Il colpo di stato in Gabon è diverso
Ci sono molti elementi che lo distinguono dal recente colpo di stato in Niger e dagli altri nella regione del Sahel: c'entra la Francia, tra le altre cose
L’esercito del Gabon, che questa settimana ha compiuto un colpo di stato contro il presidente Ali Bongo Ondimba, ha annunciato di aver nominato il generale Brice Oligui Nguema come nuovo leader di un governo di transizione per il paese. Poco prima i sostenitori di Nguema lo avevano festeggiato in strada, in una grossa manifestazione a favore dei golpisti. Il presidente Bongo, nel frattempo, ha pubblicato online un video in cui ha chiesto ai suoi «amici in tutto il mondo» di «fare rumore» per sostenerlo.
Il colpo di stato in Gabon è avvenuto a poco più di un mese da quello compiuto dalla giunta militare del Niger a fine luglio. In generale è l’ultimo di una lunga serie di colpi di stato avvenuti in Africa negli ultimi anni: dal 2020 sono stati rovesciati da militari i governi preesistenti di Burkina Faso, Mali, Guinea, Ciad e appunto Niger. Sono stati inoltre tentati dei colpi di stato in Sudan, Gambia e altri paesi. Il colpo di stato in Gabon, tuttavia, è piuttosto diverso da quello in Niger, e di riflesso dagli altri degli ultimi anni.
All’apparenza, in Gabon ci sono molti elementi di continuità con gli altri colpi di stato avvenuti finora in Africa, a partire dal fatto che anche il Gabon, come tutti gli altri paesi coinvolti, è un’ex colonia francese (diventata indipendente nel 1960) che ha mantenuto strettissimi legami con la Francia e che ospita un piccolo contingente di truppe francesi (circa 400 soldati).
Qui però cominciano le differenze. Anzitutto la posizione geografica: se i golpe si erano concentrati finora negli stati del Sahel (la fascia che si trova nella parte sud del deserto del Sahara), il Gabon si trova invece più di mille chilometri più a sud, in un’area geograficamente e culturalmente molto diversa.
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E sebbene il Sahel sia un’area enorme ed eccezionalmente complessa, i colpi di stato avvenuti nella zona hanno alcuni elementi in comune. Per esempio (e con molte semplificazioni), tutti i paesi sono stati colpiti negli ultimi anni da una violenta insurrezione di gruppi jihadisti, alcuni dei quali affiliati ad al Qaida e allo Stato Islamico. Per aiutare i governi locali a contrastare l’insurrezione, la Francia aveva inviato nel Sahel migliaia di soldati in lunghe e complicate missioni militari, che nel tempo avevano suscitato un forte sentimento antifrancese, soprattutto tra i ranghi dell’esercito.
In Gabon questi elementi non ci sono. Il paese non è interessato da insurrezioni jihadiste e il colpo di stato non sembra particolarmente motivato da sentimenti antifrancesi. Al momento i militari che hanno preso il potere in Gabon non sembrano interessati a cancellare gli accordi economici e di difesa stretti con la Francia, come avvenuto per esempio in Niger e in altri paesi del Sahel.
Dalle informazioni a disposizione, la causa del colpo di stato in Gabon sembra soprattutto la stanchezza nei confronti di Ali Bongo, che governa il paese in maniera dittatoriale dal 2009. Prima di lui il paese era stato governato da suo padre, il presidente Omar Bongo, che aveva preso il potere nel 1967: la famiglia Bongo governa il Gabon da 56 anni.
Ali Bongo, in particolare, aveva subìto un ictus nel 2018 ed era ritenuto da molti inadatto a governare il paese. Secondo le prime analisi, la sua insistenza a candidarsi per un terzo mandato alle elezioni dello scorso fine settimana è stata uno dei fattori che hanno provocato la rivolta dell’esercito: dopo che per l’ennesima volta Ali Bongo aveva dichiarato di aver vinto i due terzi dei voti in elezioni in tutta evidenza truccate, l’esercito è intervenuto. Questo non significa ovviamente che l’esercito del Gabon debba essere considerato una forza democratica, ma che il colpo di stato ha motivazioni soprattutto legate agli scontri di potere interni.
Anche per questo, la reazione della Francia è stata molto differente rispetto per esempio al recente colpo di stato in Niger.
Come ha raccontato Le Monde, mentre la Francia ha attaccato con durezza la giunta golpista del Niger, finora ha mantenuto una certa neutralità con il Gabon: ha chiesto un «ritorno all’ordine costituzionale» ma non ha chiesto, come era invece avvenuto in Niger, il ritorno al potere del presidente Ali Bongo. Ci sono alcune ovvie differenze: il presidente del Niger Mohamed Bazoum era stato democraticamente eletto, mentre Ali Bongo è un autocrate che aveva anche avuto alcuni scontri con la Francia. Tra le altre cose, una decina di anni fa era stato indagato dai procuratori francesi per corruzione: l’inchiesta era durata sette anni ed era stata archiviata nel 2017.
Al momento la Francia non ha annunciato la sospensione degli aiuti per la cooperazione e lo sviluppo in Gabon, come invece era successo in Niger subito dopo il colpo di stato.