Il nuovo commissario europeo che si occuperà di clima sta facendo discutere

A meno di sorprese dell'ultimo minuto sarà Wopke Hoekstra, un politico conservatore che non si è mai occupato di ambiente

(Thomas Peter-Pool/Getty Images)
(Thomas Peter-Pool/Getty Images)
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Martedì la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che proporrà il politico olandese Wopke Hoekstra come nuovo commissario per il clima in sostituzione del dimissionario Frans Timmermans, che intende candidarsi alle elezioni parlamentari che si terranno a novembre nei Paesi Bassi. Il nome di Hoekstra era stato proposto dal governo olandese uscente. L’appoggio della Commissione era un passaggio fondamentale: nelle prossime settimane la nomina di Hoekstra sarà discussa anche dal Parlamento Europeo, ma sembra difficile che possa saltare.

Intanto però sulla sua figura sono emerse diverse perplessità, ed esiste la possibilità che alla fine Hoekstra possa unirsi alla Commissione ma avere un’altra delega.

Hoekstra ha 47 anni, è il ministro degli Esteri uscente del governo olandese e nella sua lunga carriera politica è stato fra le altre cose vice primo ministro, ministro delle Finanze, nonché leader di Appello Cristiano Democratico, uno dei principali partiti di centrodestra nei Paesi Bassi. Finora però non si è mai occupato di clima o sostenibilità, cioè il settore in cui dovrà lavorare dalle prossime settimane fino alla fine della legislatura europea, prevista per l’estate del 2024.

Un certo scetticismo sulle sue competenze è stato sollevato sia dai parlamentari europei di centrosinistra sia dalle ong che si occupano di clima. Le iniziative climatiche dell’Unione Europea, la cui principale è il cosiddetto Green Deal, sono norme estremamente complesse che per essere comprese richiedono competenze molto varie fra politica, economia, scienza climatica, conoscenza delle normative europea e nazionali.

– Leggi anche: A che punto è il Green Deal europeo

Hoekstra inoltre non avrà moltissimo tempo per costruirsi una competenza: se il suo processo di approvazione filerà liscio verosimilmente sarà lui a rappresentare l’Unione Europea all’annuale Conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici, che si terrà fra novembre e dicembre negli Emirati Arabi Uniti. «Siamo nel mezzo di una emergenza climatica e abbiamo bisogno di un leader con una comprovata esperienza e solide credenziali per occuparsi di temi così cruciali», ha detto Chiara Martinelli, direttrice della nota ong ambientalista Climate Action Network (CAN).

La nomina di Hoekstra sta ponendo inoltre un problema politico. Timmermans faceva parte del Partito Socialista Europeo (PSE), il principale partito europeo di centrosinistra, e la sua figura era una garanzia delle ambizioni ambientaliste della Commissione per i partiti progressisti al Parlamento Europeo. Hoekstra invece fa parte del Partito Popolare Europeo, il principale partito europeo di centrodestra, che da qualche mese sta cercando di riposizionarsi come protettore degli interessi delle zone rurali europee e ha ostacolato esplicitamente l’attuazione di alcune norme del Green Deal.

Il governo uscente dei Paesi Bassi è sostenuto da una coalizione di centrodestra e la prassi della nomina dei commissari europei vuole che il governo nazionale indichi una figura proveniente dalla propria parte politica. Hoekstra però non è soltanto un politico di centrodestra, ma anche un politico con idee molto conservatrici in economia e alle spalle una carriera da manager in grosse multinazionali.

In uno dei suoi primi impieghi ha lavorato per Shell, una delle più grandi società petrolifere al mondo, e prima di entrare in politica ha passato molti anni alla società di consulenza McKinsey, nota fra le altre cose per collaborare con molte delle multinazionali che producono più emissioni inquinanti al mondo. Da ministro, poi, Hoekstra si è spesso opposto alle misure più ambiziose proposte dall’Unione Europea – su tutte il cosiddetto Recovery Fund – e durante la pandemia ha approvato un controverso piano di aiuti di stato per KLM, la compagnia di bandiera olandese, secondo alcuni critici senza mettere paletti sulle sue emissioni inquinanti.

«Un ex dipendente di Shell che ha dato miliardi a KLM senza chiedere un maggiore impegno sulla sostenibilità non dovrebbe ricevere un incarico così importante», ha scritto qualche giorno fa su Twitter il responsabile della divisione olandese di Greenpeace, Andy Palmen.

La Commissione ha provato a prevenire critiche e polemiche su Hoekstra precisando che la responsabilità sul Green Deal rimarrà in capo a Maroš Šefčovič, il vicepresidente della Commissione che dopo le dimissioni di Timmermans ne ha assorbito i compiti. Šefčovič fa parte del PSE, e nelle idee della Commissione questo dovrebbe rassicurare i partiti più progressisti e gli attivisti per l’ambiente.