In alcune circoscrizioni in Zimbabwe si voterà anche oggi per eleggere il presidente e rinnovare il parlamento
Il governo dello Zimbabwe ha deciso di prolungare di un giorno, anche se solo in alcune circoscrizioni, il voto per le elezioni presidenziali, per rinnovare il parlamento e centinaia di consigli comunali: le votazioni sono state mercoledì, ma ritardi fino a 10 ore nella consegna delle schede elettorali avevano impedito a molti cittadini di votare. Il voto è stato prolungato fino a giovedì, in 40 circoscrizioni delle tre province di Harare, Mashonaland Central e Manicaland. Non sono tutte quelle in cui ci sono stati ritardi delle consegne delle schede: la lista non include la provincia di Bulawayo, dove l’opposizione del governo attuale ha molto consenso.
La lista include però 11 circoscrizioni a Harare, la capitale, in cui è concentrato il più alto numero di elettori e in cui l’opposizione è molto forte: nella provincia di Mashonaland Central è invece molto forte il partito al governo, l’Unione Nazionale Africana di Zimbabwe – Fronte Patriottico (ZANU-PF), dell’attuale presidente Emmerson Mnangagwa, mentre in quella di Manicaland il risultato potrebbe essere più conteso.
La Repubblica dello Zimbabwe è un paese dell’Africa meridionale con circa 15 milioni di abitanti che dal 1980, anno in cui ottenne l’indipendenza dal Regno Unito, è sempre stato governato dallo stesso partito, lo ZANU-PF. Mnangagwa ha promesso elezioni «libere ed eque», ma ci sono grossi dubbi che stia andando così: la campagna elettorale si è svolta tra repressioni, divieti e arresti nei confronti dell’opposizione. Per il politologo zimbabwese Brian Kagoro, se la campagna elettorale non fosse stata così ostile quelle attuali sarebbero state «le elezioni più vincibili» per le opposizioni degli ultimi quindici anni.
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