Il calmiere ai prezzi dei voli per le isole è molto discusso
Ci sono dubbi su efficacia e compatibilità con le norme europee del decreto approvato dal governo sulle tratte per Sicilia e Sardegna
I cosiddetti «decreti omnibus» approvati lunedì dal governo durante il Consiglio dei ministri contenevano anche una norma che riguarda i voli aerei di collegamento con le isole, Sicilia e Sardegna. Il calmiere dei prezzi, come è stato definito, è stato presentato come una risposta ai forti aumenti dei costi dei biglietti su queste tratte e impone alcune limitazioni alle compagnie aeree nell’uso della cosiddetta “fissazione dinamica”, cioè il sistema che usano abitualmente per definire i prezzi in relazione alla domanda.
La norma ha causato immediate e forti proteste dalle compagnie aeree, soprattutto da parte di Ryanair, compagnia low cost irlandese che è ampiamente il vettore più utilizzato su queste tratte. La Commissione Europea ha inoltre chiesto un chiarimento al governo sul decreto, per valutare se possa essere considerato in contrasto con le norme che garantiscono il libero mercato. Nella serata di mercoledì il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha detto che il testo potrebbe essere «migliorato» quando verrà discusso in parlamento: i decreti-legge sono immediatamente operativi, ma per essere convertiti in legge devono essere approvati dal parlamento entro sessanta giorni.
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Il governo ha deciso di stabilire un calmiere dopo che da alcuni mesi venivano segnalati aumenti consistenti dei prezzi dei voli aerei, nazionali e internazionali, in corrispondenza del periodo estivo e delle vacanze. Il decreto però non riguarda tutti i voli, ma solo quelli definiti di “continuità territoriale”, cioè i collegamenti fra Sardegna e Sicilia e il resto del territorio italiano.
La norma prevede che le compagnie non possano utilizzare in determinate condizioni gli strumenti di “fissazione dinamica” dei prezzi, cioè gli algoritmi che definiscono quanto costerà un biglietto a seconda della domanda e del tasso di riempimento degli aerei. Il calmiere riguarda i voli da e per le isole, nei periodi festivi e di maggiore richiesta e quando l’aumento di prezzo superi il 200 per cento della tariffa media.
I voli interessati sono quindi quelli che hanno come partenza o destinazione Palermo, Catania, Comiso, Trapani, Cagliari, Olbia e Alghero, i periodi sono quello estivo, natalizio e pasquale e il prezzo massimo non potrà essere più del triplo della media. Queste misure sono state criticate anche da alcune associazioni di consumatori perché troppo limitate e di fatto probabilmente ininfluenti per i viaggiatori.
Una ulteriore norma vieta in quanto «pratica commerciale scorretta» la determinazione delle tariffe in base alla profilazione dell’utente, cioè utilizzando i dati raccolti sull’utente, sulle sue ricerche, sul tipo di dispositivo utilizzato per effettuarle.
Quest’ultima parte riguarda una denuncia dell’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, di fine luglio: in una lettera l’ente sosteneva che nel definire i prezzi gli algoritmi delle compagnie aeree non valutassero solo richiesta e riempimento degli aerei. Definirebbero anche gli utenti in base alle informazioni raccolte online su di loro, come ad esempio il dispositivo usato per collegarsi: un telefono che usi il sistema operativo iOS di Apple, per esempio, verrebbe associato a una fascia più alta, così come i computer più nuovi, o la geolocalizzazione in alcune zone d’Italia. Questo porterebbe all’inserimento del cliente in una fascia considerata «più ricca» e alla proposta di tariffe più alte. Ryanair e altre compagnie hanno smentito di utilizzare sistemi di profilazione simili, di cui del resto non ci sono prove certe, ma la denuncia è stata recepita dal governo.
Ieri l’amministratore delegato di Ryanair Eddie Wilson ha incontrato a Roma il ministro Urso e in una serie di incontri con la stampa ha definito le misure «ridicole, populiste, illiberali e di stampo sovietico». Secondo Ryanair, ma anche secondo alcune associazioni che riuniscono gli operatori del trasporto aereo, queste norme interferiscono con le leggi del libero mercato e porteranno ad un effetto contrario a quello voluto, cioè a un aumento dei prezzi. Wilson ha sostenuto che la norma, se confermata, costringerà Ryanair a tagliare i voli sulle tratte interessate, perché meno convenienti per l’azienda rispetto a quelle estere. Il risultato sarebbe una diminuzione dei voli soprattutto in inverno e quindi un aumento delle tariffe. Ha detto: «Se vuoi diminuire i prezzi devi aumentare la concorrenza, non spingere le aziende ad andare da un’altra parte». Ha inoltre definito «spazzatura» la denuncia di profilazione degli utenti in base al reddito presunto.
Se diventerà legge in questa forma il decreto potrebbe inoltre essere oggetto di contestazioni dall’Unione Europea, che consente la regolamentazione dei prezzi da parte di uno stato solo per rispettare obblighi di servizio pubblico: i casi comprendono i collegamenti con le isole, ma con limitazioni solo per i residenti o per casi specifici.
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