Molte persone date per disperse a Maui stanno bene
Dopo che le autorità hanno pubblicato i nomi delle persone non ancora trovate, molte si sono fatte avanti per dire che erano vive
Questa settimana le autorità di Maui, l’isola delle Hawaii che a metà agosto è stata parzialmente distrutta da enormi incendi in uno dei peggiori disastri naturali nella storia dello stato, ha pubblicato per la prima volta l’elenco dei nomi delle persone ancora considerate disperse: la lista contiene 388 nomi, in gran parte di abitanti della città di Lahaina, che è stata praticamente rasa al suolo dall’incendio.
Ma dopo la pubblicazione dei nomi, più di cento persone hanno contattato le autorità di Maui dicendo che si erano messe in salvo e stavano bene, e non c’era ragione di considerarle disperse. Era il risultato che le autorità speravano, che dimostra però quanto sia ancora complicato gestire la questione dei dispersi nei terribili incendi che hanno colpito l’isola.
Finora le persone ufficialmente morte a Maui sono 115. Ma la situazione dei soccorsi, a quasi 20 giorni di distanza dal primo incendio, mantiene ancora alcuni elementi di confusione, per due ragioni: anzitutto perché al momento dell’incendio le operazioni di sgombero di Lahaina e delle altre zone interessate sono state così caotiche che le persone coinvolte sono scappate un po’ come hanno potuto, senza che ci fosse un coordinamento centrale. In questo modo, nessuno è riuscito a contare in maniera efficace chi era riuscito a scappare e chi no. A un certo punto, il numero delle persone disperse era arrivato a 2mila, e ci sono volute settimane di ricerche complicate per farlo scendere a 388.
In secondo luogo, l’incendio è stato così violento che il ritrovamento e il riconoscimento dei cadaveri è stato praticamente impossibile. Molti corpi, ha scritto il New York Times, si sono ridotti in cenere e potrebbero non essere mai riconosciuti e nemmeno trovati. Attualmente delle 115 persone morte nell’incendio soltanto 46 sono state identificate.
Per questa ragione le autorità di Maui hanno deciso di rendere pubblica la lista dei nomi delle persone ritenute disperse, per cercare di capire chi si era messo in salvo e non l’aveva comunicato e chi invece era disperso per davvero. È la prima volta che succede: in precedenza le autorità avevano fornito dati sul numero dei dispersi, senza rivelarne l’identità.
Così, negli ultimi giorni, alcune decine di persone che nella confusione del giorno dell’incendio erano riuscite a scappare hanno trovato il proprio nome nella lista dei dispersi, e hanno comunicato alle autorità che stavano bene. Altre in realtà l’avevano già fatto. Per esempio Renee Vachow, una cittadina di Lahaina, ha detto al New York Times che aveva provato a contattare sia l’FBI sia la Croce Rossa per dire che era viva, ma il suo nome è comunque finito sulla lista. In altri casi sono stati amici e parenti a chiamare per dire che una persona presente nella lista stava bene e doveva essere depennata.
In questo modo le autorità di Maui sono riuscite a ritrovare più di 100 persone delle 388 ritenute disperse. Nei prossimi giorni la speranza è che altre persone si facciano avanti per dire che stanno bene, ma è praticamente certo che rimarranno comunque molti dispersi che forse non saranno mai trovati. A Maui ci sono ancora tantissime persone che dall’8 di agosto non hanno più avuto nessuna notizia dei loro amici e famigliari.