Lo scandalo di abusi su minori nella più grande agenzia di talenti in Giappone
Un'indagine interna ha confermato le accuse rivolte da anni a Johnny Kitagawa, magnate dell'intrattenimento e del “j-pop”
Giovedì Julie Fujishima, la presidente di Johnny and Associates, la più importante agenzia che rappresenta giovani popstar in Giappone, si è dimessa dal suo ruolo ammettendo per la prima volta gli abusi sessuali commessi da suo zio Johnny Kitagawa, magnate e fondatore dell’agenzia, nei confronti di adolescenti che aveva sotto contratto. Lo scandalo era nato in seguito alla diffusione di un documentario della BBC e ha avuto un impatto sull’industria dell’intrattenimento giapponese paragonabile secondo gli esperti a quello che avevano avuto le rivelazioni sul produttore cinematografico Harvey Weinstein negli Stati Uniti.
Johnny Kitagawa, pseudonimo di Hiromu Kitagawa, fondò la Johnny and Associates nel 1962 come agenzia dedicata alla scoperta e alla promozione di idol maschili, ossia personalità del mondo dello spettacolo che vengono create da zero dalle agenzie di talenti. Queste agenzie scritturano ragazzi molto giovani e fanno prendere loro lezioni di ballo, canto e recitazione prima di farli iniziare a lavorare quando sono ancora adolescenti o giovani adulti.
Kitagawa è considerato uno dei pionieri dell’industria degli idol e detiene al momento diversi record del Guinness dei primati, incluso quello per il maggior numero di singoli prodotti arrivati al primo posto in classifica. È universalmente riconosciuto nell’ambiente per essere stato uno dei primi ad adottare il metodo di scovare e scritturare i talenti ancora molto giovani e di formarli come performer completi, capaci cioè di cantare, ballare, recitare, presentare, stare in tv, eccetera. Tutte le principali boy e girl band dello show business asiatico, inclusi i BTS, sono nate in questo modo.
Grazie a questo, la Johnny and Associates è presto diventata la più potente agenzia di talenti in Giappone, che ha un mercato musicale la cui grandezza è seconda solo agli Stati Uniti, e ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del j-pop, ossia la musica pop caratteristica del Giappone. Gli idol del j-pop sono talmente importanti nella società giapponese da essere le figure più richieste e più pagate per sponsorizzare qualsiasi tipo di prodotto o apparire in qualsiasi trasmissione televisiva.
Oltre ad avere un numero di talenti di gran lunga superiore a tutte le altre agenzie nel settore, la Johnny and Associates ha anche un monopolio per quanto riguarda la produzione di contenuti dei giovani che rappresenta. Possiede infatti le proprie divisioni di registrazione, produzione musicale e cinematografica, distribuzione, merchandising e pubblicità, ed esercita un controllo totale sugli affari dei propri assistiti, che fino a poco tempo fa potevano comunicare con i fan solo attraverso una piattaforma a pagamento chiamata Family Club e non potevano avere dei profili sui social media. L’influenza di Kitagawa sulla cultura giapponese è stata tale che quando morì a 87 anni nel 2019 i suoi funerali furono un evento nazionale, e l’allora primo ministro Shinzo Abe fece le sue condoglianze.
Il settimanale Shūkan Bunshun aveva provato a scrivere delle accuse nei confronti di Kitagawa già nel 1999 attraverso una serie articoli che avevano attirato una causa per diffamazione contro la testata. Il processo che ne era seguito aveva provato però che le storie raccontate erano vere, ma non ne era scaturita alcuna conseguenza penale e la portata degli abusi condotti da Kitagawa era rimasta sconosciuta (o poco chiara) al grande pubblico fino alla diffusione del documentario della BBC a marzo del 2023.
Il documentario Predator: The secret scandal of J-pop racconta di come gli abusi di Kitagawa sarebbero cominciati già negli anni Cinquanta, aumentando però dopo la fondazione della Johnny and Associates e proseguendo fino a dopo il 2010. Dopo la pubblicazione del documentario erano uscite nuove testimonianze, alle quali l’agenzia aveva risposto a maggio con un video in cui Julie Fujishima diceva di prendere molto sul serio queste accuse, ma aggiungeva di non essere a conoscenza delle azioni di suo zio.
Il video non era stato ben accolto dall’opinione pubblica, che non aveva creduto a Fujishima (che lavorava per la Johnny and Associates già nel 1999) e aveva fatto pressioni perché fosse aperta un’indagine indipendente sulla faccenda. La settimana scorsa i risultati dell’indagine, commissionata dalla stessa Johnny and Associates e condotta dall’ex procuratore generale Makoto Hayashi, hanno confermato ciò che era stato sostenuto dalla BBC. Hayashi e il suo team hanno intervistato 41 persone, fra cui 23 vittime e altri dipendenti dell’agenzia, e hanno concluso non solo che le accuse erano fondate, ma anche che Fujishima e altre personalità al vertice dell’agenzia fossero a conoscenza degli abusi da molto tempo e non avessero fatto niente.
Secondo l’indagine, Kitagawa ha sfruttato per decenni la sua posizione di presidente dell’agenzia per abusare sessualmente di decine di ragazzi che avevano al tempo anche solo 12 anni. Kitagawa aveva un esteso controllo sui suoi assistiti, chiamati comunemente anche dai fan “Johnny’s”, e in particolare su quelli che non avevano avuto un debutto pubblico, ma erano ancora nella fase di formazione (i cosiddetti Junior), che poteva durare anche anni.
I Junior dormivano regolarmente a gruppi nell’appartamento di Kitagawa, che era soprannominato “il dormitorio”, e alcuni di loro subivano violenze durante la notte. Il cantante Kauan Okamoto, che ha raccontato della sua esperienza dopo l’uscita del documentario della BBC, ha detto di essere stato abusato più volte da Kitagawa dall’età di 15 anni e di aver assistito a violenze perpetrate nei confronti di suoi coetanei, fino a quando non aveva lasciato l’agenzia quattro anni dopo. In un’occasione, sostiene Okamoto, Kitagawa aveva praticato su di lui del sesso orale e poi gli aveva dato del denaro il giorno successivo. Un’altra vittima ha raccontato alla BBC un’esperienza simile in cui Kitagawa l’aveva prima lavato e l’aveva trattato «come una bambola», ma altri ragazzi già al tempo dell’inchiesta di Shūkan Bunshun avevano detto di essere stati costretti ad avere con Kitagawa dei rapporti sessuali completi.
Tutte le vittime hanno detto di non aver denunciato gli abusi perché Kitagawa aveva fatto capire loro che parlarne avrebbe danneggiato le loro carriere. In molti sostengono che all’interno dell’agenzia tutti sapessero cosa stesse succedendo, poiché giravano molte voci su come Kitagawa trattasse «i suoi preferiti», e su come rifiutare le sue richieste significasse compromettere la possibilità di una carriera nel mondo dello spettacolo. Noriyuki Higashiyama, celebre personalità televisiva che ha preso il posto di Julie Fujishima come presidente della Johnny and Associates, ha detto di non essere mai stato molestato da Kitagawa, che lo scritturò alla fine degli anni Settanta quando aveva 13 anni, ma di essere a conoscenza delle voci da tempo.
In più, come spiega il giornalista Soichiro Matsutani, i media e specialmente i canali televisivi giapponesi non si sono mai occupati veramente del caso per paura che Kitagawa togliesse loro la possibilità di lavorare con gli scritturati della sua agenzia, dei quali avevano bisogno per attrarre un’audience più giovane in anni in cui gli ascolti stavano calando. Nel documentario della BBC il giornalista Mobeen Azhar racconta di aver contattato la polizia, giornalisti del settore dell’intrattenimento, quotidiani ed emittenti televisive private e persino statali, ma che nessuno, una volta fatto il nome di Kitagawa, aveva accettato di parlare con lui. L’influenza della Johnny and Associates sui media è tale che nel 2019 la Kōsei Torihiki Iinkai, un organo dipendente dal governo giapponese responsabile della regolamentazione della concorrenza, aveva emesso un avvertimento nei confronti dell’agenzia per aver esercitato pressioni sulle emittenti televisive affinché non invitassero più nei loro programmi gli artisti che avevano lasciato l’agenzia. La Johnny and Associates aveva negato le accuse.
Al momento, anche se non è più presidente, Julie Fujishima rimane la sola proprietaria dell’azienda e ha detto che rimarrà tale fino a quando tutte le vittime non avranno ricevuto un risarcimento per quello che è accaduto loro. Durante la conferenza stampa, alcuni giornalisti hanno chiesto a Higashiyama come rispondesse alle accuse di molestie rivolte anche nei suoi confronti e lui, che ora ha 56 anni, ha risposto di non ricordarsi se avesse avuto comportamenti inappropriati con altri scritturati dell’agenzia quando era giovane.
Entrambi hanno inoltre fatto sapere che per ora non cambieranno il nome dell’agenzia, ma che sono coscienti che il pubblico lo desidera. Junya Hiramoto, presidente dell’Associazione delle vittime di violenza sessuale di Kitagawa, ha detto che le scuse di Fujishima gli sono sembrate credibili e alcuni membri dell’associazione hanno detto che questo riconoscimento li ha aiutati nell’elaborazione del trauma, ma che deve essere considerato solo un punto d’inizio.