Da dove viene l’eccezionale successo di Nvidia
L'azienda di schede video ha puntato molto sull'intelligenza artificiale, e si è trovata nel posto giusto al momento giusto
Nell’ultimo anno Nvidia – la grande azienda statunitense che si occupa della progettazione di processori, schede grafiche per i computer e per i giochi, microchip – ha ottenuto risultati economici sorprendenti grazie alla decisione di concentrare gran parte dei suoi investimenti e dei suoi sforzi nel settore dell’intelligenza artificiale. Lo ha fatto prima della concorrenza ed è riuscita a ottenere un buon controllo del mercato, che ora sta dando ottimi risultati.
I conti nel secondo trimestre dell’anno mostrano margini di crescita davvero rapidi: il fatturato dell’azienda è stato pari a 13,5 miliardi di dollari, più alto dell’88 per cento rispetto ai tre mesi precedenti e del 101 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2022; i suoi utili (ossia il fatturato meno i costi) sono stati di 6,2 miliardi di dollari nel trimestre, più alti del 203 per cento rispetto ai tre mesi precedenti e dell’843 per cento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Nel giro di un anno il suo fatturato è raddoppiato e i suoi utili sono quasi decuplicati.
Gran parte di questo successo è dovuto al fatto che recentemente Nvidia ha ampliato notevolmente una divisione che sviluppa e produce i processori per l’intelligenza artificiale. Questa divisione un tempo era piuttosto secondaria, ma oggi è invece la principale fonte di guadagno dell’azienda, che cresce a ritmi eccezionali e molto sopra la media dell’andamento generale del settore tecnologico, che viene invece da due anni di crisi e stanchezza.
Nvidia è una società fondata in California nel 1993 e negli anni è diventata una tra le aziende più importanti nella progettazione e produzione di processori, ossia componenti di ogni dispositivo elettronico che ne coordinano comandi e operazioni: semplificando molto, sono in pratica il “cervello” di computer, smartphone, lavatrici, auto e in generale di quasi tutti i dispositivi elettronici. I processori di Nvidia sono tra i più diffusi e si trovano in moltissimi computer, per esempio.
L’azienda è anche tra le più importanti in termini di progettazione e produzione di schede video, ossia quelle componenti che trasformano le informazioni in immagini su schermo. Negli anni l’evoluzione della tecnologia dietro le schede video di Nvidia è stata a sua volta importantissima per lo sviluppo della computer grafica nel settore del gaming. Le schede video dell’azienda nei primi anni della diffusione delle criptovalute erano anche particolarmente indicate e funzionali per “minare” i bitcoin, tanto che era diventato difficilissimo reperirle per i loro usi tradizionali. Proprio per questo motivo, Nvidia ha recentemente inserito alcune limitazioni per evitare che fossero usate per le criptovalute.
Circa dieci anni fa l’azienda ha poi iniziato a investire nella ricerca e nello sviluppo di componenti legati all’intelligenza artificiale, mantenendo però il suo business principale nell’ambito dello sviluppo di processori e schede video. Questi investimenti hanno poi portato alla commercializzazione di un processore particolarmente potente e indicato per i software di intelligenza artificiale, che richiedono enormi capacità di calcolo ed elaborazione dei dati. A marzo 2022 il fondatore e amministratore delegato dell’azienda Jensen Huang ha annunciato l’introduzione dell’Nvidia H100 Tensor Core, che è stato proposto sul mercato al prezzo di 40mila dollari.
Al momento del lancio il prodotto è stato accolto senza grossi entusiasmi. E non perché non fosse riconosciuto il ruolo notevole di un prodotto di questo tipo nel mercato dell’intelligenza artificiale, ma perché lo scorso anno è stato particolarmente difficile per il settore tecnologico in generale: dopo il successo delle aziende tecnologiche negli anni della pandemia, gli investitori hanno iniziato destinare al settore sempre meno soldi a causa delle varie incertezze dell’economia, dalla guerra in Ucraina all’inflazione e al rialzo dei tassi di interesse. In questo contesto, il lancio di un prodotto così costoso era visto come un azzardo.
Poi però a novembre del 2022 l’azienda statunitense OpenAI ha presentato ChatGPT, un’intelligenza artificiale diversa da tutte le altre che riesce a simulare conversazioni umane con gli utenti e che ha avuto un successo mediatico enorme. Questo tipo di software richiede una potenza di elaborazione delle informazioni molto elevata per garantire conversazioni il più possibile vicine a quelle degli umani. Il prodotto perfetto è stato quindi il nuovo processore di Nvidia, che si è trovata ad avere il componente giusto al momento giusto.
Nel giro di poco il processore H100 Tensor Core è diventato richiestissimo e ha trasformato Nvidia da una di quelle aziende che avevano più risentito del momento di crisi del settore a una di quelle con una più alta valutazione di borsa. Rispetto ad agosto del 2022 il prezzo delle azioni di Nvidia è aumentato del 148 per cento e l’azienda è una delle poche al mondo ad avere una capitalizzazione complessiva di borsa (semplificando, quanto vale tutta l’azienda in borsa) di oltre 1.000 miliardi di dollari.
Il mercato per questo tipo di componenti è poi destinato a espandersi sempre di più, insieme all’interesse sempre più intenso verso l’intelligenza artificiale e i suoi prodotti.
Negli ultimi anni il settore è diventato più dinamico grazie appunto allo sviluppo di computer molto potenti, ma anche grazie alla disponibilità di enormi quantità di dati praticamente su qualsiasi cosa. E questo si deve soprattutto alla diffusione di Internet e ai miliardi di interazioni che effettuano ogni giorno le persone e i sistemi automatici in rete. Sulla base di questi grandi dati, una AI può imparare cose e migliorarsi in autonomia, con la possibilità di ottenere algoritmi per classificare e strutturare dati, produrre modelli predittivi e funzioni di vario tipo, da quelle per la guida autonoma delle automobili ai risultati all’interno di un motore di ricerca.
– Leggi anche: Bisogna capirsi su cosa sia “l’intelligenza artificiale”