A Maui ci sono ancora più di 800 dispersi
Molti dei quali potrebbero non essere mai trovati, dato che quasi tutta l'area degli incendi è già stata perlustrata
A Maui, l’isola delle Hawaii che a metà agosto è stata parzialmente distrutta da enormi incendi in uno dei peggiori disastri naturali nella storia dello stato, 850 persone risultano ancora disperse: lo ha detto il sindaco di Maui, Richard Bissen, in un videomessaggio pubblicato su Facebook. Bissen ha detto che quello di lunedì è il primo di una serie di aggiornamenti quotidiani che darà sul numero delle persone disperse, man mano che le ricerche procedono.
Ha detto anche che i dati sulle persone disperse sono stati compilati dall’FBI in collaborazione con la polizia e i servizi di emergenza locali. Ha aggiunto che finora sono stati accertati 114 morti, 27 dei quali sono stati identificati. Bissen ha detto che inizialmente la lista dei dispersi conteneva oltre 2mila nomi, e che ad oggi 1.285 persone sono state rintracciate e soccorse: per questo si è detto «sia rattristato che sollevato» dalle nuove stime appena comunicate.
Le probabilità di trovare altre persone vive sono comunque molto limitate: ormai è già stato perlustrato oltre l’85 per cento delle zone colpite dagli incendi, e potrebbe essere difficile trovare e identificare i corpi delle persone morte bruciate.
Gli incendi a Maui, alimentati dal vento, hanno interessato tre punti dell’isola. Una delle zone più colpite è stata Lahaina, una città di quasi 13mila abitanti che nell’Ottocento fu per alcuni anni la capitale del Regno delle Hawaii e che più recentemente era diventata una frequentata meta turistica. La città è stata ridotta in macerie dalle fiamme: il governatore delle Hawaii, Josh Green, l’ha paragonata a un luogo in cui «sia esplosa una bomba».
Sugli incendi sono state avviate indagini, sia per capirne le cause che per verificare se le attività di prevenzione siano state sufficienti. Ci sono inoltre molte discussioni sulle operazioni di allerta e di evacuazione, che sono state lente e disorganizzate e hanno rallentato e reso estremamente caotica la fuga della popolazione da Lahaina. Tra le altre cose si contesta la decisione di non usare le sirene di allarme dell’isola.
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