Il molo di Lampedusa è pieno di barche di migranti
Sono decine, e rendono l'idea di quante persone siano arrivate via mare negli ultimi giorni: smaltirle è piuttosto complicato
A Lampedusa, la piccola isola italiana più vicina all’Africa che alla Sicilia, la stragrande maggioranza delle imbarcazioni di migranti che arrivano sull’isola viene trainata oppure scortata dalle autorità italiane nel molo Favaloro, l’unico vero molo dell’isola (per “molo” si intende una costruzione artificiale a cui vengono ormeggiate le barche). Qui i migranti vengono fatti scendere, e le imbarcazioni con cui sono arrivati ormeggiate al molo.
Mentre i migranti vengono quasi immediatamente trasferiti nell’hotspot, cioè il centro di prima accoglienza dell’isola, e lasciano il molo poco dopo esserci arrivati, le loro imbarcazioni restano più a lungo. A volte anche per giorni e settimane.
Fra sabato e domenica sono sbarcati sull’isola almeno 1.250 migranti. In tutta la settimana gli arrivi sono stati quasi 4.600. Lunedì sul molo non c’era traccia del loro passaggio: a pochi metri, però, sono ancora ormeggiate una cinquantina di imbarcazioni, che lasciano intuire la quantità di persone arrivate negli ultimi giorni.
Dopo l’arrivo al molo le imbarcazioni rimangono nelle condizioni in cui sono arrivate: l’unico accorgimento che viene preso durante gli sbarchi, coordinati dalla polizia, è quello di spostare eventuali taniche di carburante sul molo in modo che non possano rovesciarsi sulle barche. Al loro interno rimangono gli oggetti che i migranti hanno usato durante la traversata: vestiti, pacchetti di biscotti, bottigliette di plastica, camere d’aria che i trafficanti forniscono al posto dei giubbotti salvagente.
Lo smaltimento delle imbarcazioni spetta all’Agenzia delle dogane e dei monopoli, un ente pubblico che gestisce l’intero porto di Lampedusa: ma è complicato, da tempo e per diverse ragioni. Le imbarcazioni vanno tenute in un unico posto per evitare che vadano alla deriva, affondino e inquinino il mare (i pescatori di Lampedusa raccontano di trovarne a volte dei pezzi impigliati nelle reti). Tenerle in un unico posto però significa creare qualche disagio a pescatori e noleggiatori di barche, che soprattutto nella stagione estiva fanno avanti e indietro dal porto nuovo di Lampedusa, accanto al molo Favaloro: a loro dire le imbarcazioni di migranti intralciano il passaggio alle loro barche.
Periodicamente l’Agenzia delle dogane e dei monopoli dovrebbe portarle a terra e smaltirle. Da alcuni mesi però non può farlo: a dicembre il principale deposito di barche dei migranti in attesa di essere smaltite è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza. I proprietari del terreno sono stati accusati di non avere le necessarie autorizzazioni ambientali. A marzo la situazione era diventata talmente problematica che il sindaco aveva chiesto un intervento straordinario all’Agenzia delle dogane, che aveva impiegato dei camion per caricare le imbarcazioni e portarle in Sicilia su un traghetto.
Secondo AgrigentoNotizie nel frattempo l’Agenzia del demanio ha aperto un bando per impiegare una nave speciale che caricherà a bordo le imbarcazioni e le trasporterà nei luoghi di smaltimento, senza passare dalla terraferma. Il bando si concluderà alla fine del 2023, e probabilmente in seguito ci vorrà ancora qualche mese per renderlo operativo.
Al momento sembra si stia cercando un’altra area che possa sostituire il deposito sequestrato. A inizio agosto il prefetto di Agrigento aveva spiegato che Legambiente, che a Lampedusa si prende cura di diverse aree naturali, aveva indicato alcuni punti dove realizzare un deposito del genere (dove quindi, verosimilmente, il rischio di inquinamento è piuttosto basso). Non è chiaro però se sia stato effettivamente aperto un nuovo deposito.