L’Italia non sa dove far passare le merci verso Francia e Germania
Il ministero dei Trasporti sta cercando una soluzione ai trafori che chiudono e ai rallentamenti al passo del Brennero
Negli ultimi giorni si sono accumulati intoppi e problemi che stanno rallentando molto il passaggio delle merci italiane attraverso i valichi alpini. Alle difficoltà già note da tempo – i lavori previsti nel traforo del Monte Bianco e le limitazioni imposte dall’Austria al passaggio di camion nel passo del Brennero – ora se ne sono aggiunte di impreviste: lunedì mattina in seguito a una frana è stato chiuso al traffico dei mezzi pesanti il traforo del Frejus, al confine tra il Piemonte e la Savoia francese, tra i comuni di Bardonecchia e Modane.
La chiusura improvvisa del Frejus a camion e altri mezzi pesanti ha causato dall’inizio di questa settimana un traffico molto intenso sull’altro valico alpino tra Italia e Francia, quello del Monte Bianco, con code fino a tre ore per attraversarlo. Lunedì 28 agosto dal traforo sono passati più di 4mila camion, circa il doppio del solito. La situazione sembra già insostenibile sul breve periodo, ma il problema è che dal 4 settembre al 18 dicembre verrà chiuso al traffico il traforo del Monte Bianco, per lavori di manutenzione che peraltro continueranno nei prossimi anni.
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha fatto sapere che sta lavorando ad alcune soluzioni di emergenza, a partire dalla possibilità di «rivedere le tempistiche di chiusura» del traforo del Monte Bianco. Il ministero ha fatto capire che sulla questione è in corso un dialogo con la Francia e la società che gestisce il traforo. Al momento non è chiaro quando il Frejus riaprirà ai mezzi pesanti, anche perché si temono ulteriori frane causate dalle piogge. L’urgenza con cui si sta muovendo l’Italia, in ogni caso, lascia pensare che potrebbe riaprire dopo il 4 settembre.
Rimandare i lavori del traforo del Monte Bianco non è semplice, perché si prevede che vengano dilazionati in 18 anni, con chiusure annuali del traforo per 3 o 4 mesi all’anno. Un rinvio già prima dell’inizio significa accumulare ritardi fin da subito, con conseguenze a cascata sul resto delle manutenzioni ancora da fare.
Nel traforo del Monte Bianco non ci sono alternative ferroviarie, c’è solo il passaggio autostradale. L’Italia propone da tempo alla Francia di costruire una seconda galleria per facilitare il passaggio quando il traforo sarà chiuso, ma finora la Francia si è sempre detta contraria a realizzarla. Per il momento il ministero ha solo detto che il dialogo con la Francia servirà a «definire le modalità più idonee per i lavori di messa in sicurezza della galleria».
L’altro intoppo che il ministero sta cercando di risolvere sono le limitazioni al passo del Brennero, dove ci sono spesso code chilometriche. I camion che arrivano dall’Italia solitamente attraversano la regione austriaca del Tirolo senza fermarsi per arrivare in Germania, uno dei paesi europei con cui l’Italia ha più legami commerciali: l’Austria però sta imponendo limitazioni sempre più rigide per i camion che fanno questo tragitto, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento e trasferire il trasporto delle merci sui treni.
Da tempo l’Italia e la Germania chiedono alla Commissione Europea di intervenire per garantire la libera circolazione delle merci, ma l’Austria ha di recente confermato tutte le limitazioni. Ora il ministero delle Infrastrutture italiano ha fatto sapere che sta lavorando a un «ricorso in Corte di Giustizia contro i divieti unilaterali austriaci, a fronte dello stallo nel negoziato promosso dalla Commissione».
Sul tema però le istituzioni europee si trovano di fronte a un’evidente contraddizione, perché come ha fatto notare il governo austriaco il trasporto sui camion è fortemente contrario allo spirito del grande piano per la sostenibilità ambientale europeo, noto come Green Deal. L’Austria ha invitato i ministeri di Italia e Germania a pensare a soluzioni che coinvolgano il trasporto ferroviario.
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