Il secondo partito più votato alle elezioni in Thailandia, di centrodestra, ha trovato un accordo per formare un governo con alcuni partiti che sostengono la giunta militare
Lunedì in Thailandia il partito di centrodestra Pheu Thai, che alle elezioni di maggio era arrivato secondo con il 28 per cento dei voti, ha annunciato di aver formato una coalizione di undici partiti con cui spera di riuscire a comporre un governo: la coalizione comprende anche alcuni partiti vicini alla giunta militare che è al potere nel paese dal 2014, contro cui il Pheu Thai aveva fatto campagna elettorale durante le elezioni. Della coalizione fa parte anche il partito che alle elezioni rappresentava la giunta militare, e che aveva come candidato il primo ministro uscente ed ex generale Prayuth Chan-ocha, arrivato terzo.
La coalizione proporrà come primo ministro Srettha Thavisin, un ricco uomo d’affari di 60 anni che si era candidato per la prima volta con il Pheu Thai alle ultime elezioni. Al momento la coalizione guidata dal Pheu Thai può contare su 317 seggi tra Camera e Senato, non abbastanza per avere la maggioranza, che è di 375 seggi. Dovrà sperare che al Senato, i cui membri sono scelti dalla giunta militare, almeno 58 dei 250 senatori votino a favore di Srettha Thavisin, un’ipotesi che al momento sembra piuttosto realistica.
Della coalizione non fa parte il partito che aveva ottenuto più voti alle elezioni, il Kao Klai, guidato dal candidato riformista Pita Limjaroenrat, con cui inizialmente il Pheu Thai si era alleato. In una prima votazione, il 13 luglio, la candidatura di Pita (è chiamato così sia dai thailandesi sia dai media) era stata respinta perché non aveva ottenuto il sostegno dei senatori per formare una maggioranza. Una seconda votazione, prevista per il 19 luglio, non era nemmeno avvenuta: su 715 membri presenti, 394 avevano votato per bloccare la sua seconda candidatura, mentre 312 si erano espressi a favore.