Il manga di maggior successo nella storia del Giappone

Da 26 anni “One Piece” attrae milioni di lettori e batte record su record, e ora è diventato una serie su Netflix che non sembra male

(Netflix)
(Netflix)

Dopo sei anni di attesa, giovedì è uscita su Netflix la prima stagione della serie live-action (cioè interpretata da attori in carne e ossa) che adatta la storia di One Piece, in assoluto il manga di maggior successo nella storia del Giappone, ma anche il fumetto che ha venduto di più in formato “comic book” (categoria che include tutti i volumi con un formato simile a quello dei libri, tra cui anche i graphic novel) nella storia, a livello mondiale.

Amatissimo anche in Italia grazie soprattutto all’anime (come si chiamano i cartoni animati giapponesi) andato in onda su Italia 1 con il nome di All’Arrembaggio! e poi con quello originale, One Piece nacque come manga a puntate nel 1997, quando il fumettista giapponese (mangaka, più precisamente) Eiichirō Oda cominciò a raccontare le avventure del pirata Monkey D. Rufy e della sua ciurma di bizzarri amici sulla rivista Shōnen Jump, una delle più popolari e note tra le molte che pubblicano settimanalmente manga in Giappone.

Da allora sono stati pubblicati più di mille capitoli del manga, circa 1.100 episodi dell’anime e vari film animati ambientati nello stesso universo: la storia non è ancora finita, anche se il finale è atteso tra il 2024 e il 2025. Nel frattempo al mondo di One Piece sono stati dedicati svariati videogiochi, un parco a tema, una catena di negozi e un gruppo di statue in Giappone. Secondo le ultime stime a livello mondiale sono state vendute più di 500 milioni di copie tra singoli fascicoli e volumi che ne raccolgono vari insieme. E quasi ogni settimana esce un nuovo capitolo del manga e un nuovo episodio dell’anime, che è fedele al testo originale limitandosi ad aggiungere alcune storie laterali (i cosiddetti filler).

Negli ultimi anni, One Piece ha battuto diversi altri record: tra il 2008 e il 2019 è stato sistematicamente il manga più venduto in Giappone ogni anno, e nel 2015 è entrato nel Guinness dei primati come serie a fumetti disegnata da un singolo autore con il maggior numero di copie pubblicate, all’epoca oltre 320 milioni. Nel 2021 l’edizione speciale del volume 98, pubblicata da Star Comics in occasione dell’uscita giapponese del volume 100, è stato il primo manga a raggiungere la prima posizione della classifica settimanale dei libri più venduti in Italia.

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La premessa di One Piece è piuttosto semplice. La storia è ambientata in un mondo dove la magia esiste, coperto quasi completamente da oceani e abitato sia da esseri umani che da altre specie senzienti tra cui vari animali antropomorfi. Un’organizzazione detta Governo mondiale detiene il controllo di gran parte delle terre emerse. Attraverso la Marina, il suo esercito, cerca di tenere a bada il dilagante problema della pirateria assegnando grosse taglie sui pirati che considera più pericolosi o più forti nel combattimento. I pirati, però, non sono tutti individui cattivi o malintenzionati: alcuni scelgono quel tipo di vita soltanto perché amano l’avventura e la libertà, o perché lo vedono come il modo migliore per realizzare i propri sogni.

Alcuni dei protagonisti di One Piece (Wikimedia Commons)

In questo contesto si muove Monkey D. Rufy, un ragazzino magro e slanciato che indossa sempre un caratteristico cappellino di paglia e che da piccolo ha acquisito il potere di allungarsi e deformarsi a piacimento come se fosse fatto di gomma, dopo aver mangiato un frutto magico detto “frutto del diavolo”. Il sogno di Rufy è quello di trovare il leggendario tesoro One Piece – tuttora non è stato spiegato in cosa consista – e diventare così il Re dei Pirati: per farlo mette insieme una ciurma di persone che comprende man mano vari personaggi, tra cui lo spadaccino Roronoa Zoro, la ladra e scaltra navigatrice Nami, la renna antropomorfa TonyTony Chopper, lo scheletro musicista Brook e l’uomo-pesce Jinbe. Insieme, questi e altri personaggi vivono numerose avventure, scoprendo isole incredibili, affrontando moltissimi nemici – tra mostri, membri della Marina e altri pirati – e diventando sempre più forti nei combattimenti.

La grande inventiva e originalità di Oda nel creare un mondo estremamente dettagliato, che continui a stupire il lettore anche dopo migliaia di pagine, è uno dei motivi principali per cui One Piece è tanto amato dai fan. «In un episodio l’equipaggio si troverà in un paese delle meraviglie invernale; nel successivo, su un’isola tropicale popolata da giganti. La serie è piena di dettagli sciocchi e colorati: Zoro brandisce una spada con la bocca, un temibile leader militare indossa un simpatico cappello a forma di bulldog e i personaggi non parlano con i telefoni, ma tramite speciali “lumache transponder” che possono inviare e ricevere messaggi», sintetizza Ana Diaz su Polygon. «Rufy stesso è uno spirito spensierato; vuole solo divorare deliziosi pasti e ha un senso dell’umorismo scurrile».

Nonostante la scrittura leggera e ironica, One Piece ha alcuni temi centrali molto profondi: Rufy e la sua ciurma sono spesso impegnati nella liberazione di individui o intere comunità dall’oppressione politica e militare di organizzazioni corrotte e autoritarie, e nel corso della storia si oppongono anche a situazioni di razzismo e schiavitù. I suoi personaggi affrontano traumi ed esperienze emotive anche molto pesanti. Eppure secondo i suoi fan One Piece riesce sempre a evitare di diventare pesante e retorico, soprattutto grazie a figure e situazioni assurde e talvolta ridicole – dal ragazzo che ha il potere di trasformarsi in una giacca, al plotone militare composto di sole anatre parlanti – e a personaggi principali scritti talmente bene da diventare famigliari.

Rufy, in particolare, è considerato l’anima della serie: «nonostante tutti gli ostacoli, sia emotivi che violenti, che deve affrontare, mantiene un’incrollabile fiducia, ispirando gli altri personaggi ad abbandonare le proprie remore e a unirsi a lui o a seguire il proprio speciale percorso. Ti incoraggia, in sostanza, a vivere la migliore vita possibile. A meno che tu non sia un cattivo che vuole fare del male alle persone: in tal caso, tende a picchiarti a sangue», ha riassunto Daniel Dockery su Vulture.

A tutto ciò si aggiunge il fatto che, al contrario di moltissimi altri manga e anime che partono molto bene ma smettono di essere avvincenti molto prima della fine della storia, One Piece mantiene l’attenzione dei propri lettori da ventisei anni, e continua anzi ad attirare quella di nuovi fan. «Certo, alcune avventure si trascinano più di altre, e ogni tanto ci sono dei personaggi che non sono grandiosi», scrive Diaz. «Ma Oda continua a esercitare con successo l’amore per l’arte del fumetto, ed è riuscito a mantenere lo spirito giocoso che One Piece ha avuto fin da subito. Dopo tutto questo tempo, non abbiamo perso l’interesse per il sogno di Rufy, e abbiamo l’impressione che sia lo stesso per Oda».

Negli anni attorno a One Piece si è sviluppato un fandom particolarmente affiatato: sul Daily Beast, Kirsten Carey ne parla come di una «setta amichevole» che si riconosce a vicenda in tutto il mondo. «È una storia così vasta che c’è qualcosa per tutti», scrive. «A differenza di molte serie degli anni Novanta, i personaggi femminili sono molto tosti, e il fandom di One Piece è composto quasi equamente da uomini e donne. Ho incontrato fan che avevano 4 anni e altri che ne avevano 70».

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Data la grande passione che molti nutrono nei confronti di questa storia c’era una certa preoccupazione nei confronti della possibilità che l’adattamento live-action di Netflix fosse deludente. Negli ultimi anni la piattaforma di streaming ha investito molto per attirare gli appassionati di anime e manga, ma i due principali live-action che ha prodotto finora, Death Note e Cowboy Bebop, sono considerati molto scarsi da chi amava gli originali. Chi ha già visto la prima stagione della serie Netflix su One Piece, però, ne parla molto meglio del previsto, sottolineando in particolare una scelta degli attori azzeccata ed effetti speciali che riescono a non sembrare ridicoli e fuori luogo, come spesso accade in casi simili.

Molti attribuiscono questo successo al fatto che il produttore esecutivo della serie è proprio Eiichirō Oda: Netflix ha annunciato pubblicamente in una nota che tutte le decisioni prese nella serie hanno avuto il suo beneplacito. In generale, tantissime delle persone coinvolte nel progetto sembrano essere fan della prima ora di One Piece.