Lo strano caso della giovane rapper morta che non era davvero morta
Annunciata dal suo profilo Instagram, confermata e poi smentita ai giornali, la notizia ora è che Lil Tay è viva
Lil Tay è una ragazza americana di quindici anni diventata famosa online quando ne aveva nove con una serie di video in cui usava parolacce e si vantava delle proprie auto e ville come se fosse un rapper adulto. Mercoledì sul suo profilo Instagram è comparso un post che annunciava sia la sua morte sia quella del fratello maggiore Jason. Secondo il post, che ora è stato cancellato, la morte della ragazza era stata «improvvisa e tragica» e «completamente inaspettata» e la polizia stava indagando su entrambe le morti.
La notizia ha cominciato subito a circolare online, ed è stata inizialmente confermata a Variety e all’Hollywood Reporter, i due più affidabili siti dedicati allo show business americano, dal management della ragazza. In seguito, però, altri giornali non sono riusciti a ottenere la conferma, né dal padre né dall’ex manager, cosa che ha iniziato a far circolare dei dubbi. Ora, sia il Guardian che TMZ – sito di gossip scandalistico ma con ottime fonti – dicono che Lil Tay è viva, anche se non è ancora davvero chiaro cosa sia successo.
Giovedì TMZ ha scritto che il post era stato pubblicato da un hacker. Il sito ha citato una dichiarazione della ragazza in cui «mette in chiaro che lei e il fratello sono ancora vivi e al sicuro», ma anche che «ha il cuore completamente spezzato». «Sono state 24 ore molto traumatizzanti. Per tutta la giornata di ieri sono stata bombardata da infinite telefonate strazianti e lacrimose da parte dei miei cari mentre cercavo di risolvere questo casino», ha detto Lil Tay. «Il mio account Instagram è stato compromesso da una terza parte e utilizzato per diffondere disinformazione su di me, al punto che persino il mio nome era sbagliato. Il mio nome legale è Tay Tian, non Claire Hope».
Secondo quanto hanno ricostruito alcuni giornali statunitensi, né il dipartimento di polizia di Vancouver – dove la ragazza è cresciuta – né quello di Los Angeles – dove ha vissuto per un periodo negli anni di massima fama online – sapevano di alcuna indagine in corso sulla morte di qualcuno chiamato Claire Hope.
La stessa vita di Lil Tay dopo il suo improvviso successo nel 2017 è poco chiara per chi la osserva da fuori. Dopo aver accumulato oltre 2 milioni di follower in pochi mesi con i video in cui mostrava ville e auto di lusso e sventolava mazzette di banconote, come fanno spesso i rapper adulti nei propri video, nell’estate del 2017 l’account Instagram di Lil Tay aveva smesso temporaneamente di condividere contenuti, dopo la pubblicazione di un video in cui sembrava che la bambina seguisse le istruzioni di qualcuno dietro alla telecamera, probabilmente il fratello Jason.
Qualche mese dopo l’account aveva iniziato a pubblicare video bizzarri e preoccupanti, tra cui uno, poi rimosso, in cui la bambina piangeva, e altri che accusavano di abusi suo padre, Christopher Hope, nel bel mezzo di una disputa per l’affidamento dei figli in seguito al divorzio dalla moglie. Nel 2019 e poi nel 2021 diversi post, presumibilmente pubblicati dal fratello, avevano accusato il padre di aver rubato tutti i soldi di Lil Tay in una disputa economica che vedeva contrapporsi Hope da una parte e Lil Tay, Jason e la loro madre, Angela Tian, dall’altra. Hope ha sempre negato tutte le accuse.
Nelle ore successive all’annuncio della morte di Lil Tay, su Instagram hanno cominciato a circolare vari post con scritte bianche su sfondo nero pubblicate da account anonimi che dicono di essere gestiti da Lil Tay e il fratello Jason, in cui si leggono cose come «i nostri genitori vogliono che scompariamo da Internet, ma non lo faremo. Questo è il nostro nuovo account (per ora)». È molto probabile che si tratti però, come accaduto spesso in passato in altri casi che hanno attirato l’attenzione di grandi masse di persone, di account creati da truffatori che vogliono ottenere velocemente molti follower approfittando della situazione.