il G20 non ha nulla di cui essere orgoglioso».
Del compromesso raggiunto nella dichiarazione ha parlato anche la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che lo ha definito un successo diplomatico: «Abbiamo lavorato per una dichiarazione che avesse un riferimento specifico all’Ucraina, non era un risultato scontato se si tiene in conto che le ministeriali sono tutte finite senza una dichiarazione finale. È una dichiarazione di compromesso ma la considero comunque importante in questo contesto», ha detto Meloni parlando con i giornalisti.