Il parlamento del Guatemala non ha riconosciuto il partito del presidente eletto, e i deputati si sono dovuti registrare come indipendenti

Bernardo Arévalo (AP Photo/Moises Castillo)
Bernardo Arévalo (AP Photo/Moises Castillo)

Il Congresso del Guatemala, il parlamento del paese, si è rifiutato di riconoscere i parlamentari del Movimiento Semilla, il partito del presidente eletto Bernardo Arévalo, in seguito alla sospensione del partito da parte del Tribunale elettorale. I sette parlamentari del partito, fra cui Arévalo stesso, dovranno quindi registrarsi come indipendenti, e pertanto non potranno ricoprire la carica di presidente del Congresso o delle commissioni parlamentari. I parlamentari non dovranno comunque dimettersi, e al momento sembra che Arévalo possa entrare in carica come a gennaio come previsto.

La sospensione del partito era già stata chiesta a luglio dal giudice Fredy Orellana, ma la Corte suprema l’aveva bloccata temporaneamente ritenendo che un partito non potesse essere sospeso durante la campagna elettorale. Ora che le elezioni si sono concluse la richiesta di sospensione è stata nuovamente avanzata dal Tribunale elettorale supremo, e il procuratore anti corruzione Rafael Curruchiche ha esortato il parlamento a non riconoscere il Movimiento Semilla come partito. Sia Orellana sia Curruchiche sono considerati tra i maggiori responsabili della corruzione tra le istituzioni del Guatemala. I membri del Movimiento Semilla hanno presentato un ricorso al Tribunale elettorale supremo per bloccare il provvedimento.

Arévalo aveva vinto il ballottaggio del 20 agosto con più del 60 per cento dei voti, dopo un inaspettato successo al primo turno delle elezioni, a giugno. Arévalo è stato vice ministro degli Esteri e ambasciatore in Spagna, ed è il figlio del primo presidente eletto democraticamente del Guatemala, Juan José Arévalo, che governò dal 1945 al 1951. È stato il candidato a concentrarsi di più in campagna elettorale sulla lotta alla corruzione e tra le altre cose ha chiesto le dimissioni della procuratrice generale Consuelo Porras e ha promesso di riportare in Guatemala i circa 35 avvocati, procuratori e giudici che avevano lasciato il paese durante la presidenza del presidente uscente Alejandro Giammattei.