Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha graziato Ahmed Douma, uno degli attivisti che avevano guidato le grandi proteste del 2011
Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha graziato Ahmed Douma, uno degli attivisti che avevano guidato le grandi proteste del 2011 contro l’allora presidente Hosni Mubarak portando alla fine del suo regime. Douma era stato arrestato nel 2013, in seguito alla deposizione di Mohamed Morsi, il presidente eletto democraticamente dopo le dimissioni di Mubarak: il suo governo fu interrotto dal colpo di stato compiuto dall’esercito egiziano guidato dallo stesso al Sisi, all’epoca ministro della Difesa.
Nel 2015 Douma era stato condannato a 25 anni di carcere per aver protestato e attaccato le forze armate; nel 2019 la sua sentenza era stata ridotta di dieci anni; oggi l’attivista ne ha 37. Nel 2021 aveva pubblicato una raccolta di poesie scritte in isolamento che avrebbe dovuto essere presentata alla Fiera internazionale del libro del Cairo dalla casa editrice el Maraya: l’esercito era però intervenuto perché le copie del libro fossero rimosse per «ragioni di sicurezza».
Insieme a Douma al Sisi ha graziato anche altri attivisti politici, come ha fatto più volte negli ultimi mesi, probabilmente in vista delle elezioni presidenziali in programma per il 2024: da aprile ne sono stati rilasciati un migliaio. Le organizzazioni che si occupano di diritti umani in Egitto hanno però fatto notare che nello stesso periodo sono state arrestate per ragioni politiche almeno 3mila persone.
A luglio al Sisi aveva graziato Patrick Zaki, l’attivista e studente egiziano dell’università di Bologna che era stato detenuto per quasi due anni tra il 2020 e il 2021 con motivazioni politiche, e che era appena stato condannato definitivamente a tre anni di carcere.
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