Un ricercatore americano è rimasto bloccato in una grotta in Turchia, e per estrarlo potrebbero volerci settimane
Un ricercatore americano, Mark Dickey, stava esplorando una grotta nel sud est della Turchia quando, a una profondità di oltre mille metri, si è sentito male. Dickey ha avuto un’emorragia gastrointestinale, e non è in grado di uscire dalla grotta. Fuori dalla grotta si stanno radunando numerosi soccorritori che stanno cercando di riportarlo in superficie: l’operazione, che include più di 170 persone, potrebbe richiedere fino a due o tre settimane, secondo Yusuf Ogrenecek, un membro della Federazione speleologica turca sentito da Associated Press.
Dickey è uno speleologo esperto e a sua volta un soccorritore. Ha iniziato a sentirsi male il 2 settembre, e da allora è bloccato nella grotta. Secondo Ogrenecek le sue condizioni sono in miglioramento e lui sarebbe “di buon umore”. I medici stanno valutando se farlo uscire dalla grotta con una barella o se potrà farcela con le sue forze. Ciononostante l’operazione richiederà comunque notevoli sforzi: diversi passaggi dovranno essere allargati per permettere il suo passaggio, e si sta lavorando sul rischio di caduta delle rocce.
All’operazione partecipa un team internazionale, di cui fanno parte i servizi di soccorso speleologico di Italia, Ungheria, Bulgaria, Croazia e Polonia. Gli ungheresi sono stati i primi ad arrivare, e hanno già fatto a Dickey una trasfusione di sangue. La grotta è stata divisa in varie sezioni e ogni paese si occuperà di una di esse. Si spera che l’estrazione di Dickey possa iniziare per sabato o domenica: proprio perché saranno necessari diversi giorni, si stanno preparando più punti di sosta. Le difficoltà principali, oltre alla grande profondità della grotta, riguardano le condizioni di salute del ricercatore e la creazione di sistemi di illuminazione e comunicazione per assistere i soccorritori.