Gli ultimi giorni di Prigozhin
Prima della caduta del suo aereo il capo del gruppo Wagner era in Africa, per cercare di salvare i suoi interessi economici e militari
Nei giorni precedenti alla caduta del jet privato in cui viaggiava, Yevgeny Prigozhin era stato nella Repubblica Centrafricana e in Mali, dove aveva incontrato i leader politici e militari locali con l’obiettivo di mantenere attive le operazioni militari del gruppo Wagner in Africa.
Che Prigozhin si trovasse in Africa nei giorni precedenti alla sua morte è una delle poche cose confermate dalle autorità russe a proposito del contesto della caduta dell’aereo: ne ha parlato Vladimir Putin in persona. Il presidente russo, commentando giovedì la caduta dell’aereo di Prigozhin, ha detto: «Da quanto ne so, era tornato dall’Africa» mercoledì per partecipare ad alcune riunioni a Mosca: il giorno stesso, volando da Mosca a San Pietroburgo, il suo aereo era precipitato. Anche l’ultimo video di Prigozhin era stato girato in Africa: benché non sia datato, si ritiene che sia stato girato in Mali uno o due giorni prima della sua morte.
In un lungo articolo in cui ha raccolto informazioni in vari paesi africani, il Wall Street Journal ha ricostruito gli ultimi giorni in Africa di Prigozhin prima della caduta del suo aereo. Questa ricostruzione aiuta a comprendere cosa stesse facendo il capo del gruppo Wagner in quei giorni. Inoltre mostrano che, nei due mesi trascorsi tra la rivolta armata del gruppo Wagner a fine giugno e la caduta del suo aereo, Prigozhin ha tentato in ogni modo di mantenere attive le sue operazioni economiche e militari, e ha contrastato energicamente i tentativi dello stato russo di estrometterlo.
Secondo le ricostruzioni del Wall Street Journal, venerdì scorso (il 18 agosto) Prigozhin era atterrato a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, per incontrare Faustin-Archange Touadera, il presidente del paese. Il gruppo Wagner ha enormi interessi nella Repubblica Centrafricana, che assieme al Mali è il paese in cui la presenza dei mercenari di Prigozhin è più forte. Prima degli avvenimenti degli scorsi mesi si stimava che il gruppo Wagner avesse circa 1.800 uomini stanziati in Repubblica Centrafricana, che negli scorsi anni, tra le altre cose, hanno contribuito a reprimere una rivolta armata contro il governo.
Secondo vari studi il gruppo Wagner svolge attività in tredici diversi paesi africani, in alcuni casi di tipo militare, in altri solo commerciale: l’obiettivo è da un lato di ottenere vantaggi economici, per esempio tramite lo sfruttamento delle risorse locali, dall’altro creare nel continente una rete di governi vicini alle posizioni russe e in opposizione ai paesi occidentali. La compagnia di mercenari creata da Prigozhin di fatto agisce quasi come un soggetto politico, oltre che come supporto militare a vari regimi autoritari. I suoi membri, nel corso degli anni, sono stati accusati di crimini estremamente gravi in molti degli stati in cui hanno operato.
Mentre si trovava a Bangui, Prigozhin aveva anche incontrato una delegazione delle Rapid Support Forces (RSF), cioè il gruppo paramilitare impegnato da aprile in una guerra civile per il controllo del potere in Sudan. Negli ultimi mesi il gruppo Wagner ha armato e sostenuto le RSF, aiutando i paramilitari a ottenere alcune importanti vittorie sull’esercito regolare sudanese. Di recente li ha riforniti con missili terra-aria. Come pagamento la delegazione che ha incontrato Prigozhin gli ha portato, ha scritto il Wall Street Journal, delle casse piene di lingotti d’oro estratto dalle miniere della regione sudanese del Darfur.
Dopo la Repubblica Centrafricana, Prigozhin era volato a Bamako, la capitale del Mali: in questo caso però le informazioni su chi abbia incontrato sono meno dettagliate. Anche in Mali il gruppo Wagner ha una presenza estremamente forte: gli uomini di Prigozhin negli scorsi anni hanno fornito sostegno militare alla giunta militare al potere in Mali dopo due colpi di stato in meno di un anno (2020 e 2021), soprattutto nel contrasto dei gruppi jihadisti che operano nella regione del Sahel: qui si sono resi colpevoli, secondo osservatori internazionali e Nazioni Unite, di numerose violazioni dei diritti dell’uomo.
È in Mali che Prigozhin avrebbe registrato il suo ultimo video pubblico, diffuso su internet il giorno prima della caduta dell’aereo. Nel video Prigozhin diceva che lui e il gruppo Wagner stavano lavorando «per rendere la Russia più grande in ogni continente e l’Africa ancora più libera».
Il viaggio e il video di Prigozhin sono un esempio piuttosto chiaro di quale fosse stato il suo principale obiettivo politico negli scorsi mesi. Dopo la rivolta armata del gruppo Wagner a fine giugno, nel corso della quale Putin definì Prigozhin un traditore, lo stato e l’esercito della Russia avevano avviato un’ampia operazione per cercare di estromettere Prigozhin e il gruppo Wagner da tutte le attività economiche e militari più importanti. Negli scorsi due mesi le forze dell’ordine russe avevano fatto irruzione nella sede del gruppo Wagner a San Pietroburgo e lo stato russo aveva revocato tutti i lucrosi contratti pubblici che aveva stipulato con le aziende di Prigozhin.
Soprattutto, la Russia aveva cominciato un’ampia operazione per estromettere il gruppo Wagner in Africa. Negli stessi giorni in cui Prigozhin si trovava tra Repubblica Centrafricana e Mali, una delegazione russa era invece in Libia, per convincere il generale Khalifa Haftar ad abbandonare la sua collaborazione con Wagner e servirsi invece dell’esercito russo. A luglio Putin aveva ospitato a Mosca una riunione di leader africani, e aveva detto proprio al presidente centrafricano Faustin-Archange Touadera che doveva distanziarsi da Prigozhin se voleva mantenere un buon rapporto tra il suo paese e la Russia.
Per settimane, Prigozhin aveva tentato di contrastare i tentativi di estrometterlo, volando incessantemente tra l’Africa e il Medio Oriente. Con la sua morte è probabile che sarà più facile per la Russia subentrare al gruppo Wagner, o assimilarlo in qualche modo.