Si vota in Gabon
Con un sistema di voto modificato all'ultimo momento che potrebbe favorire il presidente uscente, che si presenta per un terzo mandato
Oggi, sabato 26 agosto, ci sono le elezioni locali, legislative e presidenziali in Gabon (è la prima volta che si tengono tutte nello stesso giorno). L’attuale presidente Ali Bongo Ondimba, del Partito Democratico Gabonese (PDG), si presenta per un terzo mandato: il padre governò il paese per decenni, tanto che spesso i giornali si riferiscono al Gabon come a una “monarchia”. La principale coalizione di partiti all’opposizione, Alternance 2023, ha scelto solo una settimana fa di sostenere Albert Ondo Ossa come candidato unico alla presidenza, ma ci sono molti dubbi sulle sue possibilità di vittoria. Poco prima delle elezioni, infatti, il governo ha introdotto delle modifiche al sistema di voto che sembrano poter favorire l’attuale presidente e il suo partito.
Il Gabon è uno dei paesi più ricchi dell’Africa in termini di PIL pro capite. È un produttore di petrolio, è ricco di legname e manganese, ma secondo la Banca Mondiale un terzo della popolazione, complessivamente 2,4 milioni di persone, vive in condizioni di povertà.
Dal 1960, anno dell’indipendenza dalla Francia, il Gabon ha avuto solo tre presidenti: il più longevo, in termini di mandati, è stato Omar Bongo, che rimase al potere per quarantadue anni, governando fino agli anni Novanta in un sistema monopartitico. Durante il governo di Omar Bongo, il Gabon mantenne relazioni molto strette con la Francia, ricevendo appoggio, aiuto militare e politico in cambio di accordi commerciali favorevoli. I rapporti peggiorarono nel 2009, dopo le contestate elezioni che portarono al potere Ali Bongo Ondimba, figlio di Omar.
Ali Bongo Ondimba ha 64 anni; dopo essere stato eletto per la prima volta nel 2009 alla morte del padre, è stato rieletto nel 2016 con 5.500 voti di vantaggio su Jean Ping, un diplomatico che dal 2008 al 2012 era stato presidente della Commissione dell’Unione Africana e prima ancora dell’Assemblea generale dell’ONU. Le opposizioni considerarono il voto fortemente condizionato dai brogli. Vi furono proteste seguite da una violenta repressione.
Nei suoi primi anni da presidente Ali Bongo Ondimba aveva provato a prendere le distanze dalla reputazione del padre, noto per aver guidato un governo con altissimi tassi di corruzione e per aver sperperato le risorse naturali del Gabon, senza però riuscirci. La grandissima parte dell’economia del paese dipende dalla vendita del petrolio: l’80 per cento dei prodotti alimentari consumati viene importato.
Se ora Ali Bongo Ondimba venisse eletto per un terzo mandato e lo completasse, i suoi anni al potere arriverebbero a diciannove. Lo scorso febbraio, a pochi mesi dalle elezioni, la Costituzione del paese era stata modificata per ridurre il mandato presidenziale da sette a cinque anni e per introdurre la votazione a turno unico.
Inoltre il sistema adottato oggi è quello del voto unico: gli elettori e le elettrici dovranno votare per un candidato alle elezioni presidenziali e obbligatoriamente, sulla stessa scheda, anche per un candidato alle elezioni legislative dello stesso partito. Concretamente, ha spiegato il Centro elettorale gabonese (CGE), «chi vuole votare per un deputato del PDG alle elezioni legislative voterà sistematicamente per Ali Bongo Ondimba», candidato del PDG alle elezioni presidenziali. E viceversa.
Questa novità, che permette di «collegare i destini del presidente e di un deputato», è stata molto contestata dalle opposizioni che hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale del paese: il 14 agosto è stato respinto. Sostengono che questo sistema di voto sia una violazione della «separazione dei poteri» e della «libertà di scelta di molti elettori».
Albert Ondo Ossa, il principale candidato alla presidenza delle opposizioni (ce ne sono altri 17) è poi un indipendente, non rappresenta alcun partito e non avrà quindi sulla propria scheda elettorale alcun candidato per le elezioni legislative: questo obbligherà l’elettore e l’elettrice che sceglieranno di votare per lui alle presidenziali a rinunciare al voto per le legislative. L’opposizione ha dunque invitato la popolazione del Gabon a boicottare il voto per le legislative e a «dare priorità alle elezioni presidenziali per eludere la trappola tesa dal potere in carica». Ondo Ossa ha a sua volta promesso che, in caso di vittoria, scioglierà la nuova Assemblea Nazionale per indire subito nuove elezioni.
Albert Ondo Ossa ha 69 anni, è un professore di Economia, negli anni Duemila è stato più volte ministro e fa parte di Alternance 2023, una coalizione presentata a gennaio, formata da vari partiti e che inizialmente comprendeva sei candidati presidenti. Al suo interno le trattative per una candidatura comune e contro la dispersione dei voti si sono svolte con regolarità, ma solo lo scorso 18 agosto si sono concluse con la scelta, inaspettata, di Ondo Ossa. Ondo Ossa è considerato un outsider, non è molto conosciuto ed è stato preferito ad altri candidati presidenti dell’opposizione più popolari e appoggiati da partiti consolidati.
La scelta tardiva e faticosa di Alternance 2023 rischia di ostacolare le possibilità di una sua vittoria. Ali Bongo Ondimba è in campagna elettorale da tempo, ha significative risorse finanziarie a disposizione, ha promesso maggiori sussidi alle famiglie, tagli alle tasse scolastiche, libri scolastici gratuiti, 4mila nuovi lampioni nella capitale Libreville e una tangenziale intorno alla città: «Vinceremo, perché ho una visione di quello che dovrebbe essere il futuro del Gabon. Vi ho ascoltati e so quali sono le vostre priorità», ha detto durante un recente comizio.
La campagna di Albert Ondo Ossa si è concentrata sulla denuncia della dinastia Bongo al potere («il Gabon non è di proprietà dei Bongo»), sulla necessità di un cambiamento dal punto di vista politico ed economico, soprattutto per risolvere il problema della disoccupazione giovanile. Le opposizioni hanno poi accusato l’attuale presidente di non essere idoneo a governare, a seguito dell’ictus che l’aveva colpito nell’ottobre del 2018 e che l’aveva costretto a stare lontano dalla politica per molti mesi. La maggioranza al governo denuncia a sua volta una campagna elettorale dell’opposizione centrata essenzialmente sulla salute del presidente e «priva di un programma».