La Svezia ha alzato il livello di allerta per minaccia terroristica, dopo le manifestazioni in cui è stato bruciato il Corano

Alcune persone bruciano una bandiera svedese per protestare contro una manifestazione organizzata a Stoccolma a fine giugno in cui era stato bruciato il Corano (AP Photo/Fareed Khan, File)
Alcune persone bruciano una bandiera svedese per protestare contro una manifestazione organizzata a Stoccolma a fine giugno in cui era stato bruciato il Corano (AP Photo/Fareed Khan, File)

Giovedì il governo svedese ha deciso di alzare l’allerta per minaccia terroristica dal livello 3 al 4, su una scala di cinque. L’ultima volta che il livello di allerta era stato portato a un grado così alto era stato dopo gli attentati compiuti dall’ISIS a Parigi il 13 novembre del 2015 (era poi stato abbassato al livello 3 nel marzo del 2016). La direttrice dei servizi di intelligence svedesi, Charlotte Van Essen, ha spiegato che negli ultimi tempi la Svezia è passata da essere considerata «un obiettivo legittimo» di attacchi terroristici a «un obiettivo prioritario».

La decisione è stata presa dopo che negli ultimi tempi in Svezia c’erano state alcune manifestazioni in cui era stato bruciato il Corano, il testo sacro dell’Islam, che avevano causato grosse proteste in molti paesi a maggioranza musulmana. Era successo inizialmente a gennaio, quando a bruciare il Corano davanti alla sede dell’ambasciata turca a Stoccolma era stato l’estremista di destra Rasmus Paludan. Poi a fine giugno Salwan Momika, un uomo di origine irachena con lo status di richiedente asilo e residente nel paese, aveva bruciato alcune pagine del Corano di fronte alla maggiore moschea di Stoccolma, e aveva anche messo nel libro una fetta di bacon (il maiale è un animale considerato impuro dai musulmani).

Qualche giorno dopo alcune decine di persone avevano fatto irruzione nell’ambasciata svedese a Baghdad, in Iraq, per protestare contro la decisione di autorizzare la manifestazione di giugno. L’ambasciata era stata assaltata una seconda volta a fine luglio, quando Momika aveva annunciato di voler bruciare nuovamente il Corano, salvo poi decidere di calpestarlo solamente.