I libri avvolti nel cellophane esposti nelle librerie ungheresi
Sono quelli per l'infanzia e l'adolescenza che hanno a che fare con temi LGBT+, e che il governo di Orbán non vuole far vedere
Nel giugno del 2021 il governo cristiano-conservatore dell’Ungheria guidato da Viktor Orbán ha approvato una legge che ha reso illegale «l’esibizione e la promozione dell’omosessualità» tra i minori e le minori di 18 anni. La legge ha di fatto reso impossibile affrontare temi legati all’omosessualità e alla transessualità in contesti pubblici frequentati da minori: ha vietato alle associazioni legate alla comunità LGBT+ di promuovere i propri programmi educativi, di diffondere informazioni o campagne pubblicitarie in favore dell’inclusione. Ora la legge ha cominciato ad essere applicata anche per censurare i libri.
Lo scorso maggio l’Autorità per la tutela dei consumatori ungherese aveva dato una multa pari a 1 milione di fiorini, circa 2.600 euro, alla più grande catena di librerie del paese, che si chiama Libri. Secondo l’Autorità, alcuni libri venduti nel reparto infanzia e adolescenza non rispettavano i requisiti della legge del 2021: non erano cioè venduti in una confezione chiusa che impedisse di vederne copertina e sinossi.
Il Gruppo Libri è anche una casa editrice e a giugno la sua quota di maggioranza è stata comprata dal Mathias Corvinus Collegium, un’istituzione educativa finanziata dal governo. Dopo l’acquisizione, ha scritto il Guardian, Libri ha iniziato a contattare altri editori per capire se le loro pubblicazioni fossero conformi ai requisiti stabiliti dalla legge sulla “protezione dei minori”.
A luglio Líra Könyv, la seconda catena di librerie più grande dell’Ungheria, era stata multata per “esposizione impropria” di libri con 12 milioni di fiorini (più di 30 mila euro). Líra Könyv aveva inserito una famosa graphic novel LGBT+ nella sua sezione di letteratura giovanile e l’aveva venduta senza confezione chiusa. La multa è la più alta nella storia della distribuzione di libri nel paese e secondo la catena non è un caso che sia arrivata proprio al maggior concorrente della catena Libri, recentemente acquisita dallo stato, e a due giorni dal Pride di Budapest.
Krisztian Nyary, direttore di Líra Könyv e scrittore, ha detto che la legge del 2021 è formulata in modo vago e questo impone ai librai l’onere di determinare quali tra le migliaia di titoli che hanno possono avere dei contenuti soggetti a divieto: «Il problema pratico è che i venditori dovrebbero decidere a cosa si applica la legge e a cosa no». Secondo il decreto applicativo della legge, poi, nessun contenuto che esibisca omosessualità o transessualità può apparire se non a 200 metri da una scuola o da una chiesa.
«Abbiamo 83 librerie in tutta l’Ungheria, il 60 per cento delle quali è interessato da questa disposizione. Le opere di Shakespeare o Thomas Mann potrebbero essere incriminate per il loro contenuto?», ha detto Nyary, aggiungendo che anche la Bibbia parla di omosessualità. Secondo l’interpretazione che la Háttér Society, un’organizzazione ungherese che si occupa di diritti LGBT+, ha dato della legge, un genitore potrebbe infrangerla anche solo acquistando per il figlio o la figlia un libro che abbia tra i personaggi una persona omosessuale.
Nyary ha anche detto che vendere un libro dentro una confezione chiusa è un’azione «anti-culturale», e che è praticamente impossibile farlo: «È come mettere un dipinto in uno scantinato buio: tutti sanno che è lì, ma non puoi guardarlo». Líra Könyv è una realtà grande e solida e intende presentare ricorso in tribunale contro la multa che ha ricevuto. Ha fatto sapere che non intende iniziare a mettere i libri dentro confezioni chiuse. Ma non tutte le librerie possono permettersi di opporsi alla legge.
Alcune, per non prendere delle multe, hanno dunque cominciato a trovare delle soluzioni: non vendono più libri per l’infanzia che abbiano in qualche modo a che fare con tematiche LGBT+, spostano quei libri nella sezione per persone adulte o li avvolgono nel cellophane.
Hungary’s largest bookseller has started wrapping books that feature LGBTQ+ characters in plastic to prevent customers from opening them in stores after it was taken over by a private foundation with close ties to Viktor Orbán. pic.twitter.com/2dSo9vPWvy
— GlitterBeam Radio🏳️🌈 (@GlitterBeamUK) July 12, 2023
Tra i libri che sono al centro della questione c’è ad esempio quello dell’autore ungherese Tibor Rácz-Stefán intitolato “Téged kérlek karácsonyra” (“Ti voglio per Natale”) che racconta un coming out: «La prima volta che ho visto il mio libro avvolto nel cellophane ho avuto l’impressione di vivere in una distopia. Temo che alla fine il mio lavoro non raggiungerà più i lettori. Sarebbe una grande perdita per me e per il mio editore, ma anche per i giovani LGBT+ ungheresi. Questo è ancor più problematico, perché gli ungheresi acquistano pochissimi libri online». La multa a Líra Könyv è arrivata invece per la vendita della graphic novel dell’autrice britannica Alice Oseman Heartstopper, che racconta l’amore tra due maschi adolescenti e che è destinato a lettori e lettrici a partire dai 12 anni. L’adattamento del libro è liberamente accessibile su Netflix.
Non è la prima volta che il governo ungherese tenta di censurare i libri. Nel 2021, prima ancora che la legge contro i temi LGBT+ entrasse in vigore, aveva sanzionato una libreria per il libro illustrato Micsoda család! che nell’edizione ungherese presentava insieme due libri dell’autore statunitense Lawrence Schimel e dell’illustratrice Elina Braslina: in uno si parla di un bambino con due madri, e nell’altro di una bambina con due padri che non vuole mai dormire.
Eszter Mihály, responsabile dei diritti LGBT+ di Amnesty International Ungheria, ha detto che l’ong sta seguendo con attenzione gli effetti della legge: «Non sappiamo quanti libri siano potenzialmente interessati. I campi di applicazione sono infatti molto ampi. E questo può portare all’autocensura. I canali televisivi non possono più trasmettere contenuti di questo tipo prima delle 22:00, Ikea ha dovuto eliminare dalle sue pubblicità tutte le coppie non eterosessuali e le ong, compresa la nostra, non possono più andare a sensibilizzare gli studenti nelle scuole su questi temi».
Nel frattempo alcuni movimenti hanno organizzato delle forme di protesta contro la legge: un gruppo di attivisti universitari ha ad esempio distribuito gratuitamente oltre cento copie di quelli che ha chiamato «libri proibiti» davanti a una delle maggiori librerie di Budapest.
L’Ungheria ha ricevuto ampie critiche per l’approvazione della legge del 2021. Nel 2022 la Commissione europea aveva deciso di denunciare il governo ungherese alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per via della legge. La comunità LGBT+ viene sistematicamente colpita dal governo di Orbán, che negli anni ha modificato la Costituzione per stabilire che il matrimonio può esistere soltanto fra un uomo e una donna e per impedire che le persone single (quindi anche le persone omosessuali) possano adottare dei figli.
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