Catalano, basco e galiziano saranno lingue ufficiali dell’Unione Europea?
Lo sta chiedendo il governo spagnolo di Pedro Sánchez per delle ragioni politiche interne, ma sembra difficile che possa succedere
La scorsa settimana José Manuel Albares, il ministro degli Esteri spagnolo, ha inviato una lettera al Consiglio dell’Unione Europea per chiedere formalmente l’inserimento del catalano, del galiziano e del basco tra le lingue ufficiali dell’Unione. La richiesta rientra in un accordo che il Partito Socialista del primo ministro Pedro Sánchez ha fatto nei giorni scorsi con il partito indipendentista catalano Junts per Catalunya (detto più semplicemente Junts) e che ha consentito alla coalizione di centrosinistra guidata da Sánchez di eleggere la nuova presidente della Camera spagnola e di avvicinarsi alla possibilità di formare un nuovo governo dopo le elezioni del mese scorso.
La richiesta di riconoscimento per il catalano (e per le altre lingue regionali spagnole) è una vecchia rivendicazione delle forze indipendentiste: il governo Sánchez – che è ancora in carica con poteri ridotti, in attesa che sia nominato il prossimo esecutivo – l’ha assecondata in maniera spedita per accontentare Junts e il suo leader Carles Puigdemont, che dopo le elezioni di luglio sono diventati fondamentali per raggiungere una maggioranza in parlamento e formare un nuovo governo. Tuttavia la possibilità che l’Unione Europea riconosca le lingue regionali spagnole come lingue ufficiali è al momento piuttosto bassa.
In Spagna l’unica lingua ufficiale in tutto il paese è il castigliano (cioè quello che tutti definiamo spagnolo), ma la Costituzione prevede l’esistenza di lingue cosiddette co-ufficiali, perché sono da ritenersi ufficiali soltanto nelle regioni in cui sono parlate, assieme al castigliano. Il catalano è lingua co-ufficiale in Catalogna, il basco nei Paesi Baschi, il galiziano in Galizia e l’aranese nella Val d’Aran.
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Da tempo gli indipendentisti, soprattutto quelli catalani, vorrebbero che anche le loro lingue fossero riconosciute come lingue ufficiali dell’Unione Europea. Il riconoscimento prevede, tra le altre cose, che tutti i testi legali prodotti dalle istituzioni siano tradotti in quella lingua, e che a tutte le riunioni e le sessioni pubbliche siano presenti interpreti di quella lingua. Attualmente le lingue ufficiali dell’Unione Europea sono 24: bulgaro, ceco, croato, danese, estone, finlandese, francese, greco, inglese, irlandese, italiano, lettone, lituano, maltese, olandese, polacco, portoghese, rumeno, slovacco, sloveno, spagnolo, tedesco, svedese e ungherese.
Il multilinguismo è un principio fondamentale per l’Unione Europea. Al tempo stesso all’interno delle istituzioni il lavoro di interpreti e traduttori comporta un notevole costo economico: si stima per esempio che ogni anno le istituzioni producano 2,5 milioni di pagine di atti ufficiali, che devono essere tutti tradotti in 24 lingue. In tutto, secondo dati della Commissione Europea, il costo annuale del regime multilingue delle istituzioni ammonta a circa un miliardo di euro.
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Inoltre la richiesta della Spagna di aggiungere catalano, galiziano e basco come lingue ufficiali è piuttosto complicata da esaudire perché comporterebbe una presa di posizione politica piuttosto netta da parte delle istituzioni europee, e potrebbe dare l’opportunità alle minoranze linguistiche di altri paesi di avanzare rivendicazioni simili. Secondo i dati del Parlamento Europeo, circa l’8 per cento della popolazione dell’Unione parla una lingua regionale o fa parte di una minoranza linguistica.
Soprattutto, questa richiesta era già stata rifiutata una ventina d’anni fa. Nel 2004 il governo dell’allora primo ministro spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero, anche lui socialista come Pedro Sánchez, chiese che le lingue co-ufficiali spagnole fossero riconosciute dalle istituzioni europee, ma la richiesta fu respinta, nonostante qualche minima concessione del Consiglio.
Attualmente l’Unione Europea prevede tra le sue lingue ufficiali esclusivamente quelle che sono già la lingua ufficiale di un paese membro. Finora ne sono state aggiunte esclusivamente quando un nuovo paese entrava a far parte dell’Unione: all’ingresso della Romania, per esempio, il rumeno è diventato lingua ufficiale. Nella storia dell’Unione Europea c’è un solo caso in cui è stata accettata la richiesta di un paese già membro di aggiungere una nuova lingua ufficiale: successe con il gaelico (cioè la lingua irlandese), che venne inserito tra le lingue ufficiali nel 2007, anche se la traduzione dei documenti legali è cominciata soltanto l’anno scorso.
Il gaelico è però ritenuto dalla Costituzione irlandese come «prima lingua ufficiale» del paese, al contrario di quello che avviene con il catalano e gli altri, che nell’ordinamento spagnolo sono soltanto lingue co-ufficiali.
La decisione sulla richiesta del governo spagnolo deve essere valutata dai membri del Consiglio e deve essere approvata all’unanimità. Non è ancora chiaro quando verrà discussa, né come andrà la discussione. Al momento fonti dentro al Consiglio hanno fatto sapere ai giornali spagnoli di aver ricevuto la richiesta del governo spagnolo, e che la esamineranno presto, senza dare ulteriori dettagli.