La quarta incriminazione di Trump si è svolta in prigione
L'ex presidente è stato messo in stato di fermo per aver tentato di sovvertire le elezioni in Georgia, ricevendo pochi trattamenti di favore
Giovedì l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è presentato al carcere della contea di Fulton, nello stato della Georgia, ed è stato messo in stato di fermo dopo essere stato incriminato dalla procura dello stato a metà agosto. L’accusa riguarda il tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 nello stato.
Quella nello stato della Georgia è la quarta incriminazione per Trump quest’anno, e la quarta volta che l’ex presidente viene messo in stato di fermo e poi rilasciato su cauzione. In Georgia, però, le cose sono andate diversamente dalle altre volte. Mentre nelle tre incriminazioni precedenti (a New York, in Florida e a Washington) Trump era sempre stato trattato con un certo riguardo, e per esempio l’udienza si era tenuta in un’aula di tribunale, i funzionari della Georgia hanno deciso di trattarlo come qualunque altra persona incriminata: Trump si è dovuto presentare in prigione, gli sono state prese le impronte digitali e gli è stata fatta una foto segnaletica, immediatamente pubblicata.
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In realtà anche nel caso di Trump ci sono state alcune eccezioni: l’ex presidente è arrivato nel carcere della contea su strade che erano state precedentemente sgomberate dalla polizia per evitare disordini, e ad attenderlo c’erano decine e decine di giornalisti. La sua presenza in carcere è durata in tutto una ventina di minuti, molto meno di qualunque altra persona incriminata, perché, ha scritto il New York Times, i suoi assistenti avevano già precompilato tutti i moduli che di solito servono in questi casi.
Secondo la sua scheda carceraria, che però sarebbe stata compilata dai suoi assistenti, Trump è alto un metro e novanta centimetri, pesa 97,5 chili, ha gli occhi azzurri e i capelli «biondo o biondo fragola» (un biondo con sfumature che tendono al rosso: Trump ha detto in alcune occasioni che i suoi capelli sono «strawberry blond», che si potrebbe tradurre anche come «biondo ramato»).
Trump è uscito dal carcere pagando una cauzione di 200 mila dollari. Parlando ai giornalisti poco prima di prendere il suo aereo per lasciare la Georgia ha detto: «Questa è una parodia della giustizia. Non abbiamo fatto niente di sbagliato. Non ho fatto niente di sbagliato».
Trump è accusato assieme ad altri 18 indagati di essere stato a capo di un’organizzazione criminale che aveva l’obiettivo di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 nello stato della Georgia. L’elemento più notevole dell’indagine in Georgia è che la procuratrice Fani T. Willis ha accusato Trump e gli altri indagati di violazione del Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act (RICO), una celebre legge nata negli anni Settanta per contrastare i gruppi mafiosi attivi all’epoca, e da allora utilizzata contro il crimine organizzato e le associazioni a delinquere.
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