Il governo non ci aveva davvero ripensato sulle ong
Negli ultimi mesi aveva chiesto il loro aiuto per i soccorsi, forse costretto dalla mole di arrivi, ora è tornato a un approccio più rigido
Negli ultimi giorni il governo di Giorgia Meloni ha sottoposto a fermo amministrativo tre navi utilizzate da diverse ong per soccorrere i migranti nel mar Mediterraneo: le imbarcazioni dovranno rimanere ferme in porto per 20 giorni, e le organizzazioni dovranno pagare una multa per aver agito in modo illecito durante le operazioni di soccorso. È una decisione opposta rispetto alla tendenza delle scorse settimane, durante le quali il governo aveva più volte chiesto aiuto alle ong per riuscire a soccorrere le molte persone che cercavano di raggiungere l’Europa via mare.
Nel 2023 le partenze dei migranti nel mar Mediterraneo sono aumentate rispetto agli ultimi anni: dall’1 gennaio al 23 agosto sono arrivati in Italia 105.909 migranti, più del doppio di quelli arrivati nello stesso periodo del 2022, e quasi il triplo rispetto al 2021. Tra giugno e agosto le ong avevano effettuato decine di operazioni di soccorso che in maniera un po’ inaspettata avevano chiesto le stesse autorità italiane, probabilmente costrette dalle circostanze e dalla mole degli arrivi. In quel periodo il governo aveva sì cambiato approccio, ma aveva anche negato una collaborazione sistematica: il 14 luglio il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, aveva detto che la collaborazione con le ong era stata «un caso», ma «non è e non sarà una regola».
E infatti negli ultimi giorni il governo italiano sembra essere tornato ad applicare in modo rigoroso le leggi con l’obiettivo di scoraggiare l’operato delle ong.
Il 21 agosto è stata fermata la nave Aurora, una piccola nave gestita dall’ong tedesca Sea Watch, simile a quelle utilizzate dalla Guardia costiera italiana. La nave aveva fatto sbarcare 72 persone al porto di Lampedusa, contravvenendo alle indicazioni del governo italiano che le aveva assegnato il porto di Trapani, sempre in Sicilia. Dopo aver comunicato l’impossibilità di raggiungere Trapani, le autorità italiane avevano detto all’Aurora di dirigersi in Tunisia, un paese non considerato sicuro e dove i diritti umani non sono rispettati: per questo la nave aveva deciso di andare comunque a Lampedusa, e lì aveva poi aspettato ore prima di poter effettivamente sbarcare le persone a bordo, alcune delle quali non erano in buone condizioni di salute anche a causa del caldo. La nave dovrà rimanere ferma nel porto di Lampedusa per 20 giorni, e pagare una multa tra i 2.500 e i 10mila euro.
Una situazione molto simile era già avvenuta a giugno, quando l’Aurora era stata sanzionata per aver fatto sbarcare 39 migranti a Lampedusa invece che a Trapani.
🔴 #Aurora è stata sequestrata dopo aver salvato e fatto sbarcare 72 persone a Lampedusa. Secondo le autorità dovevano sbarcare a Trapani, dove non potevano arrivare, o in Tunisia, dove non sono garantiti i diritti umani.
Il comunicato: https://t.co/JDFn6hY8Mx pic.twitter.com/uVSVx8nn1Y
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) August 21, 2023
La seconda imbarcazione sanzionata è la Open Arms, che a partire dal 23 agosto dovrà rimanere ferma nel porto di Carrara, in Toscana, per 20 giorni e pagare una multa fino a 10mila euro. La nave aveva fatto sbarcare 195 migranti, soccorsi con tre diversi interventi: un comportamento che viola il controverso codice di condotta per le ong approvato dal governo alla fine del 2022, a causa del quale fare più di un soccorso durante un’unica operazione in mare è diventato assai più complicato. In un comunicato Open Arms ha definito contraddittorio l’atteggiamento delle autorità italiane, ricordando che negli ultimi mesi le sue navi avevano effettuato «dozzine di operazioni di soccorso su richiesta della Guardia costiera italiana», mentre farlo adesso è diventato di nuovo un problema.
Il 23 agosto è stata fermata al porto di Salerno, in Campania, la Sea-Eye 4 dell’ong tedesca Sea-Eye, da cui erano sbarcate 114 persone. La nave dovrà rimanere in porto per 20 giorni e pagare una multa da 3.333 euro perché, come la Open Arms, aveva compiuto tre diverse operazioni di soccorso prima di attraccare. La nave, tra l’altro, aveva dovuto allungare il viaggio di due giorni proprio per rispettare le indicazioni del governo italiano, che le aveva assegnato il porto di Salerno nonostante il primo soccorso fosse avvenuto vicino a Malta.
Le sanzioni imposte negli ultimi giorni alle ong sono state molto criticate dalle opposizioni e in particolare dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che con un post su Facebook ha accusato il governo Meloni di aver istituito il «reato di solidarietà». Schlein ha fatto riferimento in particolare al “decreto Cutro”, approvato in seguito al grave naufragio di migranti avvenuto a febbraio al largo delle coste di Steccato di Cutro, in Calabria. Tra le altre cose, il provvedimento inasprisce le pene per le persone che tentano di arrivare in Italia irregolarmente via mare e rende più complessa la permanenza in Italia, per chi riesce ad arrivarci. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha risposto a Schlein con un commento sotto al suo post, scrivendo che il governo si limita ad «applicare leggi e principi che esistono da sempre in ogni Stato».