In Belgio da settimane si parla del “pipì-gate”
Tre amici del ministro della Giustizia Vincent Van Quickenborne durante una festa a casa sua hanno urinato sulle auto della polizia: si discute sul suo coinvolgimento
I giornali e le televisioni del Belgio da ormai tre settimane si occupano con costanza e molte attenzioni di un caso nato durante la festa per il 50° compleanno del ministro della Giustizia Vincent Van Quickenborne. In quell’occasione tre degli invitati alla festa in casa del ministro sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza mentre urinavano sulle auto della polizia di scorta a Van Quickenborne.
Lo scandalo che è seguito alla rivelazione di quelle immagini è stato chiamato dalla stampa “pipì-gate” e ha portato i sindacati di polizia e le opposizioni a chiedere le dimissioni del ministro. Van Quickenborne giovedì ha risposto alle domande sulla questione davanti al comitato disciplinare del parlamento belga: da settimane si discute se il ministro fosse consapevole di quanto successo. Van Quickenborne ha inizialmente negato di essere a conoscenza dell’accaduto, ma poi alcuni video delle telecamere di sicurezza sembravano riprenderlo mentre rideva e mimava il gesto. Il ministro ha allora presentato un altro video, in cui invece sembra salutare un amico e fare effettivamente un gesto, ma non quello di urinare. Ai giornalisti ha detto: «Non ricordo bene, ma probabilmente stavo facendo finta di suonare la chitarra».
Van Quickenborne è considerato uno degli esponenti del governo più vicini al primo ministro Alexander De Croo. Come quest’ultimo fa parte del partito dei Liberali e Democratici Fiamminghi Aperti e fino a oggi era particolarmente noto perché circa un anno fa era stato sventato un piano per rapirlo: erano stati arrestati quattro uomini, probabilmente legati alla criminalità organizzata. Da allora Van Quickenborne e la sua famiglia sono sotto protezione: il ministro è sempre accompagnato da una scorta armata, e i veicoli della polizia che lo proteggono sono proprio quelli su cui i suoi tre amici, ubriachi, hanno urinato.
Van Quickenborne ha compiuto 50 anni il 1° agosto, il 14 ha organizzato una festa nella sua casa di Kortrijk (città di cui è stato anche sindaco) per una dozzina di amici, fra cui anche il primo ministro De Croo. In tarda serata tre dei suoi amici sono usciti dalla casa e in tre differenti momenti hanno urinato sulle auto della polizia, ripresi dalle telecamere di sorveglianza che vengono utilizzate nel programma di protezione.
Alcuni giorni dopo, quando il caso è diventato di dominio pubblico, il ministro si è scusato con la polizia, ha condannato il gesto e ha detto che non era a conoscenza di quanto successo. In seguito alcuni tabloid e televisioni belghe sono venute in possesso di un ulteriore filmato, di qualche ora dopo (le 4 di mattina), in cui Van Quickenborne sembra mimare ridendo lo stesso gesto. Questa nuova rivelazione ha reso la sua posizione più complessa, perché sembrava confermare che fosse a conoscenza di quanto accaduto e ne fosse divertito. Il ministro ha negato con forza questa interpretazione e ha quindi fornito un altro video, da un’altra angolazione, in cui la natura del gesto sembra meno chiara, tanto da poter essere interpretata anche come una mossa di “air-guitar”: secondo Van Quickenborne l’amico che stava salutando era un chitarrista.
Il tenore dello scandalo è piuttosto imbarazzante e surreale, soprattutto perché sta occupando la discussione pubblica da oltre tre settimane. Il “pipì-gate” rischia di compromettere seriamente l’immagine pubblica di Van Quickenborne e potrebbe anche avere strascichi legali: la procura belga ha annunciato di avere aperto delle indagini sull’accaduto. La deputata dell’opposizione Yngvild Ingels, del partito Nuova Alleanza Fiamminga, durante l’audizione in parlamento ha detto al ministro: «Lei ha dato tutta una nuova dimensione alle barzellette sui belgi». Soprattutto in Francia i belgi sono spesso protagonisti delle barzellette, come succede in Italia per i carabinieri.
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