Donald Trump è stato incriminato anche in Georgia
Con accuse legate al tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 nello stato: è la quarta indagine che lo riguarda
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato incriminato in Georgia con l’accusa di aver tentato di sovvertire i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali del 2020 nello stato, al fine di ribaltare il risultato generale delle elezioni, vinte da Joe Biden e dal Partito Democratico. L’incriminazione riguarda in totale 41 capi d’accusa per reati legati al crimine organizzato, 13 dei quali rivolti a Trump, che è il candidato Repubblicano favorito alle presidenziali del 2024 e negli ultimi mesi era già stato incriminato in altri tre procedimenti, di cui due federali.
Assieme a lui sono stati incriminati 18 suoi collaboratori, tra cui Rudy Giuliani, suo ex avvocato ed ex sindaco di New York, e Mark Meadows, ex capo dello staff della Casa Bianca durante il suo mandato. Finora Trump si è sempre dichiarato non colpevole.
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I capi d’accusa sono stati formulati in un documento diffuso lunedì sera dal gran giurì della contea di Fulton, quella in cui si trova Atlanta. Nel documento si dice che l’ex presidente e le altre persone coinvolte «si erano rifiutate di riconoscere la sconfitta di Trump e avevano consapevolmente e deliberatamente cospirato per modificare in maniera illegale i risultati delle elezioni in favore di Trump».
Nei documenti dell’incriminazione Trump e i suoi collaboratori sono descritti come un’organizzazione criminale: tra i reati a loro carico ci sono quelli di intralcio al processo elettorale, false dichiarazioni, cospirazione contro lo stato, tentativo di influenzare i testimoni e falsa testimonianza. Il reato più grave è in violazione del Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act (RICO) – una legge federale pensata per contrastare i gruppi del crimine organizzato come la mafia – e comporta una pena massima di 20 anni.
In particolare, secondo il gran giurì Trump aveva cercato di convincere il Segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger e il suo consigliere Ryan Germany a «trovare 11.780 voti» necessari per sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali in Georgia in suo favore, così da ribaltare il risultato generale. Trump lo diceva in una conversazione telefonica che era stata registrata e diffusa all’inizio del 2021 dal Washington Post.
Le indagini sul caso erano state avviate dalla procuratrice della contea Fani Willis. Il gran giurì è un organismo dell’ordinamento americano formato da ventitré cittadini sorteggiati e in alcuni casi è chiamato a decidere se le prove raccolte dalla procura sono sufficienti a dare avvio a un processo penale.
Trump finora aveva ricevuto tre incriminazioni, tutte quest’anno: il 30 marzo per il presunto pagamento di 130mila dollari all’attrice di film porno Stormy Daniels, che sarebbe servito a convincerla a non divulgare un rapporto sessuale avuto con lui una decina di anni prima; il 9 giugno per aver conservato nella propria villa di Mar-a-Lago alcuni documenti governativi riservati risalenti al suo periodo da presidente, che contenevano informazioni su armi nucleari, piani militari e di intelligence; e infine il primo agosto per cospirazione contro gli Stati Uniti in relazione ai fatti che portarono all’assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021.
Anche soltanto una di queste incriminazioni sarebbe sufficiente per mettere fine alla carriera di molti politici. Sembra tuttavia che la popolarità di Trump tra il suo elettorato ne abbia giovato.
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