Prigozhin era a bordo dell’aereo precipitato in Russia, dice l’aviazione civile russa
Il capo del gruppo Wagner sarebbe morto insieme agli altri passeggeri, dieci in totale: non si conoscono le cause dell’incidente
Secondo Rosaviatsia, l’autorità dell’aviazione civile russa, Yevgeny Prigozhin era a bordo di un aereo privato precipitato mercoledì sera circa 100 chilometri a nord-ovest di Mosca, vicino alla località di Kuzhenkino. Prigozhin, leader del gruppo di mercenari russi Wagner, sarebbe morto insieme a tutte le altre nove persone a bordo, di cui tre membri dell’equipaggio. Non si conoscono i motivi dell’incidente (non si sa se sia stato un incidente) e il governo russo per ora non ha confermato né smentito la notizia della morte di Prigozhin.
L’agenzia di stampa statale russa Interfax ha detto che le operazioni di soccorso sul luogo in cui l’aereo è precipitato sono terminate e che sono stati trovati i resti delle dieci persone a bordo. Sulla lista dei passeggeri dell’aereo c’è anche il nome di Dmitry Valeryevich Utkin, fondatore del gruppo Wagner insieme a Prigozhin.
Secondo un messaggio diffuso subito dopo le prime notizie sull’incidente su Grey Zone, un canale Telegram legato al gruppo Wagner, l’aereo sarebbe stato abbattuto. Il codice identificativo dell’aereo parzialmente visibile sui rottami fotografati e filmati sul luogo dell’incidente è coerente con quello del jet Embraer Legacy usato normalmente da Prigozhin, RA-02795. Formalmente l’aereo apparteneva a una società legata a Prigozhin, Autolex Transport.
Il gruppo Wagner è un’organizzazione composta da decine di migliaia di persone che è molto cresciuta dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, in cui è stata coinvolta al fianco dell’esercito russo assumendo un ruolo fondamentale in alcune battaglie. Ad esempio a Bakhmut, dove di fatto i mercenari di Wagner hanno affrontato il grosso delle operazioni e subìto gran parte delle perdite. Grazie al suo contributo militare, Prigozhin aveva assunto un’influenza eccezionale in Russia, diventando probabilmente la seconda persona più potente del paese dopo il presidente Vladimir Putin.
Lo scorso 24 giugno, dopo settimane di tensioni tra Prigozhin e il ministero della Difesa russo, membri del gruppo Wagner erano partiti dalla città di Rostov, nel sud-ovest della Russia, diretti verso Mosca, armati e con l’apparente obiettivo di compiere un colpo di stato. La rivolta era durata circa 24 ore ed era stata la più grande sfida interna al potere di Putin da molti anni. Si era interrotta con l’annuncio di un accordo tra il gruppo Wagner e il governo russo che si diceva fosse stato mediato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko, uno stretto alleato di Putin.
Dopo la fine della rivolta era sembrato che Prigozhin e i suoi uomini si fossero rifugiati in Bielorussia. Per mesi non è stato del tutto chiaro – non lo è tuttora – fino a che punto il gruppo mercenario fosse rimasto attivo e unito. Un paio di settimane dopo il 24 giugno Prigozhin aveva incontrato Putin a Mosca, e per un momento si era pensato che lui e i suoi soldati fossero stati riabilitati.
Lunedì era stato diffuso online, su canali Telegram considerati vicini a Wagner, un video di Prigozhin. Nel video, di cui non è chiaro né dove né quando sia stato girato, Prigozhin era in un grosso spiazzo all’aperto, apparentemente in un paese africano, e parlava delle attività di reclutamento che il gruppo Wagner stava portando avanti in Africa, «per rendere la Russia più grande in ogni continente e l’Africa ancora più libera», e di presunte attività di contrasto al terrorismo jihadista.
Martedì il governo russo aveva rimosso dal suo incarico di comandante delle Forze aerospaziali russe Sergei Surovikin, uno dei più importanti generali russi ed ex capo delle operazioni militari in Ucraina. Surovikin non si vede in pubblico da mesi: numerose fonti giornalistiche mai confermate ufficialmente hanno scritto che il generale era a conoscenza dei piani di rivolta del gruppo Wagner a fine giugno, e che forse li aveva anche appoggiati.