L’Iran tiene in carcere da più di un anno un diplomatico dell’Unione Europea
Si chiama Johan Floderus, è svedese e ha 33 anni: la notizia è emersa solo oggi
Dall’aprile del 2022 l’Iran tiene in un carcere di Teheran, la capitale del paese, un diplomatico svedese di 33 anni che lavora per l’Unione Europea. La notizia è emersa lunedì, un anno e mezzo dopo il suo arresto, grazie a un articolo del New York Times. L’uomo si chiama Johan Floderus, ha 33 anni, e lavora per le istituzioni europee almeno dal 2019. Secondo il New York Times è stato arrestato con accuse di spionaggio, ritenute false dalle persone che conoscono Floderus e il suo lavoro.
Proprio il lavoro di Floderus, però, rende il suo arresto una questione particolarmente delicata. Il diritto internazionale garantisce a funzionari e diplomatici di paesi stranieri estese tutele legali. È molto raro, anche per un regime autoritario come quello iraniano, compiere operazioni del genere, che rischiano di compromettere i rapporti diplomatici e deteriorare la propria immagine pubblica.
L’arresto di Floderus non è stato confermato direttamente né dal governo svedese né dalla Commissione Europea, l’istituzione dell’Unione Europea che ne determina la politica estera. Diversi quotidiani occidentali però danno per certa la notizia, e gli stessi familiari di Floderus l’hanno confermata al quotidiano svedese Dagens Nyheter. Il governo svedese si è limitato a confermare l’arresto di una persona svedese di circa 30 anni avvenuto nell’aprile del 2022 in Iran, senza confermare il nome di Floderus. Anche un portavoce della Commissione Europea ha parlato della vicenda in questi termini, senza confermare se Floderus sia o meno un funzionario europeo (fatto su cui però non sembrano esserci molti dubbi).
La dinamica dell’arresto di Floderus non è ancora chiarissima. Il New York Times scrive che nell’aprile del 2022 si trovava in vacanza in Iran con alcuni amici, e che fu arrestato all’aeroporto di Teheran poco prima di salire sul volo di ritorno. Da allora, sempre secondo il New York Times, Floderus si trova nella prigione di Evin, a Teheran, nota per essere la struttura in cui vengono detenuti oppositori politici, giornalisti e stranieri. È la stessa prigione dove l’anno scorso è stata detenuta per alcune settimane Alessia Piperno, la blogger di viaggi italiana arrestata nel settembre del 2022 per motivi mai chiariti ufficialmente, e poi liberata nel novembre dello stesso anno.
Finora la notizia dell’arresto di Floderus non era ancora trapelata sui giornali occidentali ed europei. A giugno però era emersa, anche se in maniera parziale, durante un evento pubblico a Bruxelles, la sede della stragrande maggioranza delle istituzioni europee. Sempre il New York Times scrive che il cooperante belga Olivier Vandecasteele, liberato a maggio dopo un anno e mezzo di carcere in Iran grazie a uno scambio di prigionieri fra Belgio e Iran, in un concerto in suo onore a Bruxelles aveva parlato di un detenuto svedese con cui condivideva la cella nella prigione di Evin.
Di Floderus non aveva parlato pubblicamente nemmeno una pagina Twitter molto attiva che dice di rappresentare le famiglie di europei arrestati e detenuti in Iran, @EU_Hostages. Dopo la diffusione della notizia, la pagina ha iniziato a occuparsi anche di Floderus.
Swedish #EU official Johan Floderus has been unjustly held in #Iran for more than 500days & @eu_eeas kept this under wraps.
The EU can only fight #HostageDiplomacy together. Now more than ever,a strong unified approach is needed to counter the #IranianRegime’s terror. @SwedishPM pic.twitter.com/TTf0QyHoHj
— EU Hostages Family Alliance (@EU_Hostages) September 4, 2023
Abbiamo qualche certezza in più sul lavoro di Floderus. Nel 2019 fu assunto dalla Commissione Europea per lavorare come collaboratore della commissaria europea agli Affari interni, la svedese Ylva Johansson. Due anni dopo Floderus era entrato nel Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), il corpo diplomatico dell’Unione Europea. A un certo punto la foto di Floderus era anche stata utilizzata in un annuncio pubblicato sulla pagina Facebook di un’agenzia governativa svedese che spingeva i giovani laureati svedesi a cercare lavoro nelle istituzioni europee. Nell’archivio ufficiale dei dipendenti dell’Unione Europea è compreso un certo J. Floderus, che fa parte del gruppo di lavoro del SEAE che si occupa di Afghanistan.
Il New York Times scrive che Floderus era stato diverse volte in Iran nelle sue funzioni di diplomatico, prima di essere arrestato nell’aprile del 2022, senza però aggiungere ulteriori dettagli sulle sue attuali mansioni. Sei persone contattate dal New York Times che erano a conoscenza del caso prima della pubblicazione dell’articolo negano che Floderus fosse una spia.
Il Wall Street Journal, citando alcuni funzionari europei che hanno preferito rimanere anonimi, scrive che al momento potrebbero essere detenuti nelle carceri iraniane almeno 30 cittadini dell’Unione Europea. In diversi momenti della sua storia il regime iraniano ha arrestato e detenuto persone europee o statunitensi per fare pressioni sui loro governi, a partire dalla cosiddetta “crisi degli ostaggi” del 1979 fra Iran e Stati Uniti, quando più di 50 dipendenti dell’ambasciata statunitense in Iran furono arrestati durante una protesta di massa. La maggior parte di loro fu liberata soltanto un anno e mezzo dopo.
Il New York Times fa notare che l’arresto di Floderus è avvenuto due mesi prima della condanna in Svezia di Hamid Noury, ex funzionario iraniano accusato di crimini di guerra per aver partecipato all’esecuzione di centinaia di prigionieri politici in Iran nel 1988. Noury è stato processato in base al principio della giurisdizione universale, e condannato nel luglio del 2022 all’ergastolo. Nei mesi precedenti alla condanna l’Iran aveva avviato una campagna di pressione nei confronti della Svezia per cercare di ottenere un trattamento migliore nei confronti di Noury, che però fu condannato lo stesso.
Non è chiaro a che punto siano i tentativi di liberare Floderus. In una dichiarazione inviata al quotidiano svedese Expressen, la sua famiglia ha scritto che «molte persone stanno lavorando duramente per liberarlo», e si augurano che torni a casa «immediatamente».