Il governo francese pagherà i produttori di vino per togliere dal mercato quello in eccesso
Nell'ultimo anno ne è rimasto moltissimo invenduto, e i produttori faranno ricorso alla “distillazione di crisi”
Il ministero dell’Agricoltura francese ha stanziato 200 milioni di euro per compensare i produttori di vino delle zone di Bordeaux e Languedoc per la cosiddetta “distillazione di crisi”, ossia la trasformazione in alcol del vino rimasto invenduto. È una pratica a cui governi e produttori ricorrono in condizioni particolarmente serie e di emergenza, in cui c’è talmente tanto vino sul mercato da far scendere molto i prezzi al dettaglio, con conseguenti perdite per le aziende vinicole.
I fondi vengono da un programma di aiuti che aveva predisposto a giugno la Commissione europea, che aveva proprio previsto la possibilità di attivare la distillazione di crisi per contrastare il problema dell’eccesso di vino sul territorio europeo, una condizione di mercato che nell’ultimo anno ha colpito vari paesi membri, tra cui il Portogallo, la Spagna, la Germania, l’Italia e appunto la Francia.
Secondo le misure europee i produttori degli stati membri potranno richiedere di distillare le qualità più colpite dalla crisi fino al 15 ottobre 2023. La distillazione di crisi prevede la separazione dell’alcol puro dal vino, sfruttando il diverso punto di ebollizione delle sostanze che lo compongono. L’alcol così ottenuto è poi rivenduto in altri mercati (come quello dei disinfettanti, per esempio). Per ogni litro di vino distillato in alcol lo stato risarcisce una percentuale del prezzo di vendita che avrebbe avuto la bottiglia originale: si tratta comunque di una piccola quota, solitamente pari a qualche decina di centesimi al litro.
Questa pratica solitamente interessa le qualità di vino più dozzinali e ha due obiettivi: quello di liberare i magazzini dei produttori non attrezzati a tenere scorte così grandi, e quello di ritirare i litri di vino in eccesso dal mercato. In questo modo si rende l’offerta di vino più compatibile con la domanda, riducendo così la concorrenza e permettendo ai prezzi di tornare a livelli tali da garantire ai produttori congrui margini di guadagno.
Oltre alla distillazione di crisi il governo francese ha anche predisposto dei risarcimenti per i viticoltori che accettano di estirpare i vigneti per convertire la terra in bosco o lasciarla incolta, sempre allo scopo di ridurre la produzione. Finora hanno aderito circa un migliaio di viticoltori di Bordeaux, che hanno accettato di estirpare 9.200 ettari di vigneti, pari a circa l’8 per cento della superficie totale coltivata nella regione.
Secondo i dati della Commissione europea rispetto all’anno scorso le vendite di vino in Francia sono diminuite del 15 per cento, un calo che ha interessato soprattutto il settore dei vini economici, mentre sono rimaste sostanzialmente invariate quelle delle qualità più pregiate e dello champagne.
I motivi sono vari. L’inflazione e la perdita generale di potere d’acquisto da parte dei consumatori stanno avendo un impatto negativo sui consumi in generale e anche su quelli di vino, soprattutto su quelli da tavola con un prezzo più basso. A questo si aggiunge il fatto che i rivenditori all’ingrosso stanno comprando poco, perché stanno ancora smaltendo le grosse scorte accumulate negli anni della pandemia.
Questa difficile situazione di mercato si combina con un’ultima vendemmia molto ricca. Il risultato è che c’è tantissimo vino invenduto nelle cantine francesi: secondo le associazioni dei produttori di vino francesi il surplus di quest’anno sarebbe pari a 3 milioni di ettolitri, ossia il 7 per cento della produzione dell’anno scorso. Questa situazione sta causando molti problemi per i produttori di vino, soprattutto quelli più piccoli che non hanno le strutture e le risorse per tenere ferme grandi quantità di prodotto nelle cantine.
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