A Tel Aviv costruire tram e metropolitane è molto complicato
È stata appena inaugurata la prima linea del tram, con alcune polemiche perché non sarà operativa durante lo Shabbat
La settimana scorsa a Tel Aviv, in Israele, è stata inaugurata una linea del tram lunga 24 chilometri che connette alcuni punti dell’area metropolitana della città. Tel Aviv è il secondo centro più grande d’Israele: ha quasi 15 chilometri di spiagge, ristoranti, locali e quartieri per la vita notturna molto apprezzati dai milioni di turisti che la visitano ogni anno, oltre a un mercato immobiliare molto dinamico e in crescita. Ma è anche una città con enormi problemi di traffico, che contribuisce a rendere Israele il paese con la più alta concentrazione di traffico tra tutti i paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).
La linea appena inaugurata si chiama Red Line, linea rossa, ed è il primo segmento di una rete più estesa, la Tel Aviv Light Rail, che comprenderà anche una linea verde e una viola. Complessivamente la rete dovrebbe arrivare a servire l’intera area metropolitana di Tel Aviv, che si estende per oltre 1.500 chilometri quadrati e comprende oltre 4 milioni di abitanti (più o meno come quella di Roma). La linea rossa connette il sud e il nord-est della città passando per il centro: lungo i suoi 24 chilometri vivono oltre 1,2 milioni di persone. La linea ha 34 fermate e si stima che trasporterà oltre 230mila persone al giorno, soprattutto pendolari: la tariffa del biglietto è di 5,5 shekel (circa 1,30 euro) per percorsi fino a 15 chilometri.
Per motivi religiosi la nuova linea non sarà operativa durante lo Shabbat, il giorno sacro per le persone di religione ebraica, quindi dal venerdì sera al sabato sera, cosa che ha già provocato una serie di proteste da parte degli abitanti non religiosi. Proprio in questi giorni, appena dopo l’apertura della linea, alcuni manifestanti sono saliti sul tram e si sono incatenati alle maniglie con manette, o si sono accampati alle fermate esponendo cartelli di protesta.
Lo stato d’Israele fu fondato nel 1948 ma solo di recente ha iniziato a cercare di dotarsi di una rete funzionante ed efficiente di treni e altri mezzi pubblici su rotaia. Al momento la maggior parte degli spostamenti nelle principali città israeliane avviene su veicoli privati o in autobus. Avishai Polus, che insegna Ingegneria civile all’Istituto Technion di Haifa, ha detto a Bloomberg che le infrastrutture di trasporto di Tel Aviv sono obsolete e pensate per soddisfare esigenze di decenni fa, con conseguenze sull’economia locale. Solo nel 2019, secondo stime dell’OCSE, le congestioni di traffico hanno provocato una riduzione del PIL pari a quasi 5 miliardi di euro.
Il primo treno ad alta velocità che connette Gerusalemme a Tel Aviv è stato inaugurato solo nel 2019, e oltre alle nuove linee del tram ancora da costruire, quella verde e quella viola, a Tel Aviv verrà realizzata anche un’estesa rete della metropolitana: i costi previsti sono dell’equivalente di oltre 12 miliardi di euro per la rete del tram e di oltre 35 per la metro.
Finora i vari progetti hanno subìto enormi ritardi. La linea rossa avrebbe dovuto essere completata nel 2003, quasi vent’anni fa. Il governo affidò solo nel 2006 l’incarico di costruire la rete del tram a un consorzio di cinque società, che però non riuscì a ottenere i finanziamenti necessari a realizzare il progetto, che nel 2010 fu nazionalizzato e affidato a NTA, l’azienda che gestisce i trasporti di Tel Aviv. La linea rossa avrebbe dovuto essere inaugurata nel 2017, ma la costruzione iniziò solo nel 2015 e l’apertura fu spostata al 2021, successivamente posticipata al 2023 per una serie di altri problemi, tra cui ritardi dovuti anche alla pandemia da coronavirus.
Tutti questi ritardi hanno causato una serie di problemi che paradossalmente hanno finito per rendere la città ancora meno efficiente e vivibile. I cantieri hanno bloccato molte strade e causato perdite economiche a diverse attività commerciali posizionate lungo la linea in costruzione, e non tutte hanno ricevuto compensazioni economiche per i danni subiti. Nel frattempo i prezzi degli immobili lungo la linea del tram sono saliti, ma meno di quanto avrebbero potuto dato che i molti ritardi nelle costruzioni ne hanno svilito il potenziale: molte persone non hanno voluto comprare case o aprire attività commerciali in zone occupate da cantieri che non accennavano a terminare.
Per questo diversi esperti del settore ritengono che il governo israeliano dovrebbe velocizzare e rendere una priorità la finalizzazione dei progetti per costruire le altre linee del tram e la metropolitana. Secondo i piani attuali la costruzione della linea viola, iniziata nel 2018, dovrebbe terminare nel 2026, la linea verde nel 2026 e una prima parte della rete della metropolitana dovrebbe essere completata entro il 2034: i lavori inizieranno nel 2024, e la rete dovrebbe comprendere complessivamente tre linee per un totale di 150 chilometri e 109 stazioni.