Le minacce ai giurati che hanno incriminato Trump in Georgia
Nomi, volti e altri dettagli sui cittadini che componevano il gran giurì sono stati diffusi online accompagnati da intimidazioni
Giovedì lo sceriffo della contea di Fulton, in Georgia, ha fatto sapere che sono state avviate indagini su alcune minacce rivolte online ai membri del gran giurì (una giuria speciale composta da cittadini) che lunedì scorso aveva formalmente incriminato l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump con l’accusa di aver tentato di sovvertire i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali del 2020 nello stato.
Dopo l’incriminazione di Trump volti, profili privati sui social network e altre informazioni personali dei membri del gran giurì sono stati diffusi online, in alcuni casi con l’esplicito suggerimento di aggredirli. I nomi dei giurati erano stati resi pubblici nel documento con cui lunedì scorso era stato incriminato Trump: è una prassi in Georgia (ma non in altri stati statunitensi) pensata per permettere agli imputati di contestare eventualmente la composizione della giuria, e che però espone i giurati a rischi di questo tipo.
Non sono stati dati molti dettagli sulle minacce rivolte ai giurati: si sa che i loro nomi e dettagli personali sono stati diffusi almeno su Facebook, su Telegram e su Truth Social, la piattaforma social creata proprio da Trump: in un caso, riferendosi ai giurati, un utente ha esortato i propri follower ad «assicurarsi che non camminino più per strada». Un’altra serie di messaggi che incitavano alla violenza è stata raccolta da Media Matters, un’organizzazione non profit che monitora diversi giornali e canali televisivi e radiofonici conservatori.
Lo sceriffo non ha specificato se i giurati abbiano già segnalato eventuali aggressioni o meno, e ha detto di aver coinvolto forze dell’ordine locali, statali e federali per rintracciare i responsabili delle minacce.
L’incriminazione di Trump in Georgia riguarda in totale 41 capi d’accusa per reati legati al crimine organizzato, 13 dei quali rivolti a Trump, che è il candidato Repubblicano favorito alle presidenziali del 2024 e negli ultimi mesi era già stato incriminato in altri tre procedimenti, di cui due federali. Secondo l’accusa Trump avrebbe tentato di sovvertire i risultati del voto del 2020 in Georgia al fine di ribaltare il risultato generale delle elezioni, vinte da Joe Biden e dal Partito Democratico.
Assieme a lui sono stati incriminati 18 suoi collaboratori, tra cui Rudy Giuliani, suo ex avvocato ed ex sindaco di New York, e Mark Meadows, ex capo dello staff della Casa Bianca durante il suo mandato. Finora Trump si è sempre dichiarato non colpevole.
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