I comportamenti molesti ai concerti sono diventati un po’ la norma

I casi di lanci di oggetti e aggressioni sembrano più frequenti: si pensa anche per via delle abitudini sociali perse durante la pandemia

Harry Styles concerti
Harry Styles durante un concerto a Londra lo scorso febbraio (Gareth Cattermole/ Getty Images)
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Chi frequenta spesso i concerti è abituato a veder lanciare sul palco cose dirette verso le artiste e gli artisti che ci si esibiscono, dai pupazzi alle magliette, ai bicchieri di plastica più o meno vuoti. Alcuni casi recenti hanno però portato a una serie di commenti sul fatto che episodi simili si stiano verificando con più frequenza di un tempo, sia in Italia che all’estero. Alcune persone addette ai lavori hanno notato che in generale certi comportamenti molesti o aggressivi da parte del pubblico sono diventati un po’ la norma. A loro dire c’entra anche l’impatto della pandemia.

A giugno la cantante statunitense Bebe Rexha è finita in ospedale dopo che una persona del pubblico le aveva lanciato addosso uno smartphone durante un concerto a New York, ferendola all’occhio sinistro. Pochi giorni dopo un fan che era riuscito a salire sul palco a Los Angeles aveva tirato uno schiaffo ad Ava Max, mentre durante i suoi concerti Harry Styles è stato colpito dalle cose lanciate dal pubblico in svariate occasioni: con un mazzo di fiori, un pacchetto di caramelle, un assorbente e delle crocchette di pollo.

Lanciare qualcosa sul palco o cercare di avvicinare un artista non sono gesti necessariamente aggressivi o pericolosi, ma in qualche caso possono diventarlo. Di recente la cantante italiana Baby K ha detto di aver dovuto cancellare alcuni concerti a causa di un trauma al seno provocato da una fan che l’aveva «caricata» mentre le stava chiedendo una foto alla fine di un concerto a Teramo. La settimana precedente l’esibizione del rapper Geolier a Palermo era stata interrotta e poi conclusa dopo poche canzoni per via dell’invasione sul palco di un gruppo di fan che aveva sfondato le transenne. Durante l’ultimo concerto di Pink a Londra invece una persona del pubblico ha lanciato le ceneri della propria madre sul palco, lasciando la cantante sbalordita.

Altre celebrità sembrano aver notato che le cose sono un po’ cambiate. Adele per esempio ha fatto notare al suo pubblico di Las Vegas «come certe persone si siano un po’ dimenticate il comportamento da tenere ai concerti», minacciandole con tono scherzoso di non provare a lanciarle addosso nulla. Sempre durante un concerto a Las Vegas la rapper Cardi B ha reagito contro qualcuno che le aveva lanciato addosso la bevanda contenuta in un bicchiere dalle prime file lanciando a sua volta un microfono verso il pubblico. La polizia aveva aperto un’indagine a seguito della denuncia di una donna che aveva accusato la cantante di averla aggredita, ma poi il caso è stato chiuso per insufficienza di prove (non è chiaro se ad aver fatto denuncia sia stata la stessa persona accusata di aver lanciato la bevanda). Ad altri cantanti ancora capita di richiamare il pubblico che durante i loro concerti continua a chiacchierare o a usare lo smartphone oppure tenta di parlare con loro, distraendoli.

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Sam Allison, responsabile degli eventi della catena di negozi di dischi Rough Trade di Londra, sostiene che questo tipo di comportamento «irrispettoso» sia diventato «la norma durante i concerti, ma per il bene degli artisti e la sicurezza del pubblico deve finire». Esperti intervistati da vari giornali britannici e statunitensi hanno osservato come l’atteggiamento del pubblico sembri aver risentito della pausa degli eventi dal vivo dovuta alla pandemia da coronavirus, un periodo piuttosto lungo in cui è venuta meno la possibilità di vivere l’esperienza collettiva dei grandi concerti.

Secondo Lucy Bennett, ricercatrice dell’Università di Cardiff che studia il rapporto tra chi fa musica e il suo pubblico, può darsi che l’obiettivo di alcune delle persone che lanciano cose sul palco sia comparire in video che poi diventano virali sui social network, o semplicemente cercare di farsi notare dai loro idoli, tentando per così dire di stabilire un certo tipo di contatto. Secondo altri invece comportamenti simili possono dipendere dal fatto che abbiamo disimparato a gestire certe situazioni.

Ryan Sultan, ricercatore di Psichiatria clinica alla Columbia University, ha detto a Vox di aver notato che in generale la capacità delle persone di interagire nei contesti sociali sembra essere un po’ diminuita, specialmente tra quelle più giovani e specialmente dopo la pandemia. Sultan ha spiegato che al momento non esistono studi specifici su come è cambiato il comportamento del pubblico ai concerti, al cinema o a teatro con il Covid-19, ma si dice convinto che i periodi prolungati di lockdown abbiano influito in maniera negativa sia sulle capacità relazionali, sia sulla consapevolezza di quello che è opportuno fare o meno in certi contesti. Secondo Shira Gabriel, professoressa di psicologia dell’Università di Buffalo, è un po’ come se non fossimo più allenati, con il risultato che si rischia di fare male a qualcuno o comunque di rovinare un po’ l’atmosfera per chi si esibisce, così come per il resto del pubblico.

Gabriel si è detta ottimista sul fatto che episodi di questo tipo tenderanno a svanire a mano a mano che le persone si saranno abituate di nuovo agli eventi molto grossi. A suo dire c’è anche un altro fattore che potrebbe riportare la situazione alla norma: il senso di vergogna. Generalmente a nessuno piace provare questo tipo di emozione, e secondo Gabriel uno dei rischi per le persone che compiono gesti che possono essere ritenuti frivoli o troppo aggressivi è quello di essere prese in giro o umiliate non solo dal pubblico ma anche online.

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