Venezia ci riprova con il biglietto per i turisti giornalieri
Dovrebbe costare 5 euro ed entrare in vigore per 30 giorni nel 2024, con varie eccezioni
Martedì la giunta del comune di Venezia, presieduta dal sindaco Luigi Brugnaro del partito di centrodestra Coraggio Italia, ha approvato l’introduzione di un “contributo d’accesso” di 5 euro per tutti i turisti che intendono visitare il centro storico della città in giornata, senza quindi pernottare nelle sue strutture ricettive. Il comune intende avviare una prima sperimentazione nel 2024 per un periodo complessivo di 30 giorni, da distribuire nei ponti primaverili e nei fine settimana estivi. Il calendario ufficiale non è ancora stato definito, ma dovrebbe essere pubblicato nelle prossime settimane.
In un comunicato il comune ha scritto che il ticket sarà acquistabile tramite una piattaforma «multilingua e multicanale», ossia utilizzabile su diversi dispositivi, che sarà resa disponibile nei prossimi mesi. Non tutti i visitatori giornalieri dovranno pagare: saranno esclusi per esempio i ragazzi e le ragazze con meno di 14 anni, i residenti nel comune di Venezia, chi entra per lavoro o per studio. Saranno esentati anche i residenti in Veneto (che però dovranno comunque prenotarsi sul portale), chi deve usufruire di cure mediche, chi partecipa a competizioni sportive e i parenti dei residenti fino al terzo grado, ad esempio una zia.
Il provvedimento approvato dalla giunta dovrà ora passare all’esame delle commissioni competenti, e dovrebbe essere discusso e approvato definitivamente dal consiglio comunale il prossimo 12 settembre.
Nelle intenzioni del comune il contributo dovrebbe servire a «disincentivare il turismo giornaliero in alcuni periodi, in linea con la delicatezza e l’unicità della città». Da tempo infatti Venezia sta faticando a gestire l’arrivo di un numero sempre maggiore di turisti, che spesso visitano i punti principali della città rapidamente e quindi usufruiscono dei servizi pubblici (come i bagni, i cestini e i trasporti) ma non pagano la tassa di soggiorno, obbligatoria invece per chi alloggia nelle strutture ricettive della città. L’arrivo di gruppi molto numerosi di visitatori crea disagi ai residenti e contribuisce a far salire il prezzo dei servizi e soprattutto degli immobili, dato che i proprietari preferiscono affittare gli appartamenti ai turisti piuttosto che attivare contratti a lungo termine, meno redditizi.
Il comune non guadagnerà grazie all’introduzione del contributo, dato che secondo l’assessore al Turismo, Simone Venturini, gli incassi previsti saranno sufficienti solo per coprire i costi del sistema. L’obiettivo, invece, è proprio quello di «garantire ai residenti una qualità della vita migliore» e rendere più piacevole anche l’esperienza dei turisti che passano almeno una notte nella città, e quindi possono visitarla con più calma.
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Non è la prima volta che a Venezia si prova a introdurre un contributo d’accesso per i turisti. Già a luglio del 2022 la giunta aveva annunciato che un meccanismo molto simile, con un biglietto dai 3 ai 10 euro, sarebbe entrato in vigore a partire dal 16 gennaio del 2023. A novembre del 2022 però l’attivazione del contributo era stata rimandata all’estate.
L’idea si era rivelata più complicata del previsto, e negli anni erano emersi vari ostacoli tecnici, giuridici e politici. Per esempio l’anno scorso l’autorità garante per la privacy avvertì sul rischio di «raccolta massiva di dati personali», soprattutto per quanto riguarda il meccanismo di esenzione che potrebbe diffondere informazioni dettagliate sulle abitudini, sugli spostamenti e in generale sui comportamenti delle persone oltre che sul loro stato di salute, nel caso in cui chiedano di entrare a Venezia per andare in ospedale. Si presentarono anche difficoltà pratiche, come la necessità di promuovere una campagna di informazione a livello mondiale per informare i turisti delle nuove regole e di fare accordi con gli alberghi, le piattaforme e le società dei trasporti.
Anche adesso le modalità con cui è stato introdotto il contributo sono state criticate da alcuni esponenti dell’opposizione in consiglio comunale. Secondo alcuni consiglieri il costo di 5 euro è troppo basso per scoraggiare l’arrivo dei turisti e non riuscirà quindi a migliorare la gestione dei flussi: «L’idea che facendo pagare 5 euro in pochi giorni l’anno si possa salvare la città dal sovraffollamento turistico è l’emblema di una giunta che non ha idee», ha detto Monica Sambo, del Partito Democratico al Corriere del Veneto. Giovanni Andrea Martini, capogruppo della lista civica di centrosinistra Tutta la Città Insieme, ha definito il contributo «un pasticcio», perché «Venezia non è un museo cui si accede pagando un biglietto».