È stata uccisa l’orsa Amarena
Un uomo ha sparato a una degli orsi marsicani più conosciuti del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, nota per avvicinarsi ai centri abitati
L’orsa Amarena, una dei più noti orsi marsicani del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è stata uccisa giovedì sera. Un uomo le ha sparato alla periferia di San Benedetto dei Marsi, un comune di quasi 4mila abitanti in provincia dell’Aquila, al di fuori del territorio del Parco. L’uomo è stato identificato dai guardiaparco e ora i carabinieri stanno indagando su quanto accaduto.
Amarena, il cui codice di identificazione era F17, era nota fin dal 2016 per avvicinarsi ai centri abitati dove era stata filmata in più occasioni. Sfruttava i paesi abruzzesi come fonte di cibo e come forma di protezione per i suoi piccoli, che sulle montagne sarebbero stati più esposti al rischio di essere uccisi da maschi adulti intenzionati ad accoppiarsi con lei: per questo aveva causato vari danni, sebbene non fosse mai stata coinvolta in comportamenti aggressivi verso le persone.
Era in sostanza una di quegli orsi che sono definiti «confidenti» e «problematici» nel gergo degli scienziati e degli enti che si occupano della gestione di questi animali. Gli orsi confidenti sono quelli che non hanno più l’innata diffidenza nei confronti degli esseri umani per aver sperimentato una serie di contatti senza conseguenze negative. Quelli problematici sono quelli che causano danni economici o si trovano spesso a interagire con le persone, tanto da richiedere interventi.
L’orsa Amarena era famosa anche per la sua prolificità. Nel 2020 aveva avuto e cresciuto quattro piccoli, un numero inusuale per le orse che normalmente partoriscono due o tre cuccioli. Uno dei piccoli di quella cucciolata, M20, era poi diventato a sua volta noto per comportamenti confidenti con il nome Juan Carrito: è morto all’inizio dell’anno dopo essere stato investito da una persona in automobile sulla strada statale 17, vicino a Castel di Sangro, sempre in provincia dell’Aquila. I comportamenti confidenti possono essere favoriti da vari fattori e probabilmente possono essere trasmessi dalla madre ai figli. In questo periodo Amarena aveva due cuccioli che dopo la sua uccisione il personale del Parco ha cercato di rintracciare.
Sulle proprie pagine sui social network il Parco ha definito l’uccisione dell’orsa «un fatto gravissimo» e ha scritto: «Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo».
Il Parco ha ribadito in molte occasioni, e in particolare ogni volta che Amarena veniva filmata da vicino, che per non far diventare un orso confidente ed eventualmente problematico bisogna evitare certi comportamenti. Tra le altre cose non bisogna dare del cibo agli orsi, non ci si dovrebbe avvicinare né a piedi né in auto per guardarli o fotografarli e in generale si dovrebbero rendere i cassonetti della spazzatura inaccessibili agli animali. Dovrebbero essere usate anche delle precauzioni da parte di agricoltori e allevatori, come la rimozione della frutta dagli alberi dei frutteti il prima possibile (Amarena era stata chiamata così per i frutti di cui spesso si alimentava) e l’installazione e l’uso di recinzioni elettrificate.
Attualmente nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise vive una sessantina di orsi bruni marsicani, che sono una sottospecie dell’orso bruno presente unicamente nell’Italia centrale. A differenza della popolazione degli orsi bruni del Trentino, che esiste grazie a un programma di ripopolamento, quella di orsi marsicani non si è mai estinta e oggi è protetta dal Parco e da altri enti.
– Ascolta anche: M49 – Una storia di orsi e persone, un podcast del Post sugli orsi in Trentino