L’enorme furto subito da una delle più grandi aziende di rame al mondo
Ad Aurubis sono stati rubati materiali per un valore di diverse centinaia di milioni di euro: si sta indagando sia su fornitori che su dipendenti
Aurubis, fornitore globale di materiali metallici e una delle più grandi aziende che riciclano rame al mondo, sta indagando su un presunto grosso furto di rame compiuto al suo interno. I materiali rubati ammonterebbero a un valore complessivo di diverse centinaia di milioni di euro, e l’azienda sospetta che a compiere il furto sia stata una rete di persone che coinvolge sia fornitori esterni che dipendenti interni.
Aurubis ha sede ad Amburgo, in Germania, e ha filiali sia in Europa che negli Stati Uniti: il suo fatturato l’anno scorso era pari a 18,5 miliardi di euro. L’azienda si occupa soprattutto di fusione e riciclo del rame: non lo estrae direttamente, ma lo riceve da fornitori esterni, sia dalle miniere che sotto forma di rottami e materiali di vario tipo, come scarti di produzione, tubi, cavi e schede elettroniche. Ogni giorno l’azienda tratta migliaia di tonnellate di materiali attraverso un processo in cui il metallo viene fuso, sottoposto a ossidazione per eliminare le impurità e, dopo altri passaggi, ottenere rame puro.
L’indagine interna è stata avviata dopo la scoperta, durante il processo di produzione, che nelle riserve dell’azienda mancava del materiale: Angela Seidler, una dirigente di Aurubis, ha spiegato che secondo l’azienda alcuni fornitori avrebbero manipolato i dati relativi alle consegne, probabilmente dichiarando di aver consegnato più materiale di quello effettivo, e collaborato con alcuni dipendenti per coprire il conseguente ammanco. Il presunto furto potrebbe essere avvenuto tempo fa: Seidler ha spiegato che trascorre almeno un mese da quando il metallo è consegnato a quando viene effettivamente lavorato.
Il presunto furto ha sollevato vari dubbi sull’efficacia delle procedure di sicurezza di Aurubis, che già lo scorso giugno era finita al centro di una vicenda giudiziaria che aveva portato all’arresto di sei persone, sempre accusate di furto di materiali: in quel caso per un valore complessivo stimato di 20 milioni di euro (mentre questa volta l’azienda ha parlato di danni per centinaia di milioni di euro, ma non ne ha specificato l’entità precisa). Secondo l’azienda comunque il furto su cui è appena stata avviata l’indagine non sarebbe collegato a quello di giugno.
L’indagine dovrebbe concludersi entro la fine di settembre: nel frattempo l’azienda ha intensificato i propri controlli ai cancelli, da cui i camion escono ed entrano con i carichi di metallo. Il presunto furto ha già avuto ricadute sul valore delle azioni di Aurubis, che venerdì era calato del 18 per cento.
Il caso di Aurubis è l’ultimo di una serie di scandali che negli ultimi tempi hanno coinvolto l’industria metallurgica globale. Uno dei più recenti ha coinvolto l’azienda multinazionale di Singapore Trafigura, che commercia vari metalli, e che ha accusato un suo fornitore di frode con danni stimati intorno a 590 milioni di dollari (545 milioni di euro), per aver inviato carichi di minor valore rispetto a quello dichiarato. Altri casi di presunte frodi e furti hanno coinvolto aziende metallurgiche cinesi.