Come funzionerà la legge “anti-pezzotto”
Dovrebbe servire a limitare meglio siti e piattaforme che offrono servizi per vedere illegalmente partite di calcio e film in streaming
Da martedì 8 agosto è entrata in vigore una legge che introduce una serie di nuove misure per contrastare la riproduzione illegale di partite di calcio in diretta, film e altri eventi protetti dal diritto d’autore su siti e piattaforme che non sarebbero autorizzati a trasmetterle. È stata chiamata informalmente, anche dai politici, “legge anti-pezzotto”, dal nome di un diffuso sistema illegale usato per vedere le partite di calcio senza pagare abbonamenti a DAZN o Sky, che in Italia detengono gran parte dei diritti.
Secondo alcune rilevazioni nell’ultimo anno in Italia l’uso del pezzotto o di altri strumenti simili per vedere illegalmente le partite di calcio è fortemente aumentato: un’indagine dell’agenzia di ricerche e sondaggi Ipsos per conto di Fapav, associazione che tutela l’industria dei contenuti audiovisivi, ha stimato che nel 2022 gli illeciti sulla fruizione illegale di contenuti sportivi siano aumentati del 26 per cento rispetto all’anno precedente. A questa tendenza con ogni probabilità ha contribuito anche il notevole aumento del costo degli abbonamenti necessari per vedere le partite di calcio sulle piattaforme autorizzate, come DAZN e Sky.
– Ascolta anche: Fare un pezzotto – con le parole, si intende, dal podcast Amare Parole
Naturalmente la riproduzione non autorizzata di contenuti audiovisivi protetti dal diritto d’autore in Italia era già illegale, ma con la nuova legge verranno ampliati i poteri a disposizione delle autorità per contrastare la pratica e saranno aumentate le sanzioni. Le misure principali contenute nella legge sono quelle che danno maggiore potere d’intervento all’Autorità garante per le comunicazioni, o Agcom, l’autorità amministrativa indipendente italiana che si occupa di regolare e sorvegliare il mercato delle telecomunicazioni.
La legge è stata volutamente incentrata sui contenuti sportivi e in particolare calcistici, anche perché è arrivata dopo molte pressioni da parte degli operatori del settore e dopo una raccomandazione dello scorso maggio della Commissione Europea che parlava apertamente di eventi sportivi, invitando gli stati membri dell’Unione a prendere misure per contrastarne la riproduzione non autorizzata. Si occupa però anche dei siti che riproducono illegalmente film e altri tipi di contenuti, che sono ugualmente molto interessati dal fenomeno: sempre secondo Ipsos, nel 2022 sarebbero stati individuati oltre 345 milioni di violazioni, e i film visti illegalmente rappresenterebbero la quota maggiore di questo numero, circa il 35 per cento (per avere un confronto, gli eventi sportivi sono circa l’11 per cento).
In sostanza l’Agcom avrà più possibilità rispetto al passato di agire in modo tempestivo quando riceve la segnalazione di una violazione: potrà imporre da subito il blocco del sito o della piattaforma incriminati, chiedendo se necessario anche l’intervento dei motori di ricerca come Google e persino dei fornitori dei servizi di internet. Su richiesta dell’Agcom, questi ultimi saranno obbligati a reindirizzare la pagina internet su cui viene riprodotto il contenuto illegalmente verso una schermata prestabilita dell’Agcom, in cui l’utente sarà avvertito del fatto che è stato rilevato un illecito.
I siti, i motori di ricerca e i fornitori dei servizi internet che riceveranno il provvedimento dell’Agcom avranno 30 minuti di tempo per agire. È l’aspetto della legge che è stato più citato in queste settimane, anche in modo un po’ sensazionalistico, alludendo alla possibilità che un sito illegale venga oscurato entro mezz’ora da quando gli utenti cominciano a usarlo. In realtà è molto difficile che avverrà qualcosa del genere: prima di notificare il provvedimento l’Agcom dovrà infatti ricevere una segnalazione con alcune informazioni specifiche, come l’indicazione del dominio e degli indirizzi IP attraverso i quali vengono resi disponibili illegalmente i contenuti, per poter individuare eventuali soggetti da sanzionare. Non è ancora del tutto chiaro come funzioneranno le cose nella pratica, ma è verosimile che tutte queste operazioni richiederanno più tempo di mezz’ora dal momento in cui viene scoperto un sito illegale.
Se però l’Agcom riceve le informazioni necessarie per tempo e invia repentinamente il suo provvedimento, è comunque possibile che l’oscuramento di un sito illegale avvenga in tempi assai più brevi che in passato. Oltre a quel sito, l’Agcom continuerà a controllare che non ne nascano di nuovi con nomi simili, bloccando eventualmente tutti i nuovi domini che dovessero nascere con lo stesso scopo (una pratica finora molto diffusa tra i siti che riproducono illegalmente film ed eventi in streaming).
Le segnalazioni all’Agcom non possono essere inviate da chiunque, ma solo da chi detiene i diritti di riproduzione degli eventi che vengono trasmessi illegalmente, dalle loro associazioni di categoria o dai cosiddetti “segnalatori attendibili”: cioè soggetti che vengono appositamente delegati a svolgere questo compito.
In base alla legge i gestori dei siti che trasmettono i contenuti illegalmente rischiano una pena fino a tre anni di carcere, mentre le persone che ne usufruiscono possono ricevere una sanzione fino a un massimo di 5mila euro.