Com’è andato il primo anno da re di Carlo III
Per gli esperti di monarchia bene, grazie al suo approccio cauto, ma prima o poi dovrà fare i conti con la crisi dell'istituzione che rappresenta e le divisioni in famiglia
Re Carlo III del Regno Unito trascorrerà la giornata di venerdì nella residenza reale di Balmoral, in Scozia, dove commemorerà in forma privata il primo anniversario della morte della regina Elisabetta II, sua madre, avvenuta a 96 anni l’8 settembre del 2022. La giornata di oggi segna anche il primo anno del regno di Carlo, che ha 74 anni ed è diventato re al momento della morte della madre, anche se è stato incoronato ufficialmente solo lo scorso 6 maggio.
In questi giorni si sono accumulati i primi bilanci, e secondo i commentatori, i biografi e gli esperti della famiglia reale britannica il suo primo anno di regno è andato piuttosto bene: Carlo ha avuto un atteggiamento cauto e moderato, e all’interno della monarchia non ci sono stati gli ammodernamenti o gli stravolgimenti che qualcuno si sarebbe aspettato con la successione. A ogni modo, ci sono dubbi su quanto sarà in grado di mantenere rilevante la corona, un’istituzione in crisi da tempo, e il suo ruolo continua a essere condizionato da alcune questioni, dalla sua popolarità in declino agli scandali che hanno coinvolto alcuni membri della famiglia reale.
Ingrid Seward, direttrice della rivista specializzata Majesty Magazine, sostiene che il regno di Carlo sia cominciato «in maniera eccezionale». Secondo Seward finora il nuovo sovrano è stato «molto, molto impegnato» con tutto quello che comporta diventare re: stando a quanto detto da alcuni suoi amici citati in forma anonima dal Sunday Times, si sarebbe reso conto che adesso i suoi impegni sono moltissimi, ma si sarebbe adattato bene al ruolo. Pauline Maclaran, professoressa della Royal Holloway, University of London ed esperta di famiglia reale, dice che questo primo anno è stato «sorprendente per l’assenza di sorprese»: a suo dire Carlo ha adottato un approccio molto morbido e moderato, con il risultato che «le persone si sono abituate piuttosto in fretta al fatto che sia re».
Come ha riassunto in maniera efficace BBC News, quest’anno è servito più per mantenere una certa continuità con il regno di Elisabetta e creare stabilità, che non per avviare cambiamenti.
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Il momento più importante del primo anno del regno di Carlo è stato senza dubbio la cerimonia della sua incoronazione, uno degli eventi pubblici più importanti della storia recente del Regno Unito. L’ex principe del Galles era stato erede al trono britannico per 70 anni, più tempo di chiunque altro prima di lui, e aveva preso il posto della sovrana più longeva della storia del paese. La cerimonia, seguita in tutto il mondo, è stata per molti versi legata alla tradizione, e per altri più sobria e moderna. Anche perché la precedente era avvenuta nel 1953.
Nei mesi seguenti alla proclamazione Carlo si è dedicato alle consuete attività di un monarca, ma senza strafare. Ha tenuto una sola cena di stato, per il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa, e ha fatto un solo viaggio ufficiale all’estero, in Germania. Sarebbe dovuto andare anche in Francia, ma il viaggio era saltato a causa delle grandi proteste relative alla contestata riforma delle pensioni voluta dal presidente francese Emmanuel Macron. Carlo non ha partecipato alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite COP27 in Egitto, però ha accolto a Buckingham Palace vari ospiti per discutere del tema, a lui molto caro, tra cui l’inviato speciale per il clima degli Stati Uniti John Kerry e il presidente della COP Alok Sharma. A luglio poi ha invitato in Inghilterra il presidente statunitense Joe Biden sempre per parlare di temi legati alla crisi climatica.
Forse anche per via dei molti impegni, il nuovo re non si è invece fatto vedere negli altri 14 paesi di cui è formalmente capo di stato, dice Joe Little di Majesty Magazine: si tratta dei cosiddetti “reami del Commonwealth”, tra cui Australia, Canada e Giamaica, alcuni dei quali esprimono da tempo l’intenzione di trasformarsi in repubbliche.
Prima di diventare re, Carlo si era fatto notare per le opinioni forti che esprimeva di frequente su varie questioni, dall’architettura alla medicina alternativa allo stesso cambiamento climatico. Nel primo anno di regno tuttavia ha adottato un approccio più dimesso e ha evitato di esprimersi in maniera netta, probabilmente per via delle raccomandazioni dei suoi consiglieri, dicono gli esperti. Secondo Hugo Vickers, biografo della famiglia reale, Carlo continua a essere molto attivo sui temi a lui cari, ma lo sta facendo in privato.
Quest’anno insomma «è stato il figlio di sua madre», ha detto a BBC News la professoressa Anna Whitelock, esperta di storia della monarchia moderna della City University di Londra. Il fatto che non ci sia stato «molto da vedere» a livello generale può essere interpretato come un fatto positivo, continua Whitelock. Sembra concordare anche la professoressa Heather Jones, un’altra esperta della famiglia reale, secondo cui questo primo anno è servito a gestire la transizione e a evitare disastri. Uno dei pochi intoppi ha riguardato le dimissioni della dama di compagnia più vicina alla regina Elisabetta II dal suo incarico onorario, per via di alcune sue battute considerate sintomo di pregiudizi razzisti. La gran parte degli osservatori ritiene che la gestione della famiglia reale del caso sia stata pronta ed efficace.
A detta dei critici comunque Carlo ha diverse difficoltà da affrontare: in particolare in molti si chiedono se riuscirà a tenere unita la famiglia reale rispetto ad alcune note divisioni e se e come riuscirà a mantenere il consenso per la monarchia nel Regno Unito.
Una delle questioni principali riguarda il principe Andrea, uno dei due fratelli minori di Carlo, al quale sono stati tolti i titoli reali per via delle accuse di abusi sessuali che aveva ricevuto, i cui risvolti giudiziari si sono conclusi con un accordo extragiudiziale all’inizio del 2022. Secondo alcune testimonianze, Andrea vorrebbe tornare ad avere una parte più attiva nella famiglia reale, ma Carlo sarebbe più intransigente nei suoi confronti rispetto a Elisabetta, che si dice gli avesse dato il proprio sostegno per risolvere la causa. Al contempo, il fatto che ad agosto Andrea sia stato fotografato assieme a Carlo e al figlio maggiore William mentre andavano in chiesa a Balmoral in auto potrebbe però essere un segno di riavvicinamento.
Poi, notoriamente, ci sono i rapporti incrinati della famiglia reale con il principe Harry, il figlio minore di Carlo, e con l’attrice statunitense Meghan Markle, sua moglie. All’inizio del 2020 i due si erano progressivamente allontanati dalla famiglia reale, accusandola tra le altre cose di essere ostile nei loro confronti e di diffondere falsità sul loro conto. Più di recente, Harry e Meghan avevano ribadito le accuse in un documentario prodotto da Netflix e nell’autobiografia del principe, Spare. Nonostante non siano più membri reali “attivi”, i due erano stati invitati alla cerimonia di incoronazione: lei era rimasta negli Stati Uniti assieme ai figli, Archie e Lilibet Diana, mentre lui ci era andato, ma era rimasto in una posizione defilata ed era ripartito subito dopo la conclusione della cerimonia.
Seward sostiene che Harry ce l’abbia più con il sistema della monarchia che con il padre, anche perché nel libro tutto sommato lo descrive come una figura relativamente positiva. Nonostante le criticità, i biografi comunque ritengono positivo che né Carlo né la famiglia reale abbiano risposto esplicitamente alle critiche rivolte nel documentario e nel libro: a detta di Vickers sarebbe un modo per lasciare a Harry la possibilità di tornare a essere un membro attivo della famiglia reale.
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Tra le altre cose, Carlo non è mai stato particolarmente popolare tra gli inglesi, o quantomeno non lo è mai stato come lo era Elisabetta. Dopo la morte della sovrana i sondaggi avevano evidenziato che il gradimento nei suoi confronti era aumentato: adesso invece è di nuovo in declino. Il sondaggio più recente di YouGov, uno degli istituti più rispettati del Regno Unito, dice che Carlo è solo il quarto membro della famiglia reale più apprezzato dagli inglesi, dietro al figlio William, alla sorella Anna e alla nuora Catherine: il 60 per cento delle persone intervistate ha un giudizio positivo su di lui, mentre il 32 ha un parere negativo. A un anno dalla morte di Elisabetta, poco più della metà degli inglesi (il 58 per cento) sostiene che la monarchia sia positiva per il paese. Il 70 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni ritiene invece che non serva.
Nella maggior parte degli eventi pubblici Carlo è stato accolto bene, ma come prevedibile ci sono state contestazioni da parte di alcuni manifestanti antimonarchici in diverse occasioni, a partire dalla stessa incoronazione, quando furono arrestate in totale 64 persone. Sono previste proteste anche in occasione dell’apertura dei lavori del parlamento, il prossimo novembre.
Sally Bedell Smith, una delle biografe della famiglia reale, ha detto al Washington Post che Carlo si sta mostrando più aperto e ben disposto nei confronti del pubblico, ma passato un anno «non sappiamo ancora quale sia il suo piano a lungo termine».
Tra le altre cose, sembra che abbia intenzione di avviare un programma contro lo spreco del cibo e di voler limitare le spese della famiglia reale: è questo un tema particolarmente critico, visto che i membri della famiglia reale ricevono ogni anno un contributo proveniente dalle tasse pagate dai cittadini (Sovereign Grant), che in base ai meccanismi con cui funziona nel 2024 dovrebbe aumentare dagli attuali 86,3 milioni di sterline a quasi 125. Per ora comunque non c’è niente di definitivo.
Jones, che insegna storia moderna allo University College di Londra, sostiene che al momento la sfida principale per Carlo sia proprio quella di mostrarsi attento alle difficoltà economiche che molti abitanti del Regno Unito stanno subendo a causa della crisi globale. A detta di Jones, prima o poi il re dovrà anche affrontare le complicate questioni legate al tema dello schiavismo e dell’imperialismo promossi dai suoi predecessori, argomenti che periodicamente ritornano nei dibattiti dell’opinione pubblica. Ed Owens, autore di un libro sulla monarchia intitolato After Elizabeth (Dopo Elisabetta), sostiene inoltre che Carlo dovrà prestare attenzione ai temi di giustizia sociale cari alle nuove generazioni, che sono quelle che già hanno meno fiducia nei suoi confronti, come il diritto alla casa a prezzi accessibili e il costo della vita.
Secondo alcuni commentatori è difficile immaginare come e in che arco di tempo il nuovo re potrà introdurre i cambiamenti che desidera, visto che prima d’ora nella storia nel paese nessun altro era stato incoronato a un’età così avanzata. Per questo può darsi che il primo erede al trono, suo figlio William, comincerà ad avere incarichi molto importanti già durante il suo regno.
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