La storia del film “The Blind Side” era una truffa?
L'ex giocatore di football Michael Oher ha fatto causa alla famiglia che lo prese in affido, sostenendo di essere stato imbrogliato
Michael Oher è un ex giocatore di football americano: ha giocato nella lega professionistica statunitense, la NFL, fra il 2009 e il 2016, ma è particolarmente famoso perché la sua vicenda ha ispirato il film del 2009 The Blind Side, per cui l’attrice Sandra Bullock vinse un Oscar. Il film raccontava la storia della sua adozione da parte di una famiglia evangelica, i Tuohy, e di come questo evento avesse portato il giovane Oher, reduce da un’infanzia complessa fra abbandoni, orfanotrofi e vita in strada, a trovare infine la serenità, la convinzione nei propri mezzi e il successo nello sport.
Il film era tratto dal libro The Blind Side: Evolution of a Game del famoso giornalista e saggista Michael Lewis, autore anche dei libri da cui furono tratti i film Moneyball e La grande scommessa, ed era stato pubblicizzato come “basato su fatti realmente accaduti”. Ebbe un grande successo: il film fu candidato all’Oscar e incassò oltre 300 milioni di euro solo negli Stati Uniti. Martedì però Oher ha fatto causa alla famiglia Tuohy, dicendo che tutta la storia si basava in realtà su una «grande bugia».
Negli scorsi mesi avrebbe infatti scoperto di non essere mai stato adottato ma di aver firmato solo un documento che concedeva a Sean e Leigh Anne Tuohy la tutela legale. Oher accusa la famiglia Tuohy (compresi i due figli naturali della coppia) di essersi arricchita alle sue spalle ottenendo cifre ingenti per il libro e per il film e utilizzando anche in seguito il suo nome e la versione cinematografica della sua storia per costruire la carriera di Leigh Anne Tuohy come autrice motivazionale.
Oher era uno dei dodici figli di una madre sola e dipendente da alcool e droghe, e dall’età di undici anni fu affidato ai servizi sociali. Visse per brevi periodi con alcune famiglie affidatarie, con cui le cose però non funzionarono: nonostante fosse descritto come uno studente capace, cambiò undici scuole e fu bocciato due volte. Fra strutture di accoglienza dei servizi sociali e famiglie affidatarie passò anche alcuni periodi dormendo per strada, senza una fissa dimora. La sua situazione cambiò radicalmente quando su consiglio del padre di un amico chiese l’ammissione a una scuola privata religiosa, la Briarcrest Christian School, vicino a Memphis, in Tennessee: qui fu accettato principalmente per meriti sportivi. Le grandi doti fisiche gli permettevano di eccellere in atletica, basket e soprattutto football americano.
La sua situazione personale rimaneva complessa e Oher era spesso ospitato nelle case di alcuni compagni di scuola, fra cui i Tuohy. Secondo la citazione presentata dall’ex giocatore a un tribunale del Tennessee fu solo in questa fase, quando già le sue doti sportive erano evidenti, che Sean e Leigh Anne Tuohy lo invitarono con più frequenza a fermarsi a casa loro e a chiamarli “mamma e papà”. Oher ha raccontato più volte di aver sentito per la prima volta di avere una famiglia e di aver firmato volentieri i documenti per quella che credeva essere un’adozione. Aveva a quel punto quasi 18 anni (mancavano pochi mesi) e secondo la causa i Tuohy gli presentarono la tutela legale, «quasi come la stessa cosa di una adozione, ma più adatta alla sua età». Solo in tempi recenti avrebbe scoperto che quell’atto non lo rendeva in alcun modo «parte della famiglia».
Il film di Hollywood racconta una storia decisamente diversa. Leigh Anne Tuohy, la protagonista interpretata da Sandra Bullock, si prende a cuore le sorti dell’adolescente senza fissa dimora Mike, enorme fisicamente e con enormi problemi scolastici, lo introduce nella sua famiglia, lo inserisce a scuola e gli insegna a sfruttare il suo fisico nello sport, contribuendo a trasformarlo in un grande offensive tackle: nel football americano è il ruolo di chi protegge il quarterback dagli avversari che arrivano dai lati dove non può vedere, i blind sides (angoli ciechi) del titolo.
Il film è a sua volta un adattamento del libro di Michael Lewis: lo scrittore era alla ricerca di una nuova storia dopo Moneyball quando un dirigente dei San Francisco 49ers gli raccontò la crescente importanza degli offensive tackle nel football, proprio per la capacità di proteggere i quarterback nei loro angoli ciechi. Lewis scoprì che Oher, uno dei migliori in quel ruolo e con una storia interessante alle spalle, stava per diventare un membro della famiglia di un suo vecchio amico dei tempi della scuola, Sean Tuohy. Lewis ebbe quindi piena collaborazione da parte della famiglia nel raccontare la storia: nel libro non parla mai di “tutela legale” ma di “processo di adozione” e la storia raccontata presenta alcune omissioni.
Gli avvocati di Oher hanno raccontato che i suoi rapporti con la famiglia iniziarono ad essere problematici quando il giocatore si vide ritratto nel film come poco intelligente e privo di personalità, una descrizione che ritiene lo abbia danneggiato nella sua carriera sportiva. Poi apprese di essere l’unico membro della famiglia a non aver ricevuto un compenso per il libro o per il film: per quest’ultimo la causa sostiene che i quattro membri della famiglia Tuohy abbiano ricevuto 225mila dollari ciascuno più il 2,5 per cento dei diritti lordi sugli incassi del film (una cifra diventata notevole).
Solo negli ultimi mesi, preparando questa causa, avrebbe scoperto di non essere stato davvero adottato. Un’adozione lo avrebbe reso membro legale della famiglia e gli avrebbe lasciato le gestione economica dei suoi affari: sotto “tutela legale” invece li cedeva totalmente ai Tuohy, nonostante fosse maggiorenne e privo di disabilità cognitive. I suoi avvocati sostengono che nessuno gli spiegò mai la reale natura dei documenti che stava firmando: chiedono una compensazione per i mancati introiti, un rimborso per i danni e il divieto per i Tuohy di usare il nome o la storia di Oher.
La famiglia Tuohy ha negato in passato di aver ricevuto denaro per il film e sostiene di aver ottenuto solo un compenso fisso per il libro che avrebbe «diviso in cinque parti». Sean ha detto a un giornale di Memphis che i membri della famiglia sono «sorpresi e addolorati» dalla causa intentata da Oher. Il loro avvocato ha poi definito le accuse «ridicole», ha detto che il giocatore ha più volte cercato di ottenere dalla famiglia compensazioni per oltre dieci milioni di dollari, ha negato che compensi simili a quelli descritti siano mai stati ottenuti e ha detto che la tutela legale era stata istituita per permettere a Oher di accedere più facilmente a un’assicurazione medica, alla patente di guida e ai documenti per l’ammissione al college.
Oher si è ritirato nel 2016 dopo aver vinto un Super Bowl nel 2012 con i Baltimore Ravens. Ha pubblicato un’autobiografia nel 2011 ed è padre di quattro figli.
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